Dario Chiaradia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Dario Chiaradia
NascitaCaneva, 28 aprile 1901
MorteRossoš', 6 gennaio 1943
Cause della morteFerire riportate in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoAlpini
Reparto8º Reggimento alpini
Anni di servizio1922-1943
GradoCapitano di complemento
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Russia
BattaglieSeconda battaglia difensiva del Don
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959)[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Dario Chiaradia (Caneva, 28 aprile 1901Rossoš', 6 gennaio 1943) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Caneva di Sacile, provincia di Pordenone, il 28 aprile 1901.[2] Capitano complemento, 8º reggimento alpini, battaglione Cividale. Arruolatosi nel Regio Esercito frequentò la Scuola allievi ufficiali di complemento del Corpo d'armata di Verona, da cui uscì con il grado di sottotenente dell'arma di fanteria il l0 agosto 1922, assegnato all'8º Reggimento alpini venendo posto in congedo nel marzo 1923.[3] Conseguita l'abilitazione magistrale e il diploma di segretario comunale, diresse per molti anni l'ufficio di vice segretario del comune di Sacile.[3] Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, il 10 giugno 1940, si sottopose ad un intervento chirurgico pur di essere richiamato in servizio attivo e il 6 aprile 1941, con il grado di capitano, fu assegnato al battaglione alpini "Cividale" dell'8º Reggimento alpini che raggiunse in Albania.[3] Rientrato in Italia con il suo reparto l'anno successivo, nell'agosto 1942 partì con il reggimento, inquadrato nella 3ª Divisione alpina "Julia", per l'Unione Sovietica al comando della 20ª Compagnia.[3] Rimasto ferito in combattimento il 5 gennaio 1943, decedeva presso l'ospedale di Rossoš' il giorno dopo.[3] Fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[4] Nel 1970 gli è stata intitolata una strada a Pordenone.[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Volontario nella campagna di Grecia chiedeva insistentemente di poter partire per la Russia al comando di una compagnia alpina. Animatore di uomini sapeva forgiare il suo reparto al suo entusiasmo, alla sua fede, alla sua ansia di combattere per la maggior gloria di Italia. Durante violentissimo attacco nemico, vista cadere in mano avversaria una quota di vitale importanza per il nostro schieramento, raccolti parte degli uomini del suo reparto, decisamente si lanciava al contrassalto, incurante del micidiale fuoco di armi automatiche, di mortai e di artiglierie avversarie, risalendo alla testa dei suoi alpini, galvanizzati da tanto esempio, la martoriata quota, strappandola al nemico. Per più ore si faceva animatore dell’eroica difesa della posizione contro la violenta reazione del nemico, alpino tra i suoi alpini ai quali infondeva il suo spirito aggressivo, il suo cosciente sprezzo del pericolo, la sua tenacia, la sua incrollabile volontà di vittoria. il giorno successivo ritornava rinnovando le epiche gesta del giorno precedente all’assalto della medesima quota riuscendo nuovamente a conquistarla. Colpito mortalmente con la visione del nemico in fuga, rifiutava ogni soccorso preoccupandosi soltanto della sorte dei suoi alpini per i quali aveva ancora nobili parole di incitamento, di ardente fede. Magnifica figura di eroico soldato d’Italia. — Quota Cividale sul Nowo Kalitwa (Fronte russo), 4-5 gennaio 1943.[5]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]