Claudio Solaro
Claudio Solaro | |
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Nascita | Crusinallo d'Omegna, 10 febbraio 1914 |
Morte | ? |
Dati militari | |
Paese servito | Italia Italia |
Forza armata | Regia Aeronautica Aeronautica Militare Italiana |
Corpo | Aviazione Legionaria |
Specialità | caccia |
Grado | Generale di squadra aerea |
Guerre | Guerra civile spagnola Seconda guerra mondiale |
Battaglie | Battaglia delle Alpi Occidentali |
Comandante di | 70ª Squadriglia caccia |
Decorazioni | vedi qui |
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Claudio Solaro (Crusinallo d'Omegna, 10 febbraio 1914 – ...) è stato un generale e aviatore italiano, pluridecorato asso dell'aviazione da caccia, all'atto dell'armistizio dell'8 settembre 1943 era accreditato di 11 vittorie individuali, 14 collettive, una probabile e 20 aerei distrutti al suolo e decorato con 2 medaglie d'argento, tre di bronzo, e una Croce di guerra al valor militare, oltre che della Croce di Ferro di 2ª Classe tedesca.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Nacque a Crusinallo d'Omegna, provincia di Novara, il 10 febbraio 1914.[1] Si arruolò nella Regia Aeronautica entrando in servizio permanente effettivo (S.P.E.) il agosto 1936.[1] Partito volontario, con il grado di sottotenente, per combattere nella guerra civile spagnola, fu assegnato alla 26ª Squadriglia,[2] appartenente al XVI Gruppo “La Cucaracha”,[2] equipaggiata con i caccia Fiat C.R.32,[2] e nell agosto 1938 reclamò l'abbattimento di un caccia Polikarpov I-16 "Rata" della FARE.[3] Il 30 ottobre dello stesso anno fu abbattuto sopra il territorio controllato dal nemico, e paracadutatosi con successo fu catturato e imprigionato, venendo rilasciato solo nel febbraio del 1939. Rientrato in Italia nel mese di settembre, il mese successivo fu promosso tenente "per meriti di guerra", ed assegnato alla 70ª Squadriglia,[4] 23º Gruppo,[5] del 3º Stormo Caccia Terrestre,[5] equipaggiata con i caccia Fiat C.R.42 Falco.[4] All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, il 10 giugno 1940, il 3º Stormo fu schierato al confine meridionale con la Francia per partecipare alle operazioni belliche in quel settore.[6] Il 15 giugno prese parte alla grande operazione di attacco contro gli aeroporti francesi. Dopo l'armistizio con la Francia il 3º Stormo rientrò a Torino-Mirafiori,[6] mentre il 23º Gruppo divenne Autonomo,[6] e il 9 luglio si trasferì in Sicilia[6] per prendere parte alle operazioni contro l'isola di Malta.[4] Il 28 luglio assunse il comando della 70ª Squadriglia, incarico che mantenne fino al 1943, ed il 16 novembre l’intero 23º Gruppo fu trasferito in Africa settentrionale italiana.[1] Il 23 dello stesso mese abbatte un caccia Hawker Hurricane su Fifla, il 26 dicembre partecipò all’abbattimento di un Hurricane e di un Gloster Gladiator nel cielo di Sollum, il 4 gennaio 1941 rivendicò l'abbattimento di un bombardiere Bristol Blenheim su Bardia, ed il 16 febbraio venne promosso al grado di capitano per merito di guerra.[1]
Il 4 aprile il 23º Gruppo fu trasferito in Sicilia per essere riequipaggiato con i caccia monoplani Aermacchi C.200 Saetta.[6] Il 28 novembre ottenne una nuova vittoria abbattendo un Bristol Blenheim nel canale di Sicilia. All’inizio del 1942 il 23º Gruppo si rientrò in seno al 3º Stormo (equipaggiato con i caccia Aermacchi C.202 Folgore),[7] ritornando in Africa settentrionale nel corso dell'estate. Dal 31 luglio al 20 ottobre conseguì 9[8] vittorie individuali[N 1] e alcune altre in compartecipazione.[8] Sia il 5 settembre che il 10 novembre fu costretto ad un atterraggio di emergenza in seguito ai danni riportati dal suo aereo in combattimento, uscendone illeso entrambe le volte. Nel gennaio[9] 1943 il 3º Stormo fu l'ultima unità a lasciare il cielo di Tripoli, ritirandosi dalla Libia alla Tunisia[7] e successivamente rientrando in Patria nel mese di marzo.[9] All'atto dell'armistizio dell'8 settembre 1943 era accreditato di 11 vittorie individuali,[N 2] 14 collettive, 1 probabile e 20 aerei distrutti al suolo, e decorato con 2 Medaglie d'argento,[10] tre di bronzo al valor militare,[10] della Croce di guerra al valor militare e della Croce di Ferro di 2ª Classe tedesca.[10] Dopo la fine della guerra rimase in servizio attivo, partecipando attivamente alla rinascita dell'Aeronautica Militare Italiana, prestando servizio sia in unità operative che presso il Quartier generale di Roma.[1] Al momento del congedo aveva il grado di generale di squadra aerea.[1]
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
Italiane[modifica | modifica wikitesto]
— 16 ottobre 1940[11]
Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]
Note[modifica | modifica wikitesto]
Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Si trattava di sei caccia Curtiss P-40, un Supermarine Spitfire e due aerosiluranti Fairey Albacore.
- ^ Una conseguita in Spagna e dieci durante il secondo conflitto mondiale.
Fonti[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c d e f Håkans aviation page.
- ^ a b c Logoluso 2010, p. 40.
- ^ Logoluso 2010, p. 73.
- ^ a b c Gustavsson, Caruana, Slongo 2013, p. 36.
- ^ a b Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 24.
- ^ a b c d e Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 25.
- ^ a b Apostolo, Caruana 2012, p. 28.
- ^ a b Apostolo, Caruana 2012, p. 94.
- ^ a b Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 26.
- ^ a b c Apostolo, Caruana 2012, p. 86.
- ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.228 del 26 novembre 1941.
- ^ Bollettino Ufficiale 1941, disp.45.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Giorgio Apostolo e Richard Caruana, Italian Aces of World War 2, Botley, Osprey Publishing Company, 2012, ISBN 1-78200-855-1.
- Giorgio Apostolo, Ali d'Italia n.4 Fiat CR.32, Torino, La Bancarella Aeronautica, 1996.
- Giorgio Apostolo, Gianni Cattaneo e Giovanni Massimello, Ali d'Italia n.22 Aer.Macchi C.202, Torino, La Bancarella Aeronautica, 2006.
- (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
- Chris Dunning, Solo coraggio! La storia completa della Regia Aeronautica dal 1940 al 1943, Parma, Delta Editrice, 2000.
- (EN) Hakan Gustavsson, Richard Caruana e Ludovico Slongo, Fiat CR.42 Aces of World War 2, Botley, Osprey Publishing Company, 2013, ISBN 1-4728-0192-X.
- I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
- (EN) Alfredo Logoluso, Fiat CR.32 Aces in Spanish Civil War, Botley, Osprey Publishing Company, 2010, ISBN 978-1-84603-983-6.
- Franco Pagliano, Storia di diecimila aeroplani, Milano, Edizioni Europee, 1954.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Claudio Solaro
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Håkan Gustavsson, Capitano Claudio Solaro, su Håkans aviation page, http://surfcity.kund.dalnet.se/index.html. URL consultato il 22 febbraio 2015.
- Generali italiani del XX secolo
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