Caproni Ca.53

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Caproni Ca.53
Descrizione
Tipobombardiere leggero
aereo da ricognizione veloce
Equipaggio2
ProgettistaGiovanni Battista Caproni
CostruttoreBandiera dell'Italia Caproni
Data primo volo1918
Data entrata in serviziomai
Esemplari1
Altre variantiCaproni Ca.54
Caproni Ca.55
Dimensioni e pesi
Lunghezza9,23 m
Apertura alare14,30 m
Altezza3,86 m
Superficie alare65,0
Peso a vuoto1 600 kg
Peso carico2 400 kg
Capacità800 kg
Propulsione
Motoreun Liberty L-12
Potenza450 hp (335 kW)[1]
Prestazioni
Velocità max190 km/h
Velocità di crociera175 km/h
Armamento
Mitragliatriciuna dorsale più una ventrale

i dati sono estratti da Gli Aeroplani Caproni - studi, progetti, realizzazioni dal 1908 al 1935[2]

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Il Caproni Ca.53 era un ricognitore veloce e bombardiere monomotore triplano sviluppato dall'azienda italiana Aeronautica Caproni nei tardi anni dieci del XX secolo e rimasto allo stadio di prototipo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1917 la Direzione tecnica dell'aviazione militare del Regio Esercito emise una specifica per la fornitura di un nuovo velivolo da bombardamento in grado di trasportare un carico bellico di 400 kg in bombe da caduta alla velocità di 200 km/h.[3]

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Per rispondere all'esigenza Giovanni Battista Caproni progettò un modello dall'impostazione classica, monomotore ad elica traente con struttura in legno ricoperta in compensato e tela trattata[3], caratterizzato dalla velatura triplana adatto al bombardamento leggero, alla ricognizione aerea veloce ed alla caccia. Le misure compatte rispetto ai grandi bombardieri triplani tipo Ca.40 e derivati gli valsero il soprannome di "triplanino".[4]

Il modello inoltre integrava alcune tecnologie innovative brevettate dallo stesso Caproni. Il carrello d'atterraggio integrava un dispositivo meccanico che, al momento del contatto al suolo del velivolo durante l'atterraggio, per prevenire un possibile capovolgimento spingeva in avanti l'asse delle ruote. Inoltre disponeva di un dispositivo che permetteva lo sgancio in volo del serbatoio di combustibile in situazioni di emergenza come un principio di incendio.[4]

Il prototipo, identificato dall'azienda come Ca.53, venne completato nel 1918 e portato in volo in quello stesso anno dal campo di aviazione di Taliedo. Il modello, che nella sua prima fase di sviluppo venne equipaggiato con diversi motori, suscitò l'interesse anche delle forze armate statunitensi e britanniche. Venne ipotizzato anche l'installazione di un più potente motore Fiat A.14 da 700 CV (515 kW), con il quale si prevedeva di raggiungere una velocità massima pari a 240 km/h, tuttavia, sia probabilmente per la necessità di dare priorità alla costruzione dei grandi bombardieri che per il termine della prima guerra mondiale, il Ca.53 non venne avviato alla produzione in serie.[4]

Nell'immediato dopoguerra Caproni avviò il progetto di due modelli derivati, il Ca.54, destinato all'aviazione civile con la fusoliera adattata al trasporto passeggeri, ed il Ca.55, versione idrovolante a galleggiante centrale, entrambe però rimaste sul tavolo da disegno per la grave flessione del mercato dell'aviazione.[4]

Descrizione tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Il Ca.53 era un velivolo di impostazione, per l'epoca e per il ruolo, classica: monomotore, biposto a velatura triplana e carrello fisso.[2]

La fusoliera, di sezione rettangolare, era realizzata con struttura lignea ricoperta da pannelli di compensato e caratterizzata dalla presenza di due abitacoli aperti in tandem, l'anteriore riservato al pilota ed il posteriore per il mitragliere di coda, quest'ultimo dotato anche di una postazione inferiore ventrale. Integrati nella struttura erano lo scompartimento ed il dispositivo di lancio bombe. Posteriormente terminava in un impennaggio classico monoderiva caratterizzato da un unico piano orizzontale controventato da una coppia di aste a "V" per lato.

La configurazione alare era triplana, con l'ala superiore, montata alta a parasole, l'intermedia, montata alta sulla fusoliera, e quella inferiore, montata bassa sulla fusoliera, di eguale apertura, tutte dotate di alettoni e collegate tra loro da tre montanti per lato integrati da cavetti in acciaio.

Il carrello d'atterraggio era fisso, montato su una struttura tubolare al di sotto della fusoliera, dotato di ruote di grande diametro e dispositivo meccanico anticappottata ed integrato posteriormente da un pattino d'appoggio posizionato sotto la coda.

La propulsione era originariamente affidata ad un motore Liberty L-12, un 12 cilindri a V di 45° raffreddato a liquido in grado di erogare una potenza pari a 450 hp (335 kW), posizionato all'apice anteriore della fusoliera ed abbinato ad un'elica quadripala in legno a passo fisso.

L'armamento offensivo consisteva in un carico di bombe aeronautiche a caduta libera, quello difensivo era costituito da un paio di mitragliatrici a disposizione del secondo membro dell'equipaggio, una posizionata superiore in torretta ed una sul fondo della fusoliera per tiro in depressione.

Versioni[modifica | modifica wikitesto]

Ca.53
prima versione, inizialmente equipaggiata con un motore Liberty L-12 in seguito con un Franco Tosi FT.V.12 da 420 CV.
Ca.53 a
versione che adottava una cellula a struttura rigida dotata di diedro verticale.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le caratteristiche tratte da Gli Aeroplani Caproni - studi, progetti, realizzazioni dal 1908 al 1935. p.120, attestano una potenza generica di 350-500 CV, altre fonti accreditano il Liberty L-12 di circa 450 hp al decollo.
  2. ^ a b Caproni G., Gli Aeroplani Caproni - studi, progetti, realizzazioni dal 1908 al 1935. p.120.
  3. ^ a b Caproni Ca 53 in Museo dell'Aeronautica Gianni Caproni.
  4. ^ a b c d Camurati, Aerei Italiani 1914-1918, p.74-75.
  5. ^ Caproni G., Gli Aeroplani Caproni - studi, progetti, realizzazioni dal 1908 al 1935. p.123.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gastone Camurati, Aerei Italiani 1914-1918, Roma, Aeronautica Militare, 1974.
  • Gianni Caproni, Gli Aeroplani Caproni - studi, progetti, realizzazioni dal 1908 al 1935, Milano, Edizioni d'arte Emilio Bestetti, 1937.

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