Bonfiglio Zanardi

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Attilio Bonfiglio Zanardi
NascitaCorniglio, 6 agosto 1910
MorteGusciabbai, 29 agosto 1937
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
CorpoFanteria
Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea
RepartoXI Battaglione coloniale
Anni di servizio1931-1937
GradoTenente
GuerreGuerra d'Etiopia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Attilio Bonfiglio Zanardi (Corniglio, 6 agosto 1910Gusciabbai, 29 agosto 1937) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso delle grandi operazioni di polizia coloniale in Africa Orientale Italiana[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Corniglio (provincia di Parma) il 6 agosto 1910, figlio di Angelo,[3] tecnico petrolifero, e di Clementina Tebaldi.[2] Compì gli studi primari a Voghera, dove la famiglia viveva nel quartiere di Pombio, conseguendo il diploma di perito agrario. Ammesso al corso allievi ufficiali di complemento presso la Scuola di Moncalieri l'11 novembre 1931, ne uscì con il grado di sottotenente il 16 giugno dell'anno successivo, per essere assegnato al 23º Reggimento fanteria. Congedato il 31 agosto 1933, mise a profitto il suo diploma, diventando insegnante di agraria in una scuola della frazione di Pontecurone. Richiamato alle armi in occasione della guerra d'Etiopia, dopo il termine delle ostilità rimase in servizio, assegnato in qualità di tenente[4] di complemento all'XI Battaglione coloniale nel corso di un'operazione di polizia contro la guerriglia etiope.[1] Morì valorosamente, insieme a molti dei suoi soldati, nel corso di un'imboscata di rivoltosi locali a Gusciabbai,[3] il 29 agosto 1937.[4] Per il coraggio dimostrato durante l'ultimo combattimento gli fu assegnata la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Il 4 febbraio 1944, durante il periodo della Repubblica Sociale Italiana, la caserma[4] di Voghera cambiò denominazione, passando da Vittorio Emanuele II[4] a Tenente Attilio Bonfiglio Zanardi.[5] Il Comune di Voghera ha posto in suo ricordo presso il Sacrario Monumento ai Caduti di via Ricotti un'epigrafe che lo raffigura.[N 1] Vie sono a lui intitolate a Voghera e Parma, mentre il comune di Pontecurone gli ha intitolato la locale scuola media.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di presidio, assumeva spontaneamente il comando di una mezza compagnia incaricata di un’operazione di polizia contro i ribelli. Trovatosi improvvisamente di fronte a forze sproporzionatamente superiori, non si sconcertava. Rapidamente sistemava a difesa la posizione occupata e per otto ore consecutive resisteva brillantemente ai reiterati attacchi del nemico che lo aveva accerchiato. Finite le munizioni e conscio di non poter essere soccorso, calmo e sereno, dopo aver rese inservibili le armi, riuniva i superstiti e con irresistibile slancio, al grido di “Savoia” si gettava sui ribelli aprendosi la strada con la baionetta. Ferito a morte nello sforzo generoso, mercé il quale riusciva a salvare buona parte dei suoi ascari, cadeva nelle mani dell’avversario, che lo finiva rabbiosamente. Fulgidissimo esempio di valore militare giunto alla più pura espressione. Gusciabbai, 29 agosto 1937
— Regio Decreto 21 novembre 1938.[3]
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante del reparto comando di un battaglione eritreo, durante un aspro combattimento rinforzava con gli esploratori e i conducenti il rincalzo del battaglione, guidandoli poi valorosamente all'assalto. Govò Nevarit, 25 dicembre 1935-XIV

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Alcuni dei suoi cimeli sono conservati presso il locale Museo Storico “Giuseppe Beccari”.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 251.
  3. ^ a b c Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.77 del 31 marzo 1939.
  4. ^ a b c d Brignoli 1989, p. 71.
  5. ^ Fabrizio Bernini, "O patria mia - L'8 settembre nella grande caserma vogherese", sul Giornale di Voghera[collegamento interrotto] del 5 settembre 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marziano Brignoli, Cavalleria a Voghera. I Reggimenti di guernigione a Voghera dal 1859 al 1943, Voghera, Società Cooperativa Editoriale Oltrepò, 2007.
  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa orientale. Vol. 2: La conquista dell'Impero, Milano, A. Mondadori Editore, 1992.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 198.
  • Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica. Eritrea Somalia Etiopia (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
Periodici
  • Marziano Brignoli, La Caserma di Cavalleria di Voghera, in Esercito e città dall'Unità agli Anni Trenta, Roma, Deputazione di storia patria per l'Umbria, settembre 1989, pp. 701-722.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]