Antonio Sciorilli

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Antonio Sciorilli
NascitaSant'Eusanio del Sangro, 17 giugno 1916
MorteSant'Eusanio del Sangro, 26 agosto 1994
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Reparto80º Reggimento fanteria "Pasubio"
Anni di servizio1937 - 1943
GradoAiutante di battaglia
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Russia
BattaglieSeconda battaglia difensiva del Don
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959)[1]
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Antonio Sciorilli (Sant'Eusanio del Sangro, 17 giugno 1916Sant'Eusanio del Sangro, 26 agosto 1994) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Sant'Eusanio del Sangro il 17 giugno 1916, figlio di Nicolò e di Giulietta De Vitis.[2][3] Dal maggio 1937 all'agosto 1938 prestò servizio militare di leva nel Regio Esercito presso il Distretto militare di Cuneo. Nel giugno 1940, richiamato in servizio attivo venne assegnato al XXXVI Battaglione distrettuale di Roma, nell'agosto 1941 fu trasferito all'82º Reggimento fanteria "Torino" a Bracciano dove fu promosso caporale.[2] Passato nel dicembre dello stesso anno all'80º Reggimento fanteria "Pasubio", nel gennaio 1942 partì per l'Unione Sovietica.[2] Promosso caporale maggiore nel luglio 1942 e nominato caposquadra fucilieri, fu gravemente ferito al viso in combattimento sul Don il 16 dicembre, durante la seconda battaglia difensiva del Don, riportando la perdita totale della vista.[2] Ricoverato all'ospedale militare di riserva di Stalino, rientrò in Italia il 20 gennaio 1943 per essere ricoverato all'ospedale militare del Celio di Roma.[2] Aiutante di battaglia per meriti di guerra, venne dimesso il 30 marzo e collocato in congedo assoluto il 30 giugno del 1943.[2] Nominato componente della Commissione Esecutiva dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra, fu presidente della sezione di Roma.[2] Si spense a Sant'Eusanio del Sangro il 26 agosto 1994.[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di squadra fucilieri rinforzata costituitasi in caposaldo, pressato da forze preponderanti, riusciva, con ripetute ardite azioni all’arma bianca a rintuzzare l’aggressività nemica. Gravemente menomato da ferita al viso, che ne pregiudicava seriamente le facoltà visive, rifiutava ogni soccorso e alla testa dei suoi indomiti fanti, conteneva, con violento contrassalto il rinnovato impeto avversario ai bordi del caposaldo. Nuovamente attaccato, sicuro di non poter ricevere aiuto d2 sorta, fidava ancora una volta sulle sue residue forze e sull’ardore dei suoi valorosi, che trascinava in impari lotta corpo a corpo. Esausto e quasi sopraffatto, rientrava nelle postazioni dalle quali, con stoica fermezza, alimentava la strenua resistenza. Rimasto cieco, i compagni edificati dall’eroico contegno, lo sottraevano tra inenarrabili sacrifici alla furia nemica. Esemplare per cosciente valore e singolare spirito di dedizione al dovere. Don - Nord di Getreide (Russia), 16 dicembre 1942 .[4]»
avanzamento per merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra
«Comandante di squadra fucilieri, durante gli accaniti combattimenti sostenuti dal battaglione nei giorni 23-25 agosto 1942, risoltisi spesso all'arma bianca, con i suoi uomini resisteva con fermezza ai reiterati attacchi nemici di gran lunga superiori di mezzi e uomini. Premuto da tutte le parti, mentre la sua compagnia, per ultima ripiegava su nuove arretrate posizioni. Egli con la sua squadra rimaneva eroicamente sul posto, incitando con la voce e con l'esempio i propri dipendenti, riuscendo a catturare una squadra avversaria e una mitragliatrice avversaria. Accerchiato, resisteva accanitamente difendendosi all'arma bianca, dando così modo alla propria compagnia di riprendere le posizioni precedentemente abbandonate. Fulgido esempio di cosciente valore, di intelligente iniziativa e di capacità di comando. Olicowachta, Quota 219 (fonte russo), 23-25 agosto 1942
— Decreto Ministeriale 20 ottobre 1948.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare 1965, p.133.
  2. ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
  3. ^ a b Istituto del Nastro Azzurro.
  4. ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
  5. ^ Registrato alla Corte dei Conti addì 27 dicembre 1948, registro n.26, foglio 127.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 133.
  • Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al V.M. viventi, Roma, Tipografia regionale, 1952.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]