Antonio Maria Nardi

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Antonio Maria Nardi (Ostellato, 14 maggio 1897Bologna, 23 maggio 1973) è stato un pittore e illustratore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Andrea Pio Nardi, impiegato del consorzio della bonifica renana, e di Zaira Brunori, nel 1912 entrò all'Accademia di Belle Arti di Bologna, in cui seguì corsi specialistici di ornato e disegno.[1][2] Ottenne il diploma nel 1916 ed insieme ad esso il premio del Ministero della Pubblica Istruzione come "migliore licenziato dell'anno".[2]

Come illustratore era già attivo nel campo editoriale dal 1915 e nel 1919 iniziò a collaborare con Mondadori. Tra il 1920 e il 1930 firmò le illustrazioni di circa 50 libri, fra cui una Divina Commedia[3], e collaborò con svariate riviste, tra cui il prestigioso periodico di Giovanni Papini La Festa, Corrierino, Il Corriere dei piccoli, Il giornalino della Domenica, Alba, Il Balilla, Il cartoccino dei piccoli, Cordelia, Topolino, Piccolo mondo sereno - Giornaletto dello scolaro.[1][2]

Dalla metà degli anni venti la sua produzione pittorica si concentrò sul tema religioso. Tra i tanti, realizzò dipinti e affreschi a:

Fra il 1930 e il 1931 Antonio Maria Nardi, insieme ad Augusto Majani, Mario Sarto, Alfonso Borghesani, Umberto Bonfiglioli e Gigi Bignami, fu tra i decoratori della Casa di riposo per artisti "Lyda Borelli" a Bologna.[6] In seguito eseguì i bozzetti per le vetrate della chiesa abbaziale di Poggio Renatico.[7]

Vinse il quinto premio al Premio Cremona del 1940.[8] Nel 1947 venne onorato a Rio de Janeiro con una mostra personale patrocinata dal Ministero della Cultura brasiliano. Nel 1949 decise di trasferirsi in Brasile, dove fu attivo non solo come pittore e illustratore ma anche come scultore e mosaicista.[1]

Nel 1964 ricevette il titolo onorifico di Commendatore dell'Ordine di San Silvestro Papa. Un anno dopo decise di fare ritorno in Italia e nel 1970 venne designato come membro dell'Accademia Clementina.[1] Nel 1972, un anno prima della sua morte, espone una mostra personale a Bologna nella galleria "Il collezionista", mentre un'antologica postuma gli viene dedicata alla Galleria "Ponte rosso" di Milano, a cura di Raffaele De Grada. Sue opere oggi si conservano nella Galleria Comunale d'Arte Moderna di Bologna, nei Musei Civici d'Arte Antica di Ferrara nel Fondo Medri, e al Museo nazionale delle belle Arti di Rio de Janeiro.

Il figlio Andrea Fausto (1928-2021), e il nipote Adriano Nardi (classe 1964) sono anch'essi pittori.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Franco, Francesca. "Nardi, Antonio Maria", in Dizionario biografico degli italiani - Volume 77. Treccani, 2012.
  2. ^ a b c Barilli, Renato; Solmi, Franco, "Antonio Maria Nardi", in La Metafisica: Pittura e scultura, Grafis Industrie Grafiche, 1980.
  3. ^ La Divina Commedia nelle illustrazioni del ferrarese Antonio Maria Nardi (1921), a cura di Lucio Scardino, Comune di Ferrara, 2021
  4. ^ Antonello Nave, La Chiesa arcipretale: gli affreschi perduti di Antonio Maria Nardi, in M. Cavriani-M-L. Mutterle (a cura di), Stienta paese di confine, Rovigo, Minelliana, 2016, pp. 179-186.
  5. ^ Guida di Bologna sesta edizione rifatta di Corrado Ricci e di Guido Zucchini Ediz.Nicola Zanichelli 1930 pag.69
  6. ^ Federica Fabbro, Roberto Martorelli, Borghesani Alfonso, su storiaememoriadibologna.it, gennaio 2013. URL consultato il 6 gennaio 2021.
  7. ^ T.M. Cerioli, L. Samoggia, G. Cerioli, La nuova Chiesa Abbaziale di San Michele Arcangelo di Poggio Renatico, Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, 2007
  8. ^ I vincitori del secondo Premio Cremona, in Cinquantamila.it. URL consultato il 19 settembre 2018.
  9. ^ Il padre, il figlio, il nipote: dall'Ottocento al contemporaneo i Nardi in pittura, in Rai News, 24 marzo 2015. URL consultato il 19 settembre 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paola Pallottino (a cura di), Fate soavemente scarmigliate. Antonio Maria Nardi illustratore 1897-1973, Multimedia, Torino, 1998.
  • Giuseppe Muscardini, Gli angeli, gli eroi e i Santi ferraresi di Antonio Maria Nardi, «La pianura», 2013, 3, pp. 57-60.
  • Lucio Scardino, Album pomposiano. Iconografia dell’Abbazia di Pomposa da metà Ottocento ad oggi, Ferrara, Liberty house, 2013, pp. 70-71.
  • Antonello Nave, La Chiesa arcipretale di Stienta: gli affreschi perduti di Antonio Maria Nardi, in M. Cavriani - M. L. Mutterle (a cura di), Stienta paese di confine, Rovigo, Minelliana, 2016, pp. 179-186.

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