Alberto Bassetti

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Alberto Bassetti (Roma, 4 agosto 1955) è un drammaturgo e regista italiano.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a Roma e si laurea nel 1979 presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Roma La Sapienza con una tesi dal titolo Nietzsche e la politica. Si occupa per diversi anni di una sala cinematografica di proprietà della sua famiglia, trasformandola nel 1993 in una multisala cui viene assegnato il Premio Philip Morris come migliore ristrutturazione dell'anno da una giuria composta da Giuseppe Tornatore, Carlo Cecchi Gori, Gianni Letta, Carlo Bernaschi. La prima volta che vede pubblicato il suo nome è sul numero 207 di "Linus" (n. 6 dell'anno XIII, Giugno 1982): una sua lettera pubblicata nella Posta dei lettori, curata dall'allora direttrice Fulvia Serra, farà tanto scalpore da vedersi dedicato grande spazio nel successivo numero di Luglio, e addirittura l'intera rubrica in quello di Agosto; finché nel numero di Settembre si scrive di dover chiudere il dibattito scaturitone, pena prendere tutto lo spazio disponibile. La seconda volta sarà sulla rivista "Frigidaire", allora di gran voga intellettuale-alternativa, in un inserto nel quale vedrà pubblicato il suo racconto: "La vita: è un incubo?".

La carriera teatrale[modifica | modifica wikitesto]

Esordisce in teatro nel giugno 1989 con Il segreto della vita, che tratta temi di ambiguità sessuale. Il mese successivo riceve il Premio Fondi-La Pastora per il testo Stato padrone: ribellione all'interno di una caserma in dismissione dell'Aeronautica, il Comandante viene preso in ostaggio da un manipolo di militari in rivolta che pianificano di gettarsi sul Parlamento con un elicottero carico di esplosivi. L'anno successivo vince il Premio IDI-Istituto del Dramma Italiano per La tana («Forse la più bella commedia mai scritta sull'argomento», Ghigo De Chiara sul quotidiano socialista Avanti!; «Un torpore ipnotico di stampo sudamericano che s'intuisce foriero di catastrofe, come nelle migliori cose di Garcia Marquez», Rita Sala su Il Messaggero) che affronta il tema di una reazione di stampo terroristico a una violenza privata subita da una donna; l'opera assume toni vicini al thriller innestati su temi sociali molto forti.

Nel 1996 al Festival di Taormina presenta Harem con regia di Giorgio Albertazzi e musiche originali di Franco Battiato, protagonisti Giuseppe Pambieri e Fiorella Rubino. Nel 1998, con Luigi De Majo e Annalisa Scafi scrive per Piera Degli Esposti, Gabriele Ferzetti, Patrizia Zappa Mulas, Bruno Armando, Cristina Borgogni, Antonio Serrano e Fabio D'Aquino: Il caso Sofri, processo-dibattito sul fondatore di Lotta continua. Tra i successivi lavori emergono le due regie di Pierpaolo Sepe nel 2002 e 2005: "Entrate (Entrate! 23 commedie al prezzo di una. Include 'Dentro e fuori dal cerchio')" ed una produzione del Teatro di Roma di Venditori di anime (Premio Flaiano 2005 alla regia) con Luigi Maria Burruano, Jitka Frantova e Max Malatesta.

Vanno poi in scena due altri lavori con Gabriele Ferzetti: Scandalo! nel quale debutta sua figlia Anna Ferzetti, e Ma che c'entra Peter Pan?. Nel 2011 riceve il Premio Vallecorsi per I due fratelli[2], lavoro che affronta il tema dell'eutanasia intrecciandolo alla diversa visione del mondo di due fratelli. Il testo va in scena per due stagioni al Teatro Stabile di Trieste con regia di Antonio Calenda e a New York per tre settimane diretto da Valentina Fratti. Quest'ultimo testo, storia che intreccia teatro, usura, musica rap, vede molti allestimenti, a partire da quello di Antonio Calenda al Teatro Stabile di Trieste.

In seguito ha realizzato diversi lavori ispirati a personaggi storici o mitici: Irene Nemirovsky, scritto con Massimo Vincenzi; Ferro e cuore, dedicato all'eroina sarda Eleonora d'Arborea, diretto una prima volta da Manuel Giliberti con protagonista Isabel Russinova (già protagonista del suo Il ventre); ed in seguito da Carlo Emilio Lerici per l'interpretazione di Francesca Bianco e da Marco Parodi per Camilla Soru; Edipo in Compagnia in cui egli stesso dirige Paolo Graziosi; Phaedra, regia di Giovanni Anfuso. Ultimo in ordine di tempo l'allestimento del terzo capitolo della 'Trilogia familiare' Sorella con fratello, regia di Alessandro Machia, con Alessandro Averone ed Alessandra Fallucchi.

Cura inoltre diversi adattamenti, tra cui Senilità di Italo Svevo per Roberto Herlitzka; Rudens di Tito Maccio Plauto per Flavio Bucci diretto da Alvaro Piccardi, Mercadet l'affarista con Geppy Gleijeses, regia di Antonio Calenda; Requiem (col titolo Un sogno a Lisbona) di Antonio Tabucchi, che evoca la figura di Ferdinando Pessoa.

Il cinema e l'attività editoriale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2006 il suo film Sopra e sotto il ponte[3], ispirato all'omonima sua commedia, debutta al Festival du Cinéma du Monde di Montréal, girando poi numerosi festival internazionali e venendo distribuito dall'Istituto Luce.

Alla radio, Rai Radio 3 trasmette alcune sue opere, tra cui ricordiamo "La tana" con regia di Beppe Navello e "Le due sorelle" diretta da Marco Maltauro. Rai 3 manda in onda il suo documentario "Volti e suoni dalla Sabina", dedicato alla terra dei suoi genitori, ed uno sull'Isla Margarita da lui scritto dopo l'esperienza di lavoro in Venezuela al festival Off-Art per "Le due sorelle" in edizione spagnola, codiretto con Francesco Verdinelli.

Praticamente tutti i suoi testi sono pubblicati, su riviste ('Hystrio', 'Ridotto', 'Sipario') o volumi ('Bulzoni', 'Editoria & Spettacolo', 'Ricordi'). In Francia la sua pièce "Le ventre" è presente nel volume "Auteurs Italiens pour le neaveau millenaire", èditions l'Amandier; l'Università di Avignone ha pubblicato in volume la traduzione risultante da un seminario di quattro mesi sulla sua pièce "Un sogno a Stoccolma" ("Un rêve à Stockholm"), sulla vita e le opere di Luigi Pirandello.

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

"Un rêve à Stockholm", m.e.e. di Serge Barbuscia, Théâtre du Balcon, Avignon (2017)

"Medinitalì", scritta con Cesare Capitani (anche regista), Théâtre du Chien qui fume, Avignon (2020)

"Le poète et le guerrier", m.e.e.di Serge Barbuscia, Théâtre du Balcon", Avignon (2020)

"Le due sorelle", regia di Pino Strabioli, Giardini della Filarmonica, Roma (2022)

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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