Utente:Facquis/Sandbox/11

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Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il Risorgimento (2106)[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Risorgimento.

Con il congresso di Vienna fu stabilito il predominio dell'Impero austriaco sulla penisola e furono restaurate le monarchie italiane a cui si oppose la Carboneria, una società segreta rivoluzionaria di valori patriottici e liberali promotrice dei moti del 1820-1821 e di quelli del 1830-1831, entrambi duramente repressi dagli austriaci. Il processo risorgimentale avviato dalla Carboneria fu proseguito dalla Giovine Italia di Giuseppe Mazzini, responsabile di nuovi tentativi insurrezionali come quello dei fratelli Bandiera del 1844.[1] Le monarchie italiane iniziarono a eseguire nuove riforme in senso liberale, come la lega doganale del 1847, che furono accelerate dallo scoppio dai moti del 1848 che portano alla prima guerra d'indipendenza contro gli austriaci e conclusasi con la sconfitta del Regno di Sardegna. Con l'ascesa del liberale Camillo Benso, conte di Cavour alla presidenza del consiglio, il Regno di Sardegna in accordo con la Francia condusse la seconda guerra d'indipendenza che nel 1859 consentì l'annessione al regno della Lombardia austriaca e l'insurrezione delle Province Unite del Centro Italia.[2] Contemporaneamente il generale e patriota Giuseppe Garibaldi organizzò la spedizione dei Mille, conquistando il Regno delle Due Sicilie e cedendolo al Regno di Sardegna, che allargò i suoi confini in tutto lo Stato Pontificio ad esclusione del Lazio. In seguito ai plebisciti risorgimentali, il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele II fu proclamato a Torino re del Regno d'Italia.[3]

Il Regno d'Italia liberale[modifica | modifica wikitesto]

Al Regno d'Italia vengono quindi annessi il Veneto, al termine della terza guerra d'indipendenza e, dopo la presa di Roma, che nel 1871 diviene capitale d'Italia, il Lazio. Già nei primi anni dopo la riunificazione d'Italia le forti disparità socioeconomiche fra il settentrione e il meridione del paese determinano l'insorgere della questione meridionale legata al brigantaggio, fenomeno da cui emersero temuti capibanda come Carmine Crocco, Luigi Alonzi e Pasquale Romano.[4]

A Vittorio Emanuele II succedono Umberto I (1878-1900), ucciso a Monza dall'anarchico Gaetano Bresci, e Vittorio Emanuele III (1900-1946); gli anni a cavallo del secolo vedono l'Italia impegnata in una serie di guerre di espansione coloniale in Somalia, Eritrea e Libia mentre il periodo prebellico, dominato dalla figura di Giovanni Giolitti, è caratterizzato dalla modernizzazione economica, industriale e politico-culturale della società italiana.[5][6][7]

Durante la grande guerra l'Italia, inizialmente neutrale, a seguito della stipula di un trattato segreto che le accorda cospicui compensi territoriali, si allea alla triplice intesa contro gli Imperi centrali. Dopo due anni di guerra di trincea, il 24 ottobre 1917 l'esercito italiano, subita la disfatta di Caporetto, si riorganizza e contrattacca sulla linea del Piave pervenendo, sotto il comando di Armando Diaz e con l'apporto di giovani leve, alla vittoria finale nella battaglia di Vittorio Veneto (4 novembre).[8]

Il fascismo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'Italia fascista.

Vinta la guerra, l'Italia completa la riunificazione nazionale acquisendo il Trentino-Alto Adige, la Venezia Giulia, l'Istria e alcuni territori del Friuli ancora irredenti, ma non ottenendo la cessione di tutti i territori promessi col patto di Londra, vede diffondersi l'insoddisfazione per la cosiddetta vittoria mutilata. La crisi economica del primo dopoguerra provocò una grande mobilitazione sociale, il biennio rosso,

Nel contesto dei moti popolari del biennio rosso nasce lo squadrismo che reprime, con intimidazioni e attacchi alle sedi delle organizzazioni socialiste, i moti operai e contadini. Nel 1919 Benito Mussolini fonda a Milano il primo fascio di combattimento, confluito poi nel Partito Nazionale Fascista, e il 30 ottobre 1922, dopo la marcia su Roma, sale al potere. Nelle elezioni politiche italiane del 1924 Mussolini ottiene il 64,9% dei voti e, come stabilito dalla legge Acerbo, i due terzi dei seggi, assegnati alla lista di maggioranza relativa che abbia raccolto almeno il 25% dei voti. La denuncia, da parte di Giacomo Matteotti, dell'irregolarità delle elezioni, è seguita qualche giorno dopo dal suo rapimento e uccisione. Nel 1925, dopo un discorso in Parlamento, Mussolini si dichiara dittatore.[9]

Nel biennio 1925-1926 vengono emanate le cosiddette leggi fascistissime, che avviano la trasformazione del Regno in uno stato autoritario, mediante l'istituzione del Tribunale Speciale Fascista, del confino politico per gli antifascisti e della polizia segreta, l'OVRA. Nel 1929 vengono firmati i Patti Lateranensi, chiudendo la questione romana e nel 1938 vengono emanate le leggi razziali, principalmente, ma non solo, nei confronti degli ebrei, seguendo il modello del "Manifesto della razza". Dal 1935 Mussolini accentua la sua politica estera aggressiva: conquista l'Etiopia, proclama la nascita dell'Impero italiano, interviene nella guerra civile spagnola e occupa l'Albania. Nel maggio 1939 firma il patto d'Acciaio che sancisce l'alleanza alla Germania nazista di Adolf Hitler al cui fianco l'Italia entrerà in guerra, dopo un iniziale periodo di non belligeranza, il 10 giugno 1940 contro Francia e Regno Unito. Nel 1941 viene dichiarata guerra anche all'Unione Sovietica e, con l'Impero giapponese, agli Stati Uniti. Le sconfitte militari su tutti i teatri bellici (si ricordano in particolare quella di El Alamein in Nord Africa e quella sul fiume Don sul Fronte russo) e soprattutto lo sbarco alleato in Sicilia indeboliscono Mussolini che, il 24 luglio 1943, in una riunione del Gran Consiglio del Fascismo, viene sfiduciato. Il giorno seguente viene fatto arrestare dal re Vittorio Emanuele e sostituito a capo del governo con Pietro Badoglio.[10]

Poche settimane dopo viene firmata la resa, mentre la Germania scatena l'operazione Achse e occupa militarmente le regioni centro-settentrionali della penisola, Roma compresa. La campagna d'Italia, condotta dagli Alleati con l'apporto della Resistenza italiana, si conclude nell'aprile del 1945 con la liberazione dei territori occupati, la capitolazione delle forze tedesche e la disgregazione della Repubblica Sociale Italiana, la struttura di governo collaborazionista organizzata da Mussolini dopo l'8 settembre. Il Duce, catturato mentre tenta di fuggire, viene ucciso dai partigiani il 28 aprile 1945. Sul piano geopolitico, con i trattati di Parigi del 1947 l'Italia cede parte del suo territorio a Francia e Jugoslavia e perde tutte le colonie.[11]

La Repubblica Italiana[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Repubblica Italiana.

Il 2 giugno 1946 si tenne il referendum che portò alla nascita della Repubblica Italiana e nello stesso giorno fu eletta anche l'Assemblea costituente, che vide l'affermarsi della Democrazia Cristiana (DC), del Partito Comunista Italiano (PCI) e del Partito Socialista Italiano (PSI). La costituente nominò Enrico De Nicola capo provvisorio dello Stato che nominò Alcide De Gasperi Presidente del Consiglio, il 1º gennaio 1948 ratificò la Costituzione della Repubblica Italiana assumendo la carica di Presidente della Repubblica.[12] Le prime elezioni politiche si svolsero nel solco della guerra fredda e videro la contrapposizione tra l'alleanza tra PCI e PSI e la DC, che uscita vincitrice si coalizzò nei governi di centro. Il centrismo portò l'Italia ad aderire alla NATO, alla CEE e ad ottenere gli aiuti economici del Piano Marshall con cui iniziare la ricostruzione del paese, che tra gli anni cinquanta e sessanta evolse nel miracolo economico italiano.[13]

L'allontanamento ideologico tra PCI e PSI pose le basi per la nascita del centro-sinistra "organico" tra DC e PSI, che si trovò a gestire le proteste del sessantotto e dell'autunno caldo. In questa situazione le organizzazioni eversive di estrema destra con la strage di piazza Fontana diedero inizio alla strategia della tensione e agli anni di piombo, la cui instabilità fu segnata anche dagli attacchi terroristici dell'estrema sinistra. In questa fase il PCI di Enrico Berlinguer lanciò la linea del compromesso storico avvicinando il partito alla DC di Aldo Moro e collaborando con il democristiano Giulio Andreotti nel "governo della non sfiducia"; nel 1978 le Brigate Rosse rapirono e uccisero Aldo Moro.[14]

In seguito al caso Moro il terrorismo fu represso e la DC entrò in coalizione col pentapartito, sostenendo i primi governi non democristiani come quelli dal socialista Bettino Craxi di stampo liberista. L'espansione delle organizzazioni criminali raggiunse il suo apice nel 1992 con le bombe di mafia che coinvolsero i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e nello stesso periodo le indagini di mani pulite portarono alla luce un sistema politico corrotto che determinò la fine della prima e l'inizio della seconda Repubblica.[15]

Lo scandalo provocò una completa riorganizzazione del sistema partitico già segnato dallo scioglimento del PCI e dalla nascita della Lega Nord.[15] Con l'ingresso in politica di Silvio Berlusconi con Forza Italia e lo scioglimento della DC il sistema evolse in senso bipolare portando all'alternanza di governi di coalizione di centro-destra e centro-sinistra.[16] La crisi del debito sovrano europeo provocò nel 2011 l'insediamento di un governo tecnico e alle elezioni successive i due maggiori partiti di centro-sinistra (Partito Democratico) e centro-destra (Il Popolo delle Libertà) furono superati dal Movimento 5 Stelle, che pose fine al bipolarismo e portò alla nascita del primo governo di larghe intese.[17]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Musica[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Musica italiana.

Nel Trecento in Italia si sviluppa l'ars nova, tecnica che introduce nella musica profana il contrappunto e che raggiungerà il suo apice nel Cinquecento grazie al contributo di Giovanni Pierluigi da Palestrina, Luca Marenzio e Carlo Gesualdo;[18] parallelamente nella Firenze di Lorenzo il Magnifico si sviluppano anche i canti carnascialeschi.[19]

Il Seicento in Italia è caratterizzato dalla nascita dell'opera lirica, il cui primo esempio è la Dafne di Jacopo Peri e Ottavio Rinuccini (1598) e che si afferma in pochi anni grazie anche alle opere innovative di Claudio Monteverdi.[20] Contemporaneamente nell'ambito della musica strumentale grazie al lavoro di Arcangelo Corelli nasce il concerto grosso che trova tra i suoi maggiori autori Antonio Vivaldi,[21] e nel 1698 Bartolomeo Cristofori inventa il pianoforte.[22]

Nel Settecento Alessandro Scarlatti introduce nell'opera la melodia in forma chiusa, che alterna in modo netto i momenti musicali e quelli recitativi e che da una notevole importanza i cantanti, soprattutto i castrati come Farinelli, che al virtuosismo tecnico associano una grande potenza vocale. A Napoli si sviluppa l'opera buffa, genere in cui la musica è intesa come divertimento e che viene rappresentato in numerose opere come la La serva padrona di Giovanni Battista Pergolesi.[20] Nello stesso periodo il clavicembalista Domenico Scarlatti sviluppa le sonate per tastiera[23] e il liutaio Antonio Stradivari perfeziona la tecnica costruttiva del violino.[24]

L'Ottocento vede un ulteriore sviluppo dell'opera italiana, tra gli autori del periodo romantico figurano Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini e Giuseppe Verdi, mentre tra i veristi Giacomo Puccini, Ruggero Leoncavallo e Pietro Mascagni;[20] nella musica strumentale di distingue il violinista romantico Niccolò Paganini.[21] Parallelamente nasce la canzone classica napoletana che consente lo sviluppo delle prime case editrici musicali e da cui si originerà la canzone italiana.[25]

Il Novecento è segnato dalla nascita della canzone italiana, che fino agli anni venti è quasi interamente prodotta dall'industria musicale napoletana, che nell'arco di un decennio sposterà le sedi da Napoli a Milano. Nel 1951 viene istituito il Festival di Sanremo, una competizione canora dedicata alla promozione e diffusione della canzone italiana. Negli anni cinquanta la canzone italiana musicalmente è ancora legata alla canzone napoletana e trova tra i suoi maggiori fautori Claudio Villa e Nilla Pizzi. Con la vittoria al Festival di Sanremo della canzone Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno inizia a diffondersi in Italia la musica leggera, in particolare negli anni settanta in seguito alla morte di Luigi Tenco nasce la canzone d'autore mentre negli anni ottanta inizia ad affermarsi la musica pop.[25]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Agricoltura[modifica | modifica wikitesto]

La superficie agricola utilizzata è di circa 128000 km², circa il 42% del territorio nazionale

Risorse minerarie[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio italiano presenta risorse minerali di grande varietà geologica con una grande diffusione di cave e una più limitata presenza di miniere. Le risorse minerali annualmente estratte da cava sono pari a 152 Mt, in particolare 69 Mt sono composte da calcare, travertino, gesso e arenaria, 65 Mt da sabbia, ghiaia e argilla e 9 Mt da porfido, basalto, tufo e altre rocce vulcaniche. Tra le pietre ornamentali la quota più consistente è costituita dal marmo con 5,7 Mt, concentrato principalmente in Toscana generalmente presenta caratteristiche di pregio ed è apprezzato sul mercato estero; chiudono poi con 3,3 Mt le estrazioni di granito e altre rocce intrusive, scisto e gneiss. Le risorse minerali annualmente estratte da miniera assommano a 14 Mt, in particolare 6,5 Mt sono composte da marna, 4,3 Mt da minerali ceramici e industriali tra cui il feldspato di cui l'Italia è terzo produttore globale[26], 2,7 Mt da salgemma e 0,5 Mt da talco, bauxite e fluorite.[27]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Treccani, Italia, cap. 1815-1848.
  2. ^ Treccani, Italia, cap. 1848-1859.
  3. ^ Treccani, Italia, cap. 1860-1861.
  4. ^ Treccani, Italia, cap. 1861-1876.
  5. ^ Treccani, Italia, cap. 1876-1887.
  6. ^ Treccani, Italia, cap. 1887-1900.
  7. ^ Treccani, Italia, cap. 1901-1914.
  8. ^ Treccani, Italia, cap. 1914-1918.
  9. ^ Treccani, Italia, cap. 1918-1925.
  10. ^ Treccani, Italia, cap. 1925-1943.
  11. ^ Treccani, Italia, cap. 1943-1948.
  12. ^ Treccani, Italia, cap. 1943-1948.
  13. ^ Treccani, Italia, cap. 1948-1960.
  14. ^ Treccani, Italia, cap. 1960-1978.
  15. ^ a b Treccani, Italia, cap. 1978-1992.
  16. ^ Treccani, Italia, cap. 1992-2000.
  17. ^ Treccani, Italia, cap. 2000-2021.
  18. ^ Contrappunto, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 luglio 2021.
  19. ^ Canti carnascialeschi, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 luglio 2021.
  20. ^ a b c Opera, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 luglio 2021.
  21. ^ a b Concerto, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 luglio 2021.
  22. ^ Pianoforte, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 luglio 2021.
  23. ^ Sonata, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 luglio 2021.
  24. ^ Violino, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 luglio 2021.
  25. ^ a b Marco Santoro, Canzone, nazione, regione, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2015. URL consultato l'11 luglio 2021.
  26. ^ https://www2.bgs.ac.uk/mineralsuk/download/world_statistics/2010s/WMP_2015_2019.pdf
  27. ^ ISTAT, 2020, 53-55.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]