Stazione di Bolzano

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Disambiguazione – Se stai cercando la fermata posta sulla linea Domodossola-Novara, vedi stazione di Bolzano Novarese.
Bolzano / Bozen
stazione ferroviaria
già Bolzano-Gries / Bozen-Gries
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàBolzano
Coordinate46°29′47.83″N 11°21′30.37″E / 46.496619°N 11.358436°E46.496619; 11.358436
Altitudine262 m s.l.m.
LineeFerrovia del Brennero
Bolzano-Merano
Bolzano-Caldaro (1898-1971)
Storia
Stato attualein uso
Attivazione1859
Caratteristiche
TipoStazione in superficie, passante, di diramazione
Binari6
GestoriRete Ferroviaria Italiana
InterscambiAutolinee urbane e interurbane
Dintorni- Centro cittadino
- Sede della Giunta Provinciale

La stazione di Bolzano (in tedesco Bozen) è la principale stazione ferroviaria del capoluogo altoatesino e (per volume di traffico) dell'intera regione Trentino-Alto Adige; è servita dalla ferrovia del Brennero ed è capolinea meridionale della ferrovia Bolzano-Merano. Dal 1898 al 1971 fu inoltre capolinea settentrionale della cessata Ferrovia Bolzano-Caldaro.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La stazione fu attivata il 16 maggio 1859 con il nome di Bozen-Gries; il fabbricato viaggiatori fu progettato da Sebastian Altmann, architetto dipendente del municipio di Bolzano (all'epoca parte del territorio imperiale austriaco). La gestione fu avocata alla società Südbahn.

Essa venne a costituire il capolinea temporaneo della ferrovia del Brennero, precedentemente attivata il 23 marzo dello stesso anno tra Verona e Trento. Perse tale ruolo il 24 agosto 1867, allorché la linea fu prolungata fino a Brennero.

Nel 1881, con l'attivazione della ferrovia per Merano (gestita dapprima dalla Bozen-Meraner Bahn e poi dalle ferrovie imperiali), la stazione divenne di diramazione; l'importanza si accrebbe ulteriormente il 16 dicembre 1898, allorché la Eisenbahn Tirols inaugurò la ferrovia Bolzano-Caldaro[1], che nel 1911 venne integralmente elettrificata alla tensione continua di 1200 V[2].

Al termine della prima guerra mondiale, con il passaggio dell'Alto Adige dall'Austria all'Italia, l'esercizio delle linee e della stazione passò integralmente in carico alle Ferrovie dello Stato[3].

La stazione come si presentava prima dei lavori avvenuti dal 1927 al 1929

Con il passaggio del territorio a sud del Brennero (poi denominato Alto Adige) al Regno d'Italia, il nome della stazione venne italianizzato in Bolzano-Gries.

Sotto l'egida dall'amministrazione fascista il fabbricato viaggiatori venne pesantemente ristrutturato: dal 1927 al 1929 l'architetto Angiolo Mazzoni rielaborò la facciata principale in chiave monumentale, neoclassica e razionalista. Ne risultò un largo frontone squadrato, scandito da semicolonne; ai lati dell'ingresso furono ricavate due nicchie, ove vennero collocate due statue allegoriche rappresentanti - in forma antropomorfa - la trazione elettrica e quella a vapore, opere dell'artista austriaco Franz Ehrenhöfer. A lui furono anche commissionati i mascheroni sui cornicioni del complesso, una fontana ritraente san Cristoforo ed una allegoria dei fiumi altoatesini, posta sopra l'ingresso della torre con l'orologio eretta a est del corpo principale.

Nel 1935 le FS procedettero all'elettrificazione della linea per Merano con sistema trifase a 3600 volt[4]; i binari destinati ai treni da e per Caldaro (stante il diverso standard di trazione, a 1100 V CC) vennero invece dotati di terza rotaia[2]. Nel 1952 l'alimentazione trifase venne sostituita dai 3000 volt CC comuni al resto della rete italiana.

Nel 1936 il nome della stazione venne semplificato, e da Bolzano-Gries divenne semplicemente Bolzano[5].

Nel secondo dopoguerra la ferrovia per Caldaro, passata successivamente sotto la gestione di altre realtà private (ultima delle quali la Società per Azioni Ferrovia del Renon[2], poi divenuta Ferrovie Elettriche ed Autoservizi Riuniti - FEAR[6]) perse d'importanza e venne infine chiusa al traffico passeggeri nell'agosto 1963, in considerazione del cattivo stato di rotabili e impianti. La linea sopravvisse per soli servizi merci fino al 28 giugno 1971, quando venne definitivamente chiusa e poi disarmata; si provvide quindi a smontare la terza rotaia.

Nel 2011, a seguito di un concorso architettonico internazionale, l'architetto austriaco Boris Podrecca vinse l'appalto per progettare la riqualificazione dell'areale ferroviario intero[7].

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

Il fabbricato viaggiatori ospita la biglietteria, la sala d'attesa ed esercizi commerciali come bar ed edicola.

Il sedime consta di sei binari passanti utilizzati per il servizio passeggeri, più altri binari per il trasporto merci. I binari sono collegati da sottopassaggio dotato di ascensore.

Movimento[modifica | modifica wikitesto]

La stazione di Bolzano registra circa 5,5 milioni di passeggeri annui, risultando così la più frequentata della regione d'appartenenza[8].

Nella stazione fermano i treni regionali svolti da SAD, e Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Provincia autonoma di Bolzano, nonché collegamenti a lunga percorrenza operati dalla stessa Trenitalia, da NTV e dalla joint venture DB-ÖBB-Trenord.

A Bolzano sostano inoltre i servizi a lunga percorrenza Riviera Express, operanti la tratta Nizza-Mosca.

Servizi[modifica | modifica wikitesto]

La stazione dispone di:

  • Biglietteria a sportello Biglietteria a sportello
  • Biglietteria automatica Biglietteria automatica
  • Servizi igienici Servizi igienici
  • Bar Bar

Interscambi[modifica | modifica wikitesto]

La stazione è servita dalle autolinee urbane gestite da SASA e dagli autoservizi interurbani SAD.

Fra il 1907 il 1966 di fronte alla stazione sorgeva una fermata della ferrovia del Renon, la cui tratta urbana venne sostituita dall'omonima funivia. Dal 1909 al 1948 era inoltre presente, nella medesima area, un capolinea della rete tranviaria di Bolzano.

  • Fermata autobus Fermata autobus
  • Stazione taxi Stazione taxi

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ FENIT 1946 1996, op. cit., p. 95.
  2. ^ a b c La ferrovia Bolzano-Caldaro, in Mondo Ferroviario, n. 80, speciale monografico sulla ferrovia del Brennero, febbraio 1993, pp. 109-113.
  3. ^ Giovanni Cornolò, Automotrici elettriche dalle origini al 1983, Duegi Editrice, 2011, pp. 291-293. ISBN 978-88-95096-05-6
  4. ^ Bolzano-Merano centenaria, in I Treni Oggi, n. 14, novembre 1981, pp. 12-14.
  5. ^ Ordine di Servizio n. 130 del 1936
  6. ^ Un viaggio in treno nel passato: da Trento a Bolzano e ritorno, passando per la Mendola, 17 maggio 2014. URL consultato nell'ottobre 2016.
  7. ^ Bolzano: il progetto dell'architetto austriaco Podrecca vince il concorso per l'areale ferroviario Archiviato il 5 marzo 2011 in Internet Archive.
  8. ^ Centostazioni: Flussi annui Archiviato il 9 febbraio 2010 in Internet Archive.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Elisabeth Baumgartner, Eisenbahnlandschaft Alt-Tirol - Verkehrsgeschichte zwischen Kufstein und Ala im Spannungsfeld von Tourismus, Politik und Kultur, Innsbruck, Haymon, 1989. ISBN 3-85218-065-1
  • Wittfrida Mitterer, Scambi & simboli - paesaggio ferrovia Bolzano-Innsbruck. Memorie e volumi in rilievo, Bolzano, Athesia, 2007. ISBN 978-88-8266-441-1
  • (DEEN) Adolph Stiller (a cura di), Stadt, Beispiel, Bozen: Projektentwicklung Bahnhofsareal - City, Model, Bolzano: Project Development Railway Station Area (Architektur im Ringturn, 24), Salisburgo, Salzmann, 2011. ISBN 978-3-99014-048-2

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Bolzano, su stazionidelmondo.it, Stazioni del Mondo. URL consultato il 6 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 18 novembre 2009).
  • Sito ARBO, su arbo.bz.it. URL consultato il 28 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2011).