Saudi Vision 2030

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Saudi Vision 2030 (in arabo رؤية السعودية ٢٠٣٠ ruʾyat al-suʿūdiyah alfayn thalāthūn) è un programma strategico promosso dal regno dell'Arabia Saudita per ridurre la propria dipendenza dal petrolio e diversificare l'economia del paese, sviluppando settori di servizio pubblico come sanità, istruzione, turismo e intrattenimento; gli obiettivi chiave includono il rafforzamento delle attività economiche e l'incremento del commercio internazionale non petrolifero, oltre all'aumento della spesa pubblica in ambito militare.

I primi dettagli del programma sono stati annunciati il 25 aprile 2016 dal principe ereditario Mohammed bin Salman, figlio del re Salmān bin ʿAbd al-ʿAzīz;[1] il consiglio dei ministri ha incaricato il consiglio degli affari economici e dello sviluppo di individuare e monitorare i meccanismi e le misure fondamentali per l'attuazione della Saudi Vision 2030.[2]

Come riportato dal quotidiano The Guardian nel 2021, nonostante l'impegno nel diversificare la propria economia, il budget dell'Arabia Saudita dipendeva ancora per il 75% dall'esportazione di petrolio.[3]

Panoramica[modifica | modifica wikitesto]

Le entrate petrolifere rappresentano il 30-40% del PIL reale dell'Arabia Saudita, senza considerare la percentuale dell'economia che dipende anche dalla distribuzione del petrolio. Fin dagli anni '70 del secolo scorso il governo saudita ha avuto, tra i suoi obiettivi, una progressiva diminuzione di questa dipendenza dalle risorse petrolifere. Il petrolio, al pari di altre ricchezze naturali presenti nelle nazioni che dipendono da tali risorse, sono state descritte come la "maledizione delle risorse"[4]. Tuttavia, l'attuazione di tale obiettivo di diminuzione si è rivelata instabile e rimane ampiamente dipendente dal prezzo del petrolio. La priorità fondamentale è quella di essere in grado di sviluppare fonti alternative di entrate per il governo, come tasse, commissioni e reddito proveniente dal fondo sovrano. Saudi Vision 2030 presenta elementi di similitudine con altri piani di sviluppo del Medio Oriente, come Kuwait Vision 2035, Egypt Vision 2030 e UAE Vision 2021.

La visione poggia su tre pilastri principali: rendere l'Arabia Saudita il "cuore del mondo arabo e islamico", diventare una potenza di investimento globale e trasformare il paese in un hub di collegamento tra Africa ed Eurasia.

Il piano è supervisionato da un gruppo di persone impiegate presso il Centro nazionale per la misurazione delle prestazioni, l'Unità di consegna e l'Ufficio di gestione dei progetti del Consiglio per gli affari economici e di sviluppo. Il programma nazionale di trasformazione è stato progettato e lanciato nel 2016 in 24 enti governativi.

Saudi Vision 2030 stabilisce obiettivi per la diversificazione e il miglioramento della competitività. È costruito attorno a tre temi principali, che stabiliscono obiettivi specifici da raggiungere entro il 2030:

  1. Una società vibrante: urbanistica, cultura e intrattenimento, sport, Umrah, siti patrimonio dell'UNESCO, aspettativa di vita;
  2. Un'economia fiorente: occupazione, inclusione delle donne nella forza lavoro, competitività internazionale, fondo per gli investimenti pubblici, investimenti diretti all'estero, esportazioni non petrolifere;
  3. Una nazione ambiziosa: entrate non petrolifere, efficacia del governo, e-government, risparmi e reddito delle famiglie, organizzazioni non-profit e volontariato;

Progetti[modifica | modifica wikitesto]

Il fondo sovrano dell'Arabia Saudita, Public Investment Fund (PIF), organizza un forum annuale sugli investimenti, la Future Investment Initiative, a Riad. Tuttavia, tra le crescenti polemiche e le crescenti tensioni dovute al presunto coinvolgimento del Regno saudita nell'omicidio di Jamal Khashoggi, molte aziende internazionali si sono ritirate dalla conferenza. Google Cloud, KKR & Co. LP, Ford Motor, JPMorgan Chase, BlackRock, Uber e The Blackstone Group hanno ritirato i nomi dei loro CEO/presidenti dal vertice che si è tenuto il 23 ottobre 2018. Alcuni tra i principali media house, tra cui CNN, Bloomberg, CNBC, New York Times, Fox Business Network, Financial Times, Los Angeles Times e Huffington Post si sono ritirati come partner.

Programma di trasformazione[modifica | modifica wikitesto]

Il 7 giugno 2016 il Consiglio dei Ministri ha approvato il Programma Nazionale di Trasformazione, che fissava gli obiettivi e i traguardi da raggiungere entro il 2020. Si trattava della prima di tre fasi quinquennali. Ogni fase deve contribuire al raggiungimento di una serie di obiettivi e traguardi che consentano, progressivamente, al Regno saudita, di raggiungere gli obiettivi finali di Vision 2030. Inoltre, per aiutare il Regno nel finanziamento dei progetti da sviluppare e facilitare il processo di raggiungimento di obiettivi e traguardi, il principe ereditario Mohammad bin Salman ha annunciato, nel gennaio 2016, che avrebbe avuto luogo un'IPO di Saudi Aramco. Tuttavia, solo il 5% della società sarà reso pubblico.

Nel marzo 2019, Aramco ha pubblicato i suoi rendiconti finanziari, rivelando un utile di $ 111,1 miliardi nel 2018.

I due massicci progetti turistici lungo il Mar Rosso pianificati dal governo saudita dovevano essere gestiti sotto la direzione di Richard Branson. L'11 ottobre 2018, Branson ha dichiarato che avrebbe sospeso il suo ruolo di consulente per i due progetti a seguito dell'omicidio di Jamal Khashoggi. Branson ha anche sospeso i colloqui con il governo saudita sugli investimenti in Virgin Galactic. Ha detto di nutrire "grandi speranze per l'attuale governo del Regno e il suo leader, il principe ereditario Mohammed bin Salman... La scomparsa del giornalista Jamal Khashoggi, se dimostrata vera, cambierebbe chiaramente la capacità di ognuno di noi in Occidente di fare affari con il governo saudita".

Settore dello spettacolo[modifica | modifica wikitesto]

Nel maggio 2016 è stata annunciata, con regio decreto, un'Autorità generale per l'intrattenimento, in cui sono stati investiti oltre 2 miliardi di dollari. A Riad, nel maggio 2017. si è tenuto il primo concerto pubblico di musica dal vivo in oltre 25 anni, con la partecipazione del musicista country americano Toby Keith e della cantante saudita Rabeh Sager. Nell'aprile 2017, il governo ha annunciato la creazione di un complesso sportivo, culturale e di intrattenimento di 334 chilometri quadrati (33.400 ettari) ad Al-Qidiya, a sud-ovest di Riad . Il progetto doveva includere un parco a tema Six Flags, la cui apertura era prevista per il 2022.

Nell'ambito di Vision 2030, si è svolta la celebrazione dell'87º anniversario della fondazione del Paese con concerti e spettacoli. Le donne sono state per la prima volta ammesse al King Fahd International Stadium di Riad.

Il 5 marzo 2018, la General Sports Authority ha annunciato una partnership di 10 anni con il promotore di wrestling professionistico americano World Wrestling Entertainment (WWE) per organizzare eventi pay-per-view annuali in Arabia Saudita. Il primo evento, Greatest Royal Rumble, si è tenuto il 27 aprile 2018 al King Abdullah Sports City di Gedda. A causa delle restrizioni sui diritti delle donne, le interpreti femminili della WWE inizialmente non erano presenti in questi eventi. La prima eccezione si è verificata al Crown Jewel il 31 ottobre 2019, con Lacey Evans e Natalyanel che hanno partecipato al primo incontro di wrestling professionistico femminile tenutosi in Arabia Saudita. Osservando l'abbigliamento tradizionale, entrambe indossavano leggings neri e magliette sopra i body, invece del normale abbigliamento da ring.

L'Arabia Saudita ha revocato la sua moratoria di 35 anni sulla costruzione di nuove sale cinematografiche nel paese, con il primo nuovo teatro, di proprietà di AMC Theatres, la cui apertura era prevista per il 18 aprile 2018 a Riad.

Il 15 dicembre 2018 si è tenuto il primo ePrix del campionato mondiale di Formula E sul circuito semi-permanente (costruito per l'occasione) di Ad Diriyah, gara di esordio della stagione 2018-2019, che ha visto per l'occasione un insieme di eventi collaterali che hanno compreso concerti richiamando star internazionali quali Enrique Iglesias, Jason Derulo, Black Eyed Peas, David Guetta, OneRepbublic, e altri eventi di intrattenimento, successivamente assimilati dal 2019 al festival invernale noto come Riyadh Season.

Riyadh Season ha compreso vari concerti, eventi di intrattenimento, attrazioni e padiglioni culturali, come il festival di musica elettronica MDLBeast Soundstorm, e il primo evento ufficiale di Capodanno del paese al Boulevard Riyadh City.

Nel gennaio 2020, l'Arabia Saudita ha svelato i piani per costruire un nuovo circuito da corsa a Qiddiya, progettato dall'ex pilota di Formula 1 Alexander Wurz, con l'obiettivo di ospitare eventi di Formula Uno o MotoGP già nel 2023. Nel novembre 2020, è stato annunciato che un circuito era in fase di sviluppo a Gedda per ospitare, nel 2021, la prima edizione del Gran Premio dell'Arabia Saudita di Formula 1.

Diritti delle donne[modifica | modifica wikitesto]

Nell'ambito del suo programma di modernizzazione, il governo saudita ha iniziato ad introdurre modifiche legislative, finalizzate a garantire maggiori diritti alle donne, con l'obiettivo di una futura uguaglianza di genere.

All'inizio del 2017, le scuole statali saudite hanno annunciato che avrebbero offerto lezioni di educazione fisica a ragazzi e ragazze a partire dall'autunno del 2017. Nello stesso anno, è stato annunciato che il Governo saudita avrebbe consentito alle donne di partecipare a eventi sportivi, compresi quelli all'interno degli stadi. Il 26 settembre 2017 è stato emanato un regio decreto, entrato in vigore nel giugno 2018, che ha concesso alle donne il diritto di guidare veicoli. Nell'agosto 2019, sono state revocate le restrizioni di viaggio per le donne.

Tuttavia, non sono mancate le critiche, da più parti, a seguito di episodi che sono parsi mettere in discussione la reale volontà del governo saudita di voler perseguire una effettiva uguaglianza di genere. Nel 2019, l'applicazione web governativa Absher ha attirato l'attenzione dei media ed è stata criticata per aver tracciato gli spostamenti delle donne del regno. L'app, infatti, consentiva agli uomini di gestire digitalmente la vita delle donne, specificando dove e quando una donna poteva viaggiare. La stessa app inviava anche avvisi ai telefoni degli uomini, se una donna usava il suo passaporto al confine. Il Parlamento Europeo e il Congresso degli Stati Uniti hanno condannato l'app, esortando il Regno Saudita ad abolire il suo sistema di tutela dei soli cittadini di genere maschile.

Diversi gruppi per la tutela dei diritti umani hanno affermato che tutti i presunti sforzi governativi di modernizzazione "non sono seri e rientrano nell'ambito delle campagne di mascheramento che si stanno portando avanti". Tale critica è emersa a seguito dell'arresto di una donna di 34 anni, Salma al-Shehab, che è stata condannata a 34 anni di carcere. La donna, studentessa dell'Università di Leeds, si trovava in vacanza in Arabia Saudita dalla fine del 2019. Nel gennaio 2021 è stata arrestata per la sua attività su Twitter, dove seguiva e ritwittava attivisti e dissidenti. Alla fine del 2021 è stata condannata a sei anni di carcere, pena poi aumentata a 34 anni dopo il ricorso. Il tribunale ha anche stabilito un successivo divieto di viaggio di 34 anni, la confisca del suo telefono cellulare e la "chiusura definitiva del suo account Twitter". La sentenza è stata condannata, dai gruppi per la tutela dei diritti umani, come una prova della repressione del dissenso, da parte del principe Mohammed bin Salman.

Visto turistico[modifica | modifica wikitesto]

Il 27 settembre 2019 l'Arabia Saudita ha annunciato formalmente l'emissione del visto turistico, che consente ai visitatori di 49 paesi di visitare il paese fino a 90 giorni al costo di $ 80. Il visto può essere ottenuto online (eVisa) o all'arrivo.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni degli altri grandi progetti di cui è previsto lo sviluppo sono elencati nella tabella seguente:

Principali progetti previsti nell'ambito di Saudi Vision 2030
Progetto Posizione Area totale (kmq) Data annuncio Completamento previsto Costo previsto
Nuovo progetto Taif Taïf 1.250 1 marzo 2017 2020 3 miliardi di dollari
Mukaab Riad 2,3 27 febbraio 2023 2030 Sconosciuto
Progetto Diriyah Gate Diriya 1,5 20 luglio 2017 2030 Sconosciuto
Progetto Al-Qiddiya Al-Qiddiya , a sud-ovest di Riad 334 8 aprile 2017 2022 2,7 miliardi di dollari
Progetto Al-Faisaliah A ovest della Mecca 2.450 26 luglio 2017 2020 (1ª fase) Sconosciuto
Centro di Gedda Gedda 5,2 27 settembre 2017 2022 (1ª fase) 4,8 miliardi di dollari
NEOM Tabuk 26.500 24 ottobre 2017 2025 (1ª fase) 500 miliardi di dollari
Progetto Energia Rinnovabile Più sedi Sconosciuta 27 marzo 2018 2030 200 miliardi di dollari
Progetto Amaala Lungo il Mar Rosso 3.800 26 settembre 2018 2020 (1ª fase) Sconosciuto
Parco energetico King Salman Tra Dammam e Al-Ahsa 50 5 dicembre 2018 2021 (1ª fase) 1,6 miliardi di dollari
Visione di Al-'Ula Al-'Ula 22.500 11 febbraio 2019 2030 Sconosciuto
King Salman Park , Sports Boulevard, Green Riyadh e Riyadh Art Riad > 149 19 marzo 2019 Sconosciuto 23 miliardi di dollari
Grande Moschea della Mecca Mecca 0,25 2017 2018 21,3 miliardi di dollari
Centro commerciale dell'Arabia Saudita Riad 8,7 2017 2025 3,2 miliardi di dollari
Il progetto del Mar Rosso Tabuk 28.000 2018 2022 (1ª fase) 3,5 miliardi di dollari

Attuazione[modifica | modifica wikitesto]

Programmi di realizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Per raggiungere gli obiettivi strategici e gli obiettivi della Saudi Vision 2030, sono stati istituiti tredici programmi denominati Programmi di realizzazione della visione (VRP), presentati dal Council of Economic and Development Affairs (CEDA) il 24 aprile 2017:

  1. Programma per la qualità della vita
  2. Programma di sviluppo del settore finanziario
  3. Programma abitativo
  4. Programma di equilibrio fiscale
  5. Programma nazionale di trasformazione
  6. Programma Fondo Investimenti Pubblici
  7. Programma di privatizzazione
  8. Programma nazionale di promozione delle aziende
  9. Programma nazionale di Sviluppo Industriale e Logistica
  10. Programma di partenariati strategici
  11. Programma Hajj e Umrah
  12. Programma di sviluppo del capitale umano
  13. Programma di arricchimento del carattere saudita

Supervisione[modifica | modifica wikitesto]

Il piano è supervisionato dal principe ereditario Mohammad bin Salman. Nel complesso, gli indirizzi e i ruoli decisionali di Saudi Vision 2030 si trovano all'interno di un Consiglio dei ministri e di un Consiglio degli affari economici e dello sviluppo (CEDA). Il direttore della CEDA, così come i responsabili dei primi 12 programmi di realizzazione della visione, assicurano la corretta aderenza al piano su base quinquennale. Ogni anno, ciascuna entità interessata è individualmente responsabile del proprio budget e dei propri obiettivi.

Riorganizzazione degli enti governativi[modifica | modifica wikitesto]

Per raggiungere gli obiettivi strategici della Saudi Vision 2030, sono state create nuove entità governative e le entità esistenti sono state riorganizzate e/o fuse. Tale riorganizzazione è stata strutturata secondo lo schema seguente:

Nuova entità Entità precedente
Consiglio degli affari economici e dello sviluppo
Centro nazionale per la gestione delle prestazioni
Autorità Generale per la Cultura
Autorità generale per lo spettacolo
Comitato di Gestione Strategica e Ufficio di Gestione Strategica
Ministero del Commercio e degli Investimenti Ministero del Commercio e dell'Industria
Ministero delle risorse umane e dello sviluppo sociale Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali
Ministero dell'Energia, dell'Industria e delle Risorse Minerarie Ministero del petrolio e delle risorse minerarie
Ministero dell'Ambiente, delle Acque e dell'Agricoltura Ministero dell'Acqua e dell'Elettricità e Ministero dell'Agricoltura
Ministero dell'Hajj e dell'Umra Ministero dell'Hajj
Commissione di valutazione dell'istruzione pubblica Commissione di valutazione dell'istruzione

Reazioni critiche[modifica | modifica wikitesto]

Il rapporto del FMI sull'Arabia Saudita, pochi mesi dopo l'annuncio di Vision 2030, spiegava che il deficit fiscale nell'economia saudita avrebbe continuato a ridursi nel 2016. Affermava anche che i recenti e importanti depositi governativi presso l'Autorità monetaria dell'Arabia Saudita (SAMA) avevano agito da ammortizzatori politici per agevolare la transizione richiesta dal piano. Nel 2016, il FMI avvertiva pubblicamente che l'Arabia Saudita rischiava di non avere più valuta estera di riserva entro un periodo di 5 anni. Nel 2017 prevedeva che le attività estere nette della SAMA avrebbero continuato a diminuire, pur rimanendo a un "livello sostenibile". Prevedeva che il disavanzo di bilancio avrebbe continuato a migliorare negli anni successivi, rilevando anche che i crediti in sofferenza rimanevano bassi, nonostante un leggero aumento nel 2017.

Oltre 300 obiettivi specifici per il 2020 sono stati annunciati in 25 enti governativi, nell'ambito del Piano nazionale di trasformazione. Tuttavia, i rapporti hanno rilevato la totale dipendenza del piano dal principe ereditario Mohammad bin Salman. Altre critiche sono state rivolte alla mancanza di informazioni sui piani dettagliati per accompagnare la trasformazione prevista.

Alcuni giornalisti hanno ipotizzato che gli obiettivi del piano fossero eccessivamente ambiziosi, facendo notare che la crescita non petrolifera finora era insufficiente e avrebbe minacciato il successo dell'attuazione del piano. Un rapporto ha ritenuto che, nonostante la direzione generale lungimirante del piano nazionale, "la riforma politica sembra essere assente dall'agenda politica".

Secondo un documento di ricerca scritto da Jane Kinninmont per Chatham House, gli svantaggi strutturali del paese, tra cui istituzioni deboli, burocrazia inefficiente e notevoli divari di competenze tra la domanda di lavoro e il sistema di istruzione, ostacolano le prospettive di crescita del paese. Anche il riequilibrio del mercato del lavoro nel settore privato si rivelerà una sfida, poiché attualmente è composto principalmente da espatriati. Una delle difficoltà è che il settore privato ha stipendi più bassi e gli espatriati sono più facili da assumere e licenziare. Attualmente, il numero di cittadini sauditi impiegati nel settore pubblico è doppio rispetto a quelli occupati nel settore privato. La sfida sta nel convincere una porzione più ampia di cittadini ad accettare lavori meno retribuiti con più ore rispetto ai tipici lavori pubblici.

Secondo Hilal Khashan, del think tank conservatore statunitense Middle East Forum, affinché la Vision 2030 possa avere successo, ignorare il rapporto tra sviluppo economico e politico non è più un'opzione percorribile e gli sviluppi necessari per aumentare il PIL come previsto, incoraggeranno la rottura del sistema tribale in atto. Un altro aspetto è la "tolleranza zero alla corruzione", che può essere molto difficile da raggiungere con una "società in cui i legami familiari, tribali e regionali sono più forti della nebulosa concezione di identità statale".

Un articolo del 16 maggio 2020 del New York Times ha citato un analista del Medio Oriente presso il Royal United Services Institute di Londra, Michael Stephens, commentando criticamente la Vision 2030 dell'Arabia Saudita. Vi si afferma: "Penso che la Vision 2030 sia più o meno finita, penso che sia finita", a seguito della crisi finanziaria affrontata dal Paese tra la diffusione del coronavirus e il calo dei prezzi del petrolio, che ha anche portato il regno a ritardare mega progetti come la città di Neom, secondo il ministro delle finanze saudita, Mohammed al-Jadaan .

Nel giugno 2020, in seguito all'uccisione di Abdulraheem al-Huwaiti della tribù Huwait, il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, ha assunto una società di pubbliche relazioni e comunicazioni degli Stati Uniti, Ruder Finn, per contrastare gli aspetti negativi del progetto NEOM City. Il paese ha firmato un contratto del valore di 1,7 milioni di dollari, nonostante la crisi COVID-19 in corso.

Dopo l'assassinio di Jamal Khashoggi, c'è stata una generale riluttanza nella comunità internazionale a investire in Arabia Saudita. Inoltre, le attività sono state trasferite all'estero e il Golfo è diventato economicamente poco attraente. Nonostante ciò, secondo il Ministero dell'Economia e della Pianificazione, nel 2018 gli investimenti esteri nel Paese sono aumentati del 110% rispetto all'anno precedente .

Nel 2021, l'Arabia Saudita ha assunto il Boston Consulting Group e altri consulenti occidentali, nell'ambito del suo interesse a fare un'offerta per i diritti connessi all'organizzazione della Coppa del Mondo FIFA 2030. A queste società è stata affidata la responsabilità di analizzare le possibilità di un'offerta saudita. Tuttavia, l'offerta si è rivelata in contrasto con la politica di rotazione continentale della FIFA. Le regole della federazione calcistica hanno bloccato i paesi della Confederazione calcistica asiatica (AFC) per ospitare la Coppa del mondo fino al 2034, poiché il Qatar aveva già ospitato il torneo nel 2022. Tuttavia, permanevano dubbi riguardo all'applicazione di tale politica di rotazione, in considerazione dei buoni rapporti intercorrenti tra il principe ereditario Mohammed bin Salman e il presidente della FIFA, Gianni Infantino. Nell'ambito della Vision 2030, l'Arabia Saudita si è concentrata particolarmente sullo sport, firmando con successo contratti con Italia e Spagna per ospitare le loro finali di coppa nazionale. Nell'ottobre 2021, come parte di un consorzio, il PIF ha ottenuto una partecipazione dell'80% nel Newcastle United, club della Premier League, dopo un precedente tentativo, fallito, di rilevare il club nel 2020.

Nell'ottobre 2021, le autorità saudite hanno avviato un piano di demolizione e sfratto su larga scala per il Jeddah Central Project lanciato a dicembre. Le demolizioni hanno interessato 558.000 persone in più di 60 quartieri. Amnesty International ha confermato, attraverso documenti ufficiali, che alcuni dei residenti erano stati informati degli sgomberi solo 24 ore prima, mentre altri tra 1 e 6 settimane prima. I media statali hanno diffuso anche informazioni riguardo ai residenti, affermando che la maggior parte di loro era priva di documenti. È stato affermato che i quartieri erano "pieni di malattie, criminalità, droga e furti". Nel gennaio 2022, le autorità saudite hanno annunciato un risarcimento, che non copriva i cittadini stranieri, costituenti il 47% degli sgomberati. Il valore di compensazione sarebbe stato stimato dopo le demolizioni. I residenti hanno affermato che le comunità venivano "distrutte" ed era difficile per i migranti permettersi un alloggio alternativo. Alcuni lamentavano addirittura ritardi nel risarcimento.

Nel luglio 2022, Mohammed bin Salman ha pubblicato un video promozionale, promuovendo i piani per costruire una città lineare lunga 105 miglia, soprannominata The Line. Parte di Neom, il progetto è stato ideato per incorporare macchine volanti, cameriere robotiche e una luna artificiale tra due edifici paralleli a specchio. Tuttavia, i critici hanno affermato che tale progetto, se attuato, creerà una struttura "distopica". Erano preoccupati che l'idea di The Line avrebbe danneggiato l'ambiente. Inoltre, avrà anche un impatto sul movimento di uccelli e altri animali. Un consigliere senior della New Urban Mobility Alliance, Carlos Felipe Pardo, ha dichiarato: "Tutto questo sembra impossibile, molto limitato o semplicemente artificiale". Il progetto è rimasto discutibile anche per la possibilità del suo completamento. È stato notato che potrebbero volerci quasi 50 anni per dare vita all'idea, ma gli urbanisti di "The Line" erano sotto pressione per completarla entro il 2030.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]