Mohammad bin Salman Al Sa'ud

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Moḥammad bin Salmān Al Sa'ud
Principe della Corona dell'Arabia Saudita
Vice Custode delle due Sante Moschee
Stemma
Stemma
In carica21 giugno 2017
PredecessoreMuhammad bin Nayef
Nome completoMoḥammad bin Salmān bin ʿAbd al-ʿAzīz Al Saʿūd
NascitaGedda, 31 agosto 1985 (38 anni)
DinastiaDinastia Saudita
PadreSalman dell'Arabia Saudita
MadreFahda bint Falah bin Sultan Al Hithalayn
ConsorteSara bint Mashour bin Abd al-Aziz Al Saud
FigliPrincipe Salman
Principe Mashour
Principessa Fahda
Principessa Noura
Principe Abd al-Aziz
ReligioneMusulmano sunnita
Moḥammad bin Salmān Al Sa'ud

Primo Ministro dell'Arabia Saudita
In carica
Inizio mandato28 settembre 2022
MonarcaRe Salman
PredecessoreSalman

Vice Primo Ministro dell'Arabia Saudita
Durata mandato21 giugno 2017 –
28 settembre 2022
MonarcaRe Salman
PredecessoreMuhammad bin Nayef

Vice Principe della Corona e Secondo Vice Primo ministro dell'Arabia Saudita
Durata mandato29 aprile 2015 –
21 giugno 2017
MonarcaRe Salman
PredecessoreMuhammad bin Nayef
SuccessoreVacante

Presidente del Consiglio per gli Affari Economici e di Sviluppo
In carica
Inizio mandato29 gennaio 2015
MonarcaRe Salman

Ministro della Difesa
Durata mandato23 gennaio 2015 –
27 settembre 2022
MonarcaRe Salman
PredecessoreSalmān bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd
SuccessoreKhalid bin Salman Al Sa'ud

Segretario Generale della Corte Reale dell'Arabia Saudita
Durata mandato23 gennaio 2015 –
29 aprile 2015
MonarcaRe Salman
PredecessoreKhaled al-Tuwaijri
SuccessoreHamad bin Abd al-Aziz Al-Suwailem

Capo della Corte del Principe della Corona
Durata mandato14 gennaio 2013 –
23 gennaio 2015
MonarcaRe Abd Allah
PredecessoreAli bin Ibrahim Al Hadeethi
SuccessoreHamad bin Abd al-Aziz Al-Suwailem

Moḥammad bin Salmān Āl Saʿūd (in arabo محمد بن سلمان بن عبد العزيز آل سعود?; Gedda, 31 agosto 1985) è un politico saudita, membro della famiglia reale Al Saʿūd, figlio dell'attuale re Salman, e primo in linea di successione al trono dell'Arabia Saudita[1]. Oltre alla sua posizione reale, egli è anche il Primo ministro del paese dal 28 settembre 2022. Precedentemente, è stato Vice Primo Ministro e ministro della Difesa dell'Arabia Saudita, risultando essere il più giovane ministro al mondo[2]. Egli è anche Presidente del Consiglio per gli Affari Economici e dello Sviluppo del Regno[3].

Il 27 settembre 2022 è stato nominato Primo Ministro da re Salmān, assumendo così, de iure, anche l’autorità esecutiva del paese, precedentemente detenuta solo de facto[4].

Mohammed guida un governo autoritario. Coloro che sono considerati dissidenti politici vengono sistematicamente repressi attraverso metodi che includono l'incarcerazione e la tortura. È accusato in un rapporto ONU del 2019 di essere il mandante dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi.[5] Un rapporto della Central Intelligence Agency (CIA) del 2021 ha ribadito che Mohammed aveva orchestrato l'assassinio del giornalista Jamal Khashoggi. Lui ha negato il coinvolgimento nell'omicidio. Mohammed è stato l’architetto dell’intervento guidato dall’Arabia Saudita nello Yemen ed è stato coinvolto nell’escalation della crisi diplomatica del Qatar e nella disputa diplomatica del 2018 con il Canada. Tra il 2017 e il 2019, ha guidato l’epurazione delle élite politiche ed economiche saudite concorrenti, sequestrando fino a 800 miliardi di dollari in beni e contanti e consolidando il controllo sulla politica saudita.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il principe Mohammad è nato a Gedda il 31 agosto 1985,[6] figlio di re Salman e della sua terza moglie Fahda bint Falah bin Sultan Al Hithalayn.[7] È fratello germano di Turkī, presidente del Gruppo saudita di ricerca e marketing.[7] Il principe Moḥammad ha conseguito la laurea in giurisprudenza presso l'Università Re Sa'ud.[8]

Inizio della carriera[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la laurea all'università, il principe ha trascorso diversi anni nel settore privato prima di essere assunto da suo padre come assistente personale. Aveva già ottenuto la posizione di consulente in una commissione di esperti del gabinetto saudita.

Il 15 dicembre 2009 il principe Moḥammad è entrato in politica come consigliere speciale di suo padre quando quest'ultimo era governatore della provincia di Riyad.[9] Da quel momento, ha cominciato a raccogliere titoli posizioni sinecura come Segretario Generale del Consiglio di Riyad, consigliere speciale del presidente del Consiglio della "Fondazione Re ʿAbd al-ʿAzīz per la Ricerca e gli Archivi" e membro del Consiglio della "Fondazione Albir" con sede nella provincia di Riyad.

Nel novembre 2011, quando il principe ereditario Sulṭān è deceduto, il principe Salmān ha iniziato la sua ascesa al potere, diventando Secondo Vice Primo ministro e ministro della Difesa. Questi ha confermato il figlio Moḥammad come consigliere privato.[10] Il principe ha istituito la "Fondazione Principe Moḥammed bin Salmān", che si propone di aiutare i giovani bisognosi ed è diventato presidente della fondazione.[11]

Capo della Corte[modifica | modifica wikitesto]

Nel mese di giugno 2012, il principe ereditario Nāyef è morto e Salmān lo ha sostituito come Principe della Corona. Egli ha presto cominciato a riformare la corte a sua immagine, iniziando col nominare Moḥammad supervisore dell'Ufficio del principe ereditario.[12] Il 2 marzo 2013, il Capo della Corte del Principe ereditario Saʿūd bin Nāyef è stato nominato governatore della Provincia Orientale e il principe Moḥammad gli è succeduto nel ruolo. Gli è stato conferito il rango di ministro.[13][14][15] Il 25 aprile 2014 Moḥammad è stato nominato ministro di Stato.[16]

Ministro della Difesa[modifica | modifica wikitesto]

Con il re Salman, Barack Obama e altri leader al summit del GCC in Arabia Saudita, 21 aprile 2016
Il Segretario di Stato USA John Kerry (sinistra)) e il ministro degli esteri saudita Adel al-Jubeir, 13 giugno 2016

Il 23 gennaio 2015, alla morte di re ʿAbd Allāh, suo padre è asceso al trono. Lo stesso giorno il principe Moḥammad è stato nominato ministro della Difesa.[17] e Segretario Generale della Corte Reale.[18] Ha mantenuto inoltre il suo posto di Ministro di Stato.[11][19]

Il 29 gennaio 2015 Moḥammad è stato nominato Presidente del Consiglio per gli Affari Economici e di Sviluppo che è stato istituito lo stesso giorno[20] al posto della disciolta Commissione Economica Suprema.[20]

Il primo grande evento che lo ha visto protagonista come ministro della difesa è stata l'Operazione Tempesta Decisiva, una campagna di bombardamenti contro i ribelli Huthi nello Yemen.[21] I disordini politici nello Yemen (iniziati ad intensificarsi nel 2011) erano diventati rapidamente un grosso problema per il nuovo ministro della difesa, con gli Houthi che avevano preso il controllo dello Yemen settentrionale alla fine del 2014, seguiti dalle dimissioni del presidente Abdrabbuh Mansur Hadi e del suo gabinetto. La prima mossa di Mohammed come ministro è stata quella di mobilitare una coalizione pan-GCC per intervenire a seguito di una serie di attentati suicidi nella capitale yemenita Sana'a tramite attacchi aerei contro gli Houthi e imporre un blocco navale. [19] Nel marzo 2015, l’Arabia Saudita ha iniziato a guidare una coalizione di paesi alleati contro i ribelli Houthi. [20] Mentre c'era accordo tra i principi sauditi a capo dei servizi di sicurezza riguardo alla necessità di una risposta alla presa di Sana'a da parte degli Houthi, che aveva costretto il governo yemenita all'esilio, Mohammed ha lanciato l'intervento senza il pieno coordinamento dei servizi di sicurezza. Il ministro della Guardia nazionale saudita Mutaib bin Abdullah Al Saud, che era fuori dal paese, è stato escluso dalle operazioni. [21] Sebbene Mohammed abbia venduto la guerra come una rapida vittoria sui ribelli Houthi nello Yemen e un modo per riportare al potere il presidente Hadi, tuttavia, si è trasformata in una lunga guerra di logoramento. [22]

Riguardo al suo ruolo nell'intervento militare, Mohammed ha rilasciato la sua prima intervista ufficiale il 4 gennaio 2016 a The Economist, che lo aveva definito "l'architetto della guerra in Yemen". Negando il titolo, ha spiegato il meccanismo delle istituzioni decisionali che effettivamente partecipano all'intervento, tra cui il Consiglio di Sicurezza e Affari Politici e il Ministero degli Affari Esteri da parte saudita. Ha aggiunto che gli Houthi hanno usurpato il potere a Sana'a prima che lui diventasse ministro della Difesa. [24] [25]

Principe ereditario[modifica | modifica wikitesto]

Il 29 aprile 2015 re Salmān ha nominato principe ereditario suo nipote Muḥammad bin Nāyef. Lo stesso giorno, il re ha nominato Mohammad vice principe ereditario. Questi cambiamenti indicano che la corona è destinata a passare a una nuova generazione della dinastia saudita per la prima volta dal 1953 (quando alla morte di Abd al-Aziz salì al trono il figlio Sa'ud)[22]

Mohammed è stato nominato principe ereditario il 21 giugno 2017, in seguito alla decisione del re di deporre Muhammad bin Nayef e di nominare così suo figlio erede al trono. [28] Il cambio di successione era stato comunque previsto già nel dicembre 2015 da una nota insolitamente schietta e resa pubblica da parte del Servizio segreto federale tedesco; in seguito l'intelligence tedesca u rimproverata dal governo tedesco. [31]

Il giorno in cui Mohammed bin Salman divenne principe ereditario, Donald Trump, all'epoca presidente degli Stati Uniti, lo chiamò per "congratularsi con lui per la sua recente ascesa". Secondo la Casa Bianca, Trump e Mohammed hanno promesso "stretta cooperazione" su questioni economiche e di sicurezza, e i due leader hanno anche discusso della necessità di tagliare il sostegno al terrorismo, della recente disputa diplomatica con il Qatar e della spinta per garantire la pace tra Israele e i palestinesi. [32] Mohammed ha dichiarato al Washington Post nell'aprile 2017 che senza l'influenza culturale dell'America sull'Arabia Saudita, "saremmo finiti come la Corea del Nord". [33]

Saudi Vision 2030[modifica | modifica wikitesto]

Nella sessione del consiglio dei ministri del 26 aprile 2016 ha presentato un piano strategico elaborato dal Consiglio per gli affari economici e di sviluppo da lui guidato. I punti centrali della proposta sono quelli economici, tra i quali: la trasformazione della Saudi Aramco in una holding, la costituzione di un fondo sovrano di 2000 miliardi di dollari per il lancio di progetti di investimento sul territorio nei settori non petroliferi, il turismo e l'intrattenimento.

Saranno aumentate tasse e tariffe: una sul valore aggiunto, una sui beni di lusso, i pedaggi stradali, il prezzo della benzina e ridotte e razionalizzate le spese militari; ci saranno anche pesanti tagli sui sussidi. Secondo il piano questo permetterà all'economia del regno di diventare indipendente, entro il 2030, dalla produzione e dal prezzo del petrolio il cui calo negli ultimi mesi ha messo in difficoltà il bilancio pubblico.[23][24]

Nel gennaio 2021 è stata approvata la strategia quinquennale del Public Investment Fund per gli investimenti pubblici.[25]

Epurazione del 2017[modifica | modifica wikitesto]

Nel maggio 2017, Mohammed ha lanciato un’epurazione contro le élite politiche e imprenditoriali saudite concorrenti sotto l’egida della lotta alla corruzione. Ha detto: "Nessuno sopravviverà in un caso di corruzione, chiunque egli sia, anche se è un principe o un ministro".[26] Nel novembre 2017, ha ordinato che circa 200 ricchi uomini d'affari e principi fossero posti agli arresti domiciliari al Ritz-Carlton, Riyadh.[27] Il 4 novembre 2017, la stampa saudita ha annunciato l'arresto del principe e miliardario saudita Al-Waleed bin Talal, assiduo commentatore di notizie in lingua inglese e uno dei principali azionisti di Citi, News Corp e Twitter, nonché di oltre 40 principi e ministri del governo per volere del principe ereditario con accuse di corruzione e riciclaggio di denaro.[28] Altri arrestati o licenziati durante l'epurazione includevano il principe Mutaib bin Abdullah, capo della Guardia nazionale dell'Arabia Saudita; il Ministro dell'Economia e della Pianificazione Adel Fakeih e il comandante della Marina reale saudita, l'ammiraglio Abdullah bin Sultan bin Mohammed Al-Sultan.[28][29]

Gli arrestati al Ritz Carlton furono oggetto di quella che venne chiamata "la notte dei pestaggi".[30] La maggior parte è stata picchiata e alcuni sono stati legati ai muri in posizioni di stress come parte della tortura da parte di agenti sauditi.[30] Gli interrogatori sapevano molto poco al di fuori dei beni delle vittime in Arabia Saudita e volevano saperne di più sulle loro partecipazioni offshore, mentre le vittime non sapevano perché erano detenute.[30] I detenuti sono stati minacciati di ricatto.[30] Ad un certo punto, gli interrogatori hanno detto alle vittime di contattare i loro direttori di banca a Ginevra e altrove e chiedere ingenti somme di denaro, e sono rimasti sorpresi a causa della loro inesperienza che i beni non fossero interamente in contanti.[30] Le banche svizzere hanno identificato alcune transazioni come sotto costrizione e sono riuscite a bloccarne alcune.[30] Nel corso del procedimento non vi è stato né giusto processo né patteggiamento.[30] Funzionari statunitensi hanno descritto le azioni come "coercizione, abuso e tortura".[31] Ai detenuti è stato negato il sonno, avevano la testa coperta e sono stati picchiati. [39] Diciassette hanno dovuto essere ricoverati in ospedale.[31] Dopo molti giorni, i restanti detenuti sono stati trasferiti nella prigione di Al-Ha'ir, mentre ad alcuni rilasciati è stato vietato di viaggiare all'estero.[31]

L’epurazione ha contribuito a centralizzare i poteri politici nelle mani del sovrano saudita Mohammed bin Salman e a minare la struttura preesistente di governo basata sul consenso tra le élite saudite.[32][33] Gli arresti hanno portato alla definitiva messa da parte della fazione del re Abdullah e al completo consolidamento del controllo di Mohammed bin Salman su tutti e tre i rami delle forze di sicurezza.[34][35] Ha inoltre consolidato la supremazia di bin Salman sulle élite imprenditoriali in Arabia Saudita e ha provocato un sequestro di massa di beni da parte del regime di bin Salman.[33]

Il New York Times ha scritto: "La vasta campagna di arresti sembra essere l’ultima mossa per consolidare il potere del principe ereditario Mohammed bin Salman, figlio prediletto e massimo consigliere del re Salman. Il re aveva decretato la creazione di un nuovo e potente comitato anticorruzione, guidato dal principe ereditario, solo poche ore prima che il comitato ordinasse gli arresti".[29] Scrivendo per The Huffington Post, Muqtedar Khan, professore di Islam e Affari Globali all'Università del Delaware, ha ipotizzato se la rimozione di Al-Waleed bin Talal, un critico di Donald Trump, equivalesse a un colpo di stato.[36] Il corrispondente della BBC Frank Gardner avrebbe affermato che "il principe Mohammed si sta muovendo per consolidare il suo crescente potere mentre guida un programma di riforma". Eppure "non è chiaro di cosa siano sospettati i detenuti".[37]

Un'altra ipotesi era che l'epurazione fosse parte di un passo verso la riforma. Steven Mufson del Washington Post sostiene che Mohammed "sa che solo se riuscirà a porre la famiglia reale sotto la legge, e non al di sopra come avveniva in passato, potrà chiedere all'intero Paese di cambiare il proprio atteggiamento rispetto alle tasse [e] sussidi".[38] Un'analisi della CBC ha affermato che "la repressione contro la corruzione è in sintonia con i sauditi comuni che sentono che lo stato ha chiesto loro di accettare una stretta della cinghia mentre, allo stesso tempo, vedono la corruzione e l'élite al potere accumulare più ricchezza".[39] Il programma di riforme di Mohammed è ampiamente popolare tra la crescente popolazione giovanile dell'Arabia Saudita, ma deve affrontare la resistenza di alcuni membri della vecchia guardia più a loro agio con le tradizioni del regno di cambiamento incrementale e di governo basato sul consenso.[40] ​​Secondo un ex ambasciatore britannico a Riyadh, Mohammed "è il primo principe nella storia saudita moderna il cui collegio elettorale non è stato all'interno della famiglia reale, è al di fuori di essa".[41]

Robert W. Jordan , ex ambasciatore degli Stati Uniti in Arabia Saudita, ha affermato che "certamente l'Arabia Saudita ha un problema di corruzione da molti anni. Penso che la popolazione, in particolare, sia stata molto scontenta dell'arrivo dei principi e degli accordi commerciali, con fondi pubblici andati a inondare progetti di controllo che sembrano non essere mai realizzati... Direi anche che è una classica mossa di presa del potere a volte arrestare i tuoi rivali, i tuoi potenziali rivali con il pretesto della corruzione".[42]

Donald Trump ha espresso sostegno alla mossa, twittando: "Ho grande fiducia nel re Salman e nel principe ereditario dell'Arabia Saudita, sanno esattamente cosa stanno facendo.... Alcuni di coloro che trattano duramente hanno 'mungito' il loro paese per anni!".[43] Il presidente francese Emmanuel Macron, che visitò Riyadh giorni dopo l'epurazione, quando gli fu chiesto informazioni sul quella vicenda dichiarò: "Questo non è il compito di un presidente, e allo stesso modo non mi aspetterei che un leader di un paese straniero venga e violi le regole nazionali".[44]

Il 30 gennaio 2019 il governo saudita ha annunciato la conclusione dei lavori del Comitato Anticorruzione.[45][46] Durante l'operazione furono rastrellate circa 500 persone.[47] Le banche dell’Arabia Saudita hanno congelato più di 2.000 conti nazionali come parte della repressione.[48] Secondo il Wall Street Journal, il governo saudita ha preso di mira contanti e beni per un valore fino a 800 miliardi di dollari.[49] Le autorità saudite hanno affermato che l'importo era composto da beni per un valore compreso tra 300 e 400 miliardi di dollari che possono dimostrare essere collegati alla corruzione.[50][51]

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Jamal Khashoggi.

Un rapporto dell’ONU del 19 giugno 2019, redatto da Agnès Callamard, accusa il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman di essere responsabile dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi. Il rapporto dell'ONU parla di omicidio "premeditato", con prove credibili di responsabilità del principe ereditario dell'Arabia Saudita.[52]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Il principe è sposato il 6 aprile 2008 con sua cugina di primo grado, la principessa Sara, figlia del principe Mashour bin 'Abd al-'Aziz, fratellastro di suo padre, dalla quale ha avuto cinque figli, tre maschi e due femmine.[53]

Matteo Renzi leader del partito politico Italia Viva ed ex Presidente del Consiglio, ha dichiarato di essere suo amico in un'intervista riguardante l'omicidio [54] di Jamal Khashoggi.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
ʿAbd al-Raḥmān Āl Saʿūd Faysal bin Turki Āl Saʿūd  
 
Sāra bint Misharī Āl Saʿūd  
Abd al-Aziz dell'Arabia Saudita  
Sāra bint Aḥmad al-Sudayrī Ahmed Al Kabir bin Mohammed Al Sudairi  
 
?  
Salman dell'Arabia Saudita  
Aḥmad bin Muḥammad al-Sudayrī Muhammed bin Ahmed Al Kabir al-Sudayrī  
 
?  
Hassa bint Ahmad al-Sudayri  
Sharīfa bint ʿAli bin Muḥammad al-Suwayyid Ali bin Mohammed Al Suwayyid  
 
?  
Mohammad bin Salman Al Sa'ud  
Sultan bin Hathleen al-Ajmi Hathleen al-Ajmi  
 
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Falah bin Sultan al-Ajmi  
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Fahda bint Falah bin Sultan Al Hithalayn  
Abdullah ?  
 
?  
Munira bint Abdullah  
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Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Collare dell'Ordine di Isa bin Salman Al Khalifa (Bahrain) - nastrino per uniforme ordinaria
Collare dell'Ordine di Zayed (Emirati Arabi Uniti) - nastrino per uniforme ordinaria
Collare dell'Ordine di Hussein ibn' Ali (Giordania) - nastrino per uniforme ordinaria
Collare dell'Ordine di Mubarak il Grande (Kuwait) - nastrino per uniforme ordinaria
Collare dell'Ordine civile dell'Oman (Oman) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di I Classe dell'Ordine del Pakistan (Pakistan) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Cordone dell'Ordine della Repubblica (Tunisia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Jaroslav il Saggio (Ucraina) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Arabia Saudita: re Salman sostituisce principe ereditario col figlio, su lastampa.it, 21 giugno 2017. URL consultato il 21 giugno 2017 (archiviato il 21 giugno 2017).
  2. ^ Mohammed bin Nayef kingpin in new Saudi Arabia: country experts, in Middle East Eye, 1º febbraio 2015. URL consultato il 1º febbraio 2015 (archiviato il 10 ottobre 2017).
  3. ^ (EN) King Salman Restructures Government, su susris.com, 29 gennaio 2015. URL consultato il 9 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2018).
  4. ^ Il re dell’Arabia Saudita ha nominato suo figlio, il principe ereditario Mohammed bin Salman, primo ministro, Il Post, 27 settembre 2022.
  5. ^ Omicidio del giornalista Khashoggi, rapporto dell’ONU: vittima di un’esecuzione premeditata (archiviato dall'url originale il 19 giugno 2019).. Giordano Stabile. La Stampa. 19 giugno 2019.
  6. ^ قصة-السعودية-مع-الوزراء-الثلاثينيين, in Al Arabiya, 4 febbraio 2015. URL consultato il 28 marzo 2015 (archiviato il 10 marzo 2015).
  7. ^ a b Family Tree of Salman bin Abdulaziz bin Abdul Rahman Al Saud, su datarabia.com, Datarabia. URL consultato il 2 marzo 2013 (archiviato il 29 giugno 2013).
  8. ^ Council of Ministers: Membership, su Embassy of Saudi Arabia, Washington DC. URL consultato il 25 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2011).
  9. ^ HRH Prince Mohammed bin Salman bin Abdulaziz to inaugurate Cityscape Riyadh 2011, in AMEinfo, 31 ottobre 2011. URL consultato il 2 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2011).
  10. ^ Prince Sultan arrives to Bahrain to attend Bahrain Grand Prix, in Bahrain News Agency, 22 aprile 2012. URL consultato il 23 aprile 2012 (archiviato il 27 settembre 2013).
  11. ^ a b Profile: Prince Mohammed bin Salman bin Abdulaziz Al Saud (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015). Al Arabiya. 27 January 2015. accesso 28 February 2015
  12. ^ Crown Prince Salman arrives in Jeddah, in Saudi Gazette, 24 ottobre 2013. URL consultato il 2 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2014).
  13. ^ Leadership’s trust in me is my motivation – Muhammad, in Saudi Gazette, 3 marzo 2013. URL consultato il 2 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2014).
  14. ^ Prince Mohammad appointed president of crown prince court, in Saudi Business News, 2 marzo 2013. URL consultato il 2 marzo 2013 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2013).
  15. ^ Prince Mohammed bin Salman appointed Special Advisor to Crown Prince, in Asharq Alawsat, 3 marzo 2013. URL consultato il 12 aprile 2013 (archiviato l'11 marzo 2013).
  16. ^ Chairman of the Board, su MISK. URL consultato il 25 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2015).
  17. ^ Saudi King Abdullah passes away, in Al Arabiya, 23 gennaio 2015. URL consultato il 23 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 23 gennaio 2015).
  18. ^ Saudi Prince Mohammad bin Salman named defense minister, in Al Arabiya, 23 gennaio 2015. URL consultato il 23 gennaio 2015 (archiviato il 23 gennaio 2015).
  19. ^ Anthony H. Cordesman, Saudi Succession: The King Is Dead, Long Live the King, in Newsweek, 24 gennaio 2015. URL consultato il 26 gennaio 2015 (archiviato il 26 gennaio 2015).
  20. ^ a b Simeon Kerr, Saudi king stamps his authority with staff shake-up and handouts, in Financial Times, Riyadh, 30 gennaio 2015. URL consultato il 1º febbraio 2015 (archiviato il 15 settembre 2015).
  21. ^ Saudi and Arab allies bomb Houthi positions in Yemen, in Al Jazeera, 26 marzo 2015. URL consultato il 25 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2015).
  22. ^ (EN) Saudi king resets succession to cope with turbulent times, in Reuters, 29 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2015).
  23. ^ Ugo Tramballi, Arabia Saudita: rivoluzione economica per affrancarsi dall’«oro nero», in Il Sole 24 Ore, 26 aprile 2016. URL consultato il 4 marzo 2020 (archiviato il 20 febbraio 2020).
  24. ^ La “Vision 2030” dell’Arabia Saudita: l’economia fa da traino alla politica?, in Arab Press, 29 aprile 2016. URL consultato il 4 marzo 2020 (archiviato il 14 aprile 2019).
  25. ^ (EN) Crown Prince launched the Public Investment Fund's five-year strategy, su arabia-saudita.it, 24 gennaio 2021. URL consultato il 18 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2021).
  26. ^ (EN) Peter Waldman e Glen Carey, The Saudi Purge Isn't Just a Power Grab, in Bloomberg Businessweek, 9 novembre 2017. URL consultato il 12 novembre 2017 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2017).
  27. ^ (EN) Peter Bergen, Trump's uncritical embrace of MBS set the stage for Khashoggi crisis, in CNN, 17 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2018).
  28. ^ a b (EN) Alwaleed bin Talal, two other billionaires tycoons among Saudi arrests, in Daily Sabah, 4 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2017).
  29. ^ a b (EN) David D. Kirkpatrick, Saudi Arabia Arrests 11 Princes, Including Billionaire Waleed bin Talal, in The New York Times, 4 novembre 2017 (archiviato dall'url originale l'8 novembre 2017).
  30. ^ a b c d e f g (EN) 'Night of the beating': details emerge of Riyadh Ritz-Carlton purge, in The Guardian, 19 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2021).
  31. ^ a b c (EN) How Saudi Arabia's crown prince crushed his rivals at the Ritz, in NBC News, 3 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2021).
  32. ^ (EN) Eman Alhussein, Saudi Arabias centralized political structure: prospects and challenges. Handbook of Middle East Politics (XML), Edward Elgar Publishing, 2003, pp. 144–157, ISBN 978-1-80220-563-3.
  33. ^ a b (EN) Christopher M. Davidson, Mohammed bin Salman Al Saud: King in all but name (born 1985), in Dictators and Autocrats, Routledge, 2021, ISBN 978-1-003-10050-8.
  34. ^ (EN) Saudi Arabia's unprecedented shake-up, in The Economist, 5 novembre 2017. URL consultato il 6 novembre 2017.
  35. ^ (EN) The world should push the crown prince to reform Saudi Arabia, not wreck it, in The Economist, 9 novembre 2017. URL consultato l'11 novembre 2017.
  36. ^ (EN) Muqtedar Khan, Power Consolidation Or Failed Coup In Saudi Arabia?, in HuffPost, 4 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2017).
  37. ^ (EN) Frank Gardner, Saudi princes among dozens detained in anti-corruption purge, in BBC, 5 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2017).
  38. ^ (EN) Steven Mufson, What the royal purge means for Saudi Arabia — and its oil, in The Washington Post, 6 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2017).
  39. ^ (EN) Derek Stoffel, Saudi Arabia 'at a crossroads': What the arrests of several princes mean for the kingdom's future, in Canadian Broadcasting Corporation (CBC), 6 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2017).
  40. ^ (EN) Anshel Pfeffer, The Saudi purge: The real reason behind Mohammed bin Salman's unprecedented crackdown, in Middle East News, 8 novembre 2017 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2017).
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