Rapporto medico-paziente

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Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Per rapporto medico-assistito o medico-paziente si intende quell'insieme di attività e principi fondamentali che caratterizzano l'esercizio della professione medica.

Oggetto[modifica | modifica wikitesto]

Il rapporto medico-assistito si basa sui principi di perizia, prudenza e diligenza.

La fiduciarietà è l'elemento tipico e fondamentale del rapporto medesimo.

Il rispetto dell'assistito, in quanto persona libera, è la prima e la più importante delle norme che devono ispirare la condotta professionale. Ne deriva la necessità di un'adeguata informazione preliminare e il divieto a ricorrere a terapie scientificamente infondate o rischiose o non accettate dal paziente.

Anche il medico è libero di scegliere i mezzi e i procedimenti tecnici che ritiene più opportuni e idonei al caso concreto, potendo anche rifiutare la prestazione della propria opera professionale[1].

Se per tutta la sua storia tale rapporto è stato valutato, dal punto di vista giuridico, di natura extra-contrattuale, in Italia, per sentenza a Sezioni unite della Cassazione[2], dal 2008 si considera rapporto contrattuale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Codice di deontologia medica, art. 19
  2. ^ Cassazione Sezioni Unite Civile Sentenza n. 577 / 2008 udl 20 novembre 2007 dep 11 gennaio 2008

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • La responsabilità professionale del medico di Giovanni Buonomo, Roma : Il pensiero scientifico, 2008.

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