Polacche op. 40

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Polacche op. 40
CompositoreFryderyk Chopin
Tonalità
  • La maggiore
  • Do minore
Tipo di composizionePolacca
Numero d'opera40
Epoca di composizione
  • 1838 (n° 1)
  • 1838-1839 (n° 2)
PubblicazioneTroupenas, Parigi, 1840
Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1840
Wessel, Londra, 1841
DedicaJulian Fontana
Durata media5 minuti (op. 40, n. 1), 8 minuti (op. 40, n. 2)
Organicopianoforte
Movimenti
2 polacche:
  1. Allegro con brio (La maggiore), Militare
  2. Allegro maestoso (Do minore)
Polacca Op. 40 n. 1 (info file)
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Eseguita da Romuald Greiss su un pianoforte Budynowicz del 1850

Polacca Op. 40 n. 2 (info file)
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Eseguita da Luis Sarro

Le due Polacche Op. 40, la Polacca in La maggiore op. 40, n. 1 (soprannominata Polacca militare) e la Polacca in Do minore, op. 40, n. 2, furono composte da Fryderyk Chopin tra il 1838 e il 1839.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le due polacche dell'op. 40 furono scritte da Chopin in due momenti distinti. Sicuramente la prima era già stata composta prima che il musicista si recasse a Maiorca con George Sand nel novembre del 1838, come egli scrisse all'amico Camille Pleyel da Valldemossa.[1] La seconda polacca vide la luce sull'isola, tra la fine del 1838 e i primi mesi del 1839; probabilmente alcune rifiniture furono apportate ancora alla partitura quando Chopin rientrò a Nohant, anche perché la pubblicazione avvenne solo nel 1840, seppur ritardata dalle lunghe trattative con gli editori.[2]

Analisi[modifica | modifica wikitesto]

Polacca in La maggiore

Artur Rubinstein osservò che la polacca in La maggiore è il simbolo della gloria polacca, mentre la polacca in Do minore è il simbolo della tragedia polacca.[3]

Polacca in La maggiore, Op. 40, n. 1[modifica | modifica wikitesto]

In effetti la prima polacca dell'op. 40 è un brano dall'aspetto trionfale, sempre a ritmo di marcia senza mai un accenno di pausa; è un'opera scritta a gloria della Polonia, dei suoi momenti di grandezza militare; sembra che Chopin abbia voluto celebrare le vittorie del re Jan Sobieski con i suoi ussari polacchi contro l'esercito ottomano nel 1683.[2] Non vi è nulla che possa ricordare, come alcuni studiosi hanno pensato, le glorie passate e ormai defunte dell'aristocrazia polacca ormai assurte solo a simbolo.[4] La polacca ha una costruzione molto semplice e regolare, presenta un ciclo ternario ed è senza Introduzione. Si apre subito con un accordo di La maggiore e prosegue con il ritmo tipico della polonaise (croma, due semicrome, quattro crome).[5] La tonalità passa quindi in Re maggiore al centro della composizione nella sezione a trio, dopodiché si ripete l'apertura senza modifiche, tralasciando solo i segni di ripetizione. Il pezzo, che non presenta una Coda finale, è quasi interamente suonato forte o fortissimo, il che rende l'esecuzione veramente incisiva .

Durante l'invasione tedesca della Polonia del settembre 1939, all'inizio della seconda guerra mondiale, la Polskie Radio trasmise quotidianamente questo pezzo come protesta nazionalistica e per coinvolgere e mobilitare il popolo polacco.

Polacca in Do minore, Op. 40, n. 2[modifica | modifica wikitesto]

Meno nota della precedente e forse la più misconosciuta fra tutte le analoghe composizioni di Chopin, la Polacca in Do minore in realtà è un'opera di grande valore, intensa e di alti livelli emotivi, ricca di contrasti, oltre a essere di notevole interesse da un punto di vista strutturale e compositivo.[2] Se la Polacca in La maggiore è trionfale e ricorda la gloria della Polonia, la seconda riflette non solo il dolore per la situazione politica, ma anche quello per la lontananza dalla patria, sofferenza accentuata dalla condizione psico-fisica del compositore. Scritta interamente sull'isola di Maiorca, risente fortemente della malattia, accentuatasi durante il soggiorno a Valldemossa, e della condizione psicologica del musicista, turbato dall'atmosfera spettrale del monastero e per di più convinto, dentro di sé, aver poco da vivere.[2]

Questi sentimenti sono prevalenti soprattutto nella prima parte del brano, più tetra e desolata, segnata dai dodici accordi in Do minore ripetuti, ossessivi e oscuri; la drammaticità è più volte sottolineata dal contrasto tra il fortissimo di accordi seguiti immediatamente dal piano. Il tema principale, in antitesi con quello maestoso e gioioso della prima polacca, presenta una melodia triste suonata in ottave dalla sinistra, con frasi accennate suonate dalla mano destra. È intervallato da un tema apparentemente più sereno, prima di passare alla sezione del trio in La bemolle maggiore, che incorpora ritmi tipici della polacca; un ponte di grandissima efficacia lega quindi il trio alla ripresa dove il tema principale viene quindi ripetuto anche se in gran parte abbreviato e sfaldato, le armonie mutano e la melodia drammatica è riproposta dalla mano destra con un'intensa mestizia.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lettera di Fryderyk Chopin a Camille Pleyel, da Valldemossa, del 22 gennaio 1839, in Correspondance de Frédéric Chopin, Richard Masse, Parigi, 1953-1960
  2. ^ a b c d Gastone Belotti, Chopin, EDT, Torino, 1984
  3. ^ James Huneker, Chopin: The Man and His Music, Reeves, Londra, 1913.
  4. ^ Arthur Hedley, Chopin, Dent, Londra, 1949
  5. ^ a b Carlo Cavalletti, Due polacche per pianoforte op.40, su flaminioonline.it. URL consultato il 7 settembre 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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