Palazzo Vecchietti

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Palazzo Vecchietti
Veduta del palazzo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàFirenze
Indirizzovia de' Vecchietti 2 angolo via degli Strozzi 4
Coordinate43°46′17.82″N 11°15′10.67″E / 43.771617°N 11.252964°E43.771617; 11.252964
Informazioni generali
CondizioniIn uso

Palazzo Vecchietti è un edificio del centro storico di Firenze, situato tra via de' Vecchietti 2 e via degli Strozzi 4.

Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Vecchietti e il canto dei Diavoli prima delle demolizioni

I Vecchietti (già Del Vecchio) erano una delle più antiche e importanti famiglie fiorentine nel medioevo, ricordati anche da Dante Alighieri (Paradiso XV, 115-117).

L'edificio si sviluppa su un antico ceppo di case con torre angolare e loggia, tutte già di questa famiglia, le cui proprietà si estendevano sia nella zona dell'attuale via del Campidoglio, sia lungo la strada poi a loro intitolata, fino alla via dei Ferrivecchi, ora via degli Strozzi. Qui "si cominciò a murare la cantonata di bozzi" del nuovo palazzo della famiglia il 9 luglio 1578, come attestato da Agostino Lapini nel suo Diario fiorentino, per volontà di Bernardo Vecchietti e su disegno del Giambologna, in quegli anni ospite dello stesso Bernardo (cantiere chiuso attorno al 1584). Un modello in creta per un mascherone della facciata del Giambologna si trova oggi al Victoria and Albert Museum[1].

Passato ai Poltri e quindi ai Del Corona, il palazzo fu rimodernato da questi ultimi nel 1828-1829, su disegno dell'architetto Leopoldo Pasqui. Fu uno dei pochi edifici risparmiati dal Risanamento di questa zona, venendo in quell'occasione restaurato e dichiarato monumento nazionale. Furono ripristinati alcuni soffitti lignei, restaurata la facciata e la loggetta sul cortile, con il ritrovamento di decorazioni a sgraffito sui parapetti, rifacendo alcune decorazioni in pietra. Nel cortile vennero poi sistemati alcuni frammenti provenienti dalle prime demolizioni degli edifici circostanti (in particolare da piazza della Luna e via Strozzi, 1888-1890), costituendo una sorta di lapidario privato, prima della costituzione di quello pubblico nel Museo di San Marco[2].

Nel 1933, in occasione dell'acquisto dei locali da parte della Banca d'America e d'Italia, fu aperto un cantiere volto all'adeguamento della struttura alle nuove necessità, con opere di "sostituzione e di trasformazione" su progetto dell'ingegnere M. Luccioli[3].

Attualmente il palazzo ospita uffici della Deutsche Bank e, con accesso da via degli Strozzi, la residenza alberghiera "Palazzo Vecchietti Suites and Studio".

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il cortile

La parte basamentale della costruzione è di età molto antica. La facciata su via de' Vecchietti presenta un interessante esempio di soluzione tardo rinascimentale e sugli architravi delle finestre del piano nobile reca ripetuta due volte un'iscrizione che ricorda il nome di Bernardo Vecchietti e ostenta la data 1578. Sopra il portone segnato con il numero 2 è poi uno scudo con l'arme della famiglia Poltri (al monte di sei cime, sormontato da un corno da caccia, incatenato, con il capo di Santo Stefano).

L'altra facciata, che guarda a via degli Strozzi con sei assi, è frutto dell'intervento ottocentesco, e si caratterizza per la presenza di due balconi che si impongono ai lati del fronte. Anche da questo lato, sugli architravi delle finestre del piano nobile si sviluppano scritte che, dopo aver nuovamente richiamato Bernardo Vecchietti e la data 1578, ricordano Aloisio del Corona e la data (1828) degli interventi da lui promossi.

Sull'angolo, detto canto de' Diavoli, qualificato da plastiche bozze sfalsate, è in alto un bello scudo dello stesso Giambologna con l'arme dei Vecchietti (d'azzurro, a cinque ermellini montanti d'argento, 2.2.1, quelli in coppia affrontati). In basso è la copia in bronzo della scultura del Diavolino.

Dall'ingresso si accede attualmente al primitivo cortile quattrocentesco, con loggia decorata a graffiti[4] e scala del Giambologna, in cui sono raccolti frammenti lapidei provenienti dalle demolizioni degli edifici del centro storico. Nel breve ingresso su via Strozzi è conservato un elemento originale delle finestre progettate dal Giambologna, con una testa virile, a documentare sia come durante gli interventi ottocenteschi si sia volutamente ripreso il disegno antico, sia la differenza significativa nella fattura tra l'elemento originale e il moderno.

Il Diavolino del Giambologna[modifica | modifica wikitesto]

La copia in situ e l'originale nel museo Bardini del Diavolino di Gaimbologna

Sulla cantonata del palazzo, segnata oggi da una copia fedele, si trovava la scultura del Diavolino del Giambologna, il cui originale in bronzo è ora conservata presso il museo Bardini (dopo essere stato a lungo in Palazzo Vecchio, nella Terrazza di Saturno). Precisa Filippo Baldinucci: "Per Bernardo Vecchietti (Giambologna) fece il disegno della facciata di sua casa da' Ferravecchi, ed in sulla cantonata il bel satirino di bronzo accomodato a modo di potervisi adattare le insigne che in quei tempi usavansi dalla minuta gente in que' giuochi e pubblici trastulli che chiavansi le Potenze". Il riferimento è all'uso come porta-stendardo per la bandiera della Potenza Festeggiante del Mercato Vecchio, detta del Duca della Luna.

Il satiro venne presto popolarmente detto Diavolino in associazione col Canto dei Diavoli che qui insiste. Secondo la tradizione tale denominazione sarebbe legata a un miracolo di san Pietro Martire che nel 1243, durante una predica in Mercato Vecchio, avrebbe fatto sparire facendo il segno della croce nell'aria un cavallo nero imbizzarrito che minacciava la folla. Secondo alcune versioni il miracolo sarebbe avvenunto presso la colonna dell'Abbondanza (come si vede in un affresco di Vasari in Vaticano) e il cavallo sparito poi qui, oppure viceversa.

Opere già a palazzo Vecchietti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Scheda
  2. ^ Il centro di Firenze restituito. Affreschi e frammenti lapidei nel Museo di San Marco, a cura di Maria Sframeli, Firenze, Alberto Bruschi, 1989, pp. 113-114, poi capitolo sul lapidario in palazzo Vecchietti.
  3. ^ si vedano le fotografie degli ambienti rinnovati a corredo dell'articolo di Pier Luigi Nervi sulla Rivista del Sindacato Nazionale Fascista Architetti.
  4. ^ se ne veda l'ampia documentazione fotografica proposta dal Thiem.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Stemma Vecchietti del Giambologna
Portale con mascherone e mensole del Giambologna
  • Ferdinando Ruggieri, Studio d’architettura civile sopra gli ornamenti di porte, e finestre, colle misure, piante, modini, e profili, tratte da alcune fabbriche insigni di Firenze erette col disegno de’ più celebri architetti, 3 voll., Firenze, nella Stamperia Reale presso Gio. Gaetano Tartini e Santi Franchi, 1722-1728, I, 1722, tavv. 62-64;
  • Marco Lastri, Palazzo de' Vecchietti Collettori e Protettori di Belle Arti, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, VII, pp. 48-53;
  • Federico Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico artistico critica della città e contorni di Firenze, Firenze, Giuseppe e fratelli Ducci, 1842, p. 486;
  • Federico Fantozzi, Pianta geometrica della città di Firenze alla proporzione di 1 a 4500 levata dal vero e corredata di storiche annotazioni, Firenze, Galileiana, 1843, p. 101, n. 219;
  • Filippo Baldinucci, Notizie dei professori del disegno da Cimabue in qua, con nuove annotazioni e supplementi per cura di Ferdinando Ranalli, 5 voll., Firenze, V. Batelli e Compagni, 1845-1847, II, 1846, p. 574;
  • Giuseppe Formigli, Guida per la città di Firenze e suoi contorni, nuova edizione corretta ed accresciuta, Firenze, Carini e Formigli, 1849, p. 133;
  • Nuova guida della città di Firenze ossia descrizione di tutte le cose che vi si trovano degne d’osservazione, con piante e vedute, ultima edizione compilata da Giuseppe François, Firenze, Vincenzo Bulli, 1850, pp. 138-139;
  • L’illustratore fiorentino. Calendario storico per l’anno ..., a cura di Guido Carocci, Firenze, Tipografia Domenicana, 1880, pp. 83-84;
  • Iscrizioni e memorie della città di Firenze, raccolte ed illustrate da M.ro Francesco Bigazzi, Firenze, Tip. dell’Arte della Stampa, 1886, p. 148; Elenco 1902, p. 256;
  • Il Palazzo Vecchietti, in "Arte e Storia", X, 1891, 24, p. 192;
  • Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Lipsia, F.A. Brockhaus, 1910, n. 709;
  • Augusto Garneri, Firenze e dintorni: in giro con un artista. Guida ricordo pratica storica critica, Torino et alt., Paravia & C., s.d. ma 1924, pp. 127-128, n. LXXXVIII;
  • Francesco Lumachi, Firenze, nuova guida illustrata, storica-artistica-aneddotica della città e dintorni, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 1929
  • Pier Luigi Nervi, Banca d'America e d'Italia a Firenze: ing. M. Luccioli, in "Architettura. Rivista del Sindacato Nazionale Fascista Architetti", XII, 1933, 10, pp. 639-642;
  • Gunter Thiem, Christel Thiem, Toskanische Fassaden-Dekoration in Sgraffito und Fresko: 14. bis 17. Jahrhundert, München, Bruckmann, 1964, p. 70, n. 24, tavv. 41-46;
  • Walther Limburger, Le costruzioni di Firenze, traduzione, aggiornamenti bibliografici e storici a cura di Mazzino Fossi, Firenze, Soprintendenza ai Monumenti di Firenze, 1968 (dattiloscritto presso la Biblioteca della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Firenze Pistoia e Prato, 4/166), n. 709;
  • I Palazzi fiorentini. Quartiere di San Giovanni, introduzione di Piero Bargellini, schede dei palazzi di Marcello Jacorossi, Firenze, Comitato per l’Estetica Cittadina, 1972, p. 66, n. 107;
  • Touring Club Italiano, Firenze e dintorni, Milano, Touring Editore, 1974, p. 282;
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, IV, 1978, pp. 244-245;
  • Roberto Ciabani, I Canti: Storia di Firenze attraverso i suoi angoli, Firenze, Cantini, 1984, pp. 66-67;
  • Michael Bury, Bernardo Vecchietti: patron of Giambologna, in "I Tatti Studies", 1985, 1, pp. 13-56;
  • Il centro di Firenze restituito. Affreschi e frammenti lapidei nel Museo di San Marco, a cura di Maria Sframeli, Firenze, Alberto Bruschi, 1989.
  • Gian Luigi Maffei, La casa fiorentina nella storia della città dalle origini all’Ottocento, con scritti originali di Gianfranco Caniggia, appendici documentarie di Valeria Orgera, Venezia, Marsilio, 1990, p. 96;
  • Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, II, p. 717;
  • Touring Club Italiano, Firenze e provincia, Milano, Touring Editore, 2005, p. 257.
  • Francesca Carrara, Il magnifico Bernardo Vecchietti, cortigiano e committente in un inedito epistolario, in Giambologna: gli dei, gli eroi. Genesi e fortuna di uno stile europeo nella scultura, catalogo della mostra (Firenze, Museo Nazionale del Bargello, 2 marzo-15 giugno 2006) a cura di Beatrice Paolozzi Strozzi e Dimitrios Zikos, Firenze-Milano, Giunti Editore, 2006, pp. 302-314;
  • Mugelli Costruzioni 1913-2013. Un secolo di cantieri e restauri edili, Firenze, Tipografia San Marco, 2013, p. 198 (regesto dei lavori).

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