Mammarenavirus

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Mammarenavirus
A: Membrana virale envelope

B: Glicoproteine

C: Genoma costituito da 2 singoli-filamenti di RNA lineari :il segmento L di 5,7 kb e S di 2,8 kb. Entrambi hanno un'organizzazione ambisenso.[1]

D: Nucleoproteine

E: Ribosomi

F: RNAm

Classificazione scientifica
Dominio Riboviria
Regno Orthornavirae
Phylum Negarnaviricota
Subphylum Polyploviricotina
Classe Ellioviricetes
Ordine Bunyavirales
Famiglia Arenaviridae
Genere Mammarenavirus
Specie[2]

Mammarenavirus è un genere della famiglia di virus Arenaviridae[2] i cui membri sono generalmente associati a malattie (zoonosi) trasmesse dai roditori all'uomo. Il virus è solitamente associato ad un ospite roditore specifico che fa da serbatoio naturale per il virus.[3] Fino al 2014 il genere era conosciuto col nome di Arenavirus, quando il nome fu cambiato in Mammarenavirus per evitare confusione col nome della famiglia d'appartenenza.[4]

Le infezioni sostenute dai mammarenavirus sono relativamente comuni negli esseri umani in alcune delimitate aree del mondo e possono essere causa di malattie gravi (febbri emorragiche).

Il virus al microscopio elettronico mostra al suo interno i ribosomi acquisiti dalle cellule infettate. Per questo motivo hanno questo nome che deriva dal latino "arena", che significa "sabbia". Il loro materiale genetico, si compone solamente di RNA a singolo filamento. Non si conosce la metodica di replicazione e moltiplicazione virale nelle cellule ospiti; è noto solamente che le particelle virali emergono dalla superficie della cellula infettata per gemmazione.

Morfologia[modifica | modifica wikitesto]

Le particelle virali hanno un virione polimorfo, rotondeggiante, del diametro di 50-300 nm e presentano una superficie lipidica formato da un peplos con evidenti peplomeri, che racchiude due nucleocapsidi lassamente elicoidali, di forma circolare.[5] I mammarenavirus hanno un genoma ad RNA monofilamento ambisenso[6] o (SS(-) RNA di 11kb).[7][8]

Specie[modifica | modifica wikitesto]

Si conoscono 39 specie diverse di Mammarenavirus,[2] queste possono essere divise in due sierogruppi, che differiscono per le proprietà antigeniche e per distribuzione geografica.[9][10] Quando il virus è classificato del "Vecchio Mondo" o LCM questo significa che è stato trovato nel nell'emisfero orientale in luoghi come l'Europa, Asia e Africa. Quando si trova nell'emisfero occidentale, in paesi come l'Argentina, la Bolivia, il Venezuela, il Brasile e gli Stati Uniti, è classificato "New World". Il virus della coriomeningite linfocitica (Lymphocytic choriomeningitis virus LCM) è l'unico mammarenavirus che è presente in entrambe le aree, pur essendo classificato come un virus del Vecchio Mondo.

Classificazione di Mammarenavirus:

Distribuzione geografica dei mammarenavirus nel Nuovo Mondo con i loro serbatoi naturali
  • Mammarenavirus del Nuovo Mondo o Tacaribe, a loro volta suddivisi, in base alle sequenze NP, in:[11][12]
  • gruppo A - Tamiami, Flexal, Paraná, White Water Arroyo, Pichindé, Pirital.
  • gruppo B - Tacaribe, Junín, Machupo, Amaparí, Guanarito, Sabiá.
  • gruppo C - Latino, Oliveros.
  • altri: Chapare virus,
  • Mammarenavirus del Vecchio Mondo o LCM sono:
  • Gbagroube virus
  • Ippy virus o (IPPYV)
  • Kodoko virus
  • Lassa virus
  • Lujo virus
  • Luna virus
  • Lunk virus
  • Lymphocytic choriomeningitis virus
  • Merino Walk virus
  • Menekre virus
  • Mobala virus o (MOBV)
  • Mopeia virus o (MOPV)

Un terzo gruppo di virus è stato isolato dai serpenti, ma l'organizzazione del loro genoma è tipico dei mammarenavirus mentre le loro glicoproteine assomigliano a quelle di filovirus.[13]

Tipi di febbri emorragiche[modifica | modifica wikitesto]

Febbri emorragiche da Mammarenavirus
Virus[14] Primo isolamento Provenienza
VM (Vecchio Mondo),
NM (Nuovo Mondo)
Malattia e Paese[15][16] Ospite[17] Mortalità %[17] Livello di
sicurezza Laboratorio
[18]
LCMV 1933 VM e NM Corionmeningite linfocitica Mus musculus e domesticus <1%
Tacaribe virus (TCRV)[19] 1956 NM non patogeno Trinidad Artibeus lituratus
Junin virus (JUNV) 1958 NM Febbre emorragica argentina Calomis musculinus 15 - 30 BLS-4 alcuni ceppi
Machupo virus (MACV) 1963 NM Febbre emorragica boliviana Calomis callosus 25 BLS-4
Amaparí virus (AMAV) 1964 NM non patogeno Brasile Oryzomys capito, Neacomys guianae,
Artibeus spp. bats
Paraná virus (PARV) 1965 NM Paraguay Oryzomys buccinatus
Pichinde virus (PICV) 1965 NM non patogeno Colombia Oryzomys albigularis
Virus Lassa (LASV) 1969 VM e NM Febbre di Lassa Mastomys natalensis 15 BLS-4
Tamiami virus (TAMV)[20] 1970 NM Meningoencefalite felina (gatto) Everglades [21] Florida Sigmodon hispidus[22]
Cupixi (TCRV) 1970 NM non patogeno Brasile Oryzomys capito
Flexal virus (FLEV) 1975 NM non patogeno Brasile Oryzomys ssp
Oliveros virus (OLVV) 1989 NM non nota Argentina[23] Necromys benefactus
Sabia (SABV) 1990[12] NM Febbre emorragica brasiliana sconosciuto 33 BLS-4
Pirital virus (PIRV) 1995 NM non patogeno Venezuela Sigmodon alstoni
Allpahuayo virus (ALLV) 1997 NM non patogeno Northeastern Perù Oecomys bicolor e paricola
Guanarito virus (GTOV) 1998 NM Febbre emorragica venezuelana Sigmoidon alstoni, Zygodontomys brevicauda 25 BLS-4
Whitewater Arroyo Virus (WWA) 1999 NM Febbre emorragica del "southwestern United States" Neotoma spp 3 pz deceduti[24] BLS-3
Bear Canyon (BCNV) 2002 NM Western United States Peromyscus californicus
Chapare virus 2003 NM Febbre emorragica boliviana di Chapare[25] sconosciuto >30
Lujo virus (LUJV) 2008[26] VM Febbre emorragica sudafricana sconosciuto 80 BLS-4

Il virus della corionmeningite linfocitica o (LCMV), che causò nel 1933 una epidemia di meningite a San Luis, è stato il primo di questa famiglia ad essere riconosciuto. Il virus Tacaribe (TCRV) di Trinidad scoperto nel 1956 ha la unica caratteristica di avere come ospite un pipistrello della famiglia degli Artibeus.[27]

Il virus africano di Lassa (LASV), ha il suo serbatoio in una specie di roditori molto diffusa del genere Mastomys, ciò fa sì che si stimano da 100.000 a 500.000 infezioni umane annue nei paesi dell'Africa occidentale, questo virus solo nel 20% dei casi porta a febbri emorragiche gravi talvolta fatali.[28]

Serbatoi naturali[modifica | modifica wikitesto]

I mammarenavirus che sono causa di zoonosi, trovano come serbatoio naturale in varie specie di roditori, ogni specie di roditore è specifica per uno specifico virus. Il roditore infetto non mostra segni di malattia pur essendo un portatore cronico del virus. La trasmissione tra i topi può avvenire durante il parto, per i virus del Vecchio Mondo, oppure durante la lotta tra gli esemplari con il morso, per i virus del Nuovo Mondo.

Questo tipo di infezione nel serbatoio animale è chiamata "infezione persistente tollerante".[29][30] Il meccanismo associato con questo tipo di infezione sembra essere la deplezione selettiva di linfociti T specifici per il virus, dal momento che in questi animali vi è una mancanza di risposta dei linfociti T citotossici.[31]

Nell'uomo l'infezione può avvenire per contatto accidentale con gli escrementi di topi infetti che contaminano alimenti (per trasmissione orale) o per contatto diretto di pelle abrasa o ferita con gli escrementi di roditori o per inalazione di minuscole particelle inquinate di urina o saliva di roditori (per trasmissione aerosolica).

Il contagio inter-umano è noto solo per i virus di Lassa e il virus Machupo.

I virus del nuovo Mondo o Tacaribe sono associati a serbatoi naturali di roditori della famiglia Muridae sottofamiglia Sigmodontina, mentre quelli del Nuovo mondo o LCN sono associati a roditori del tipo Muridae, sottofamiglia Murinae. Fa eccezione il virus Tacaribe di Trinidad che è associato come serbatoio ad un pipistrello.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Cann, Alan, Principles of molecular virology, Amsterdam, Elsevier Academic Press, 2005, pp. 101, ISBN 0-12-088787-8.
  2. ^ a b c Virus Taxonomy: 2019 Release, su talk.ictvonline.org, International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV), luglio 2019. URL consultato il 25 giugno 2020.
  3. ^ (EN) Arenaviruses | CDC Special Pathogens Branch, su cdc.gov (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2013).
  4. ^ Michael J. Buchmeier et al., Rename one (1) genus and twenty-five (25) species in the family Arenaviridae (PDF), su talk.ictvonline.org, International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV). URL consultato il 25 giugno 2020.
  5. ^ Michele La Placa, Principi di Microbiologia Medica XIII Ed.2012, Società Editrice Esculapio, 2012, pp. 499–, ISBN 978-88-7488-511-4.
  6. ^ Nancy Khardori, Bioterrorism Preparedness: Medicine - Public Health - Policy, John Wiley & Sons, 21 agosto 2006, pp. 205–, ISBN 978-3-527-60773-0.
  7. ^ James H. Strauss e Ellen G. Strauss, Viruses and Human Disease, Academic Press, 21 settembre 2007, pp. 191–, ISBN 978-0-08-055316-0.
  8. ^ Claude M. Fauquet, M.A. Mayo, J. Maniloff, U. Desselberger, L.A. Ball, Virus Taxonomy: VIIIth Report of the International Committee on Taxonomy of Viruses, Academic Press, 15 luglio 2005, pp. 733–, ISBN 978-0-08-057548-3.
  9. ^ Genus:Mammarenavirus, su talk.ictvonline.org, International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV). URL consultato il 25 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2020).
  10. ^ PLOS Pathogens: Chapare Virus, a Newly Discovered Arenavirus Isolated from a Fatal Hemorrhagic Fever Case in Bolivia, su plospathogens.org. URL consultato il 29 marzo 2013.
  11. ^ (EN) Dominique J Burri, Joel Ramos da Palma, Nabil G Seidah, Giuseppe Zanotti, Laura Cendron, Antonella Pasquato, Stefan Kunz, Differential Recognition of Old World and New World Arenavirus Envelope Glycoproteins by Subtilisin Kexin Isozyme 1 (SKI-1)/site 1 Protease (S1P), in PubMed, vol. 87, n. 11, giugno 2013, pp. 6406-14, DOI:10.1128/JVI.00072-13, PMID 23536681.
  12. ^ a b (ES) Fiebres hemorrágicas por arenavirus en Venezuela++VITAE Academia Biómedica Digital, su vitae.ucv.ve.
  13. ^ M. D. Stenglein, C. Sanders, A. L. Kistler, J. G. Ruby, J. Y. Franco, D. R. Reavill, F. Dunker e J. L. DeRisi, Identification, Characterization, and In Vitro Culture of Highly Divergent Arenaviruses from Boa Constrictors and Annulated Tree Boas: Candidate Etiological Agents for Snake Inclusion Body Disease, in mBio, vol. 3, n. 4, 2012, pp. e00180-12–e00180-12, DOI:10.1128/mBio.00180-12, ISSN 2150-7511 (WC · ACNP).
  14. ^ AM. Archer, R. Rico-Hesse, High genetic divergence and recombination in Arenaviruses from the Americas., in Virology, vol. 304, n. 2, dicembre 2002, pp. 274-81, PMID 12504568.
  15. ^ (RN) South American Arenavirus Diseases | GIDEON - Global Infectious Diseases and Epidemiology Network, su gideononline.com.
  16. ^ http://what-when-how.com/Tutorial/Viruses-And-Human-Disease/Viruses-And-Human-Disease-00182.html, su what-when-how.com. URL consultato il 4 aprile 2013.
  17. ^ a b (EN) Arenaviridae Biology, su stanford.edu.
  18. ^ Mandy Elschner, Sally Cutler, Manfred Weidmann, Patrick Butaye, BSL3 and BSL4 Agents: Epidemiology, Microbiology and Practical Guidelines, John Wiley & Sons, 20 luglio 2012, pp. 338–, ISBN 978-3-527-64509-1. URL consultato il 29 marzo 2013.
  19. ^ Tacaribe Virus Causes Fatal Infection of An Ostensible Host, the Jamaican Fruit Bat, su jvi.asm.org. URL consultato il 29 marzo 2013.
  20. ^ CF. Fulhorst, MD. Bowen; TG. Ksiazek; PE. Rollin; ST. Nichol; MY. Kosoy; CJ. Peters, Isolation and characterization of Whitewater Arroyo virus, a novel North American arenavirus., in Virology, vol. 224, n. 1, ottobre 1996, pp. 114-20, DOI:10.1006/viro.1996.0512, PMID 8862405.
  21. ^ WC. Winn, FA. Murphy, Tamiami virus infection in mice and cotton rats., in Bull World Health Organ, vol. 52, n. 4-6, 1975, pp. 501-6, PMID 182400.
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  23. ^ JN. Mills, H. Alva; BA. Ellis; KD. Wagoner; JE. Childs; G. Calderón; DA. Enría; PB. Jahrling, Dynamics of oliveros virus infection in rodents in central Argentina., in Vector Borne Zoonotic Dis, vol. 7, n. 3, 2007, pp. 315-23, DOI:10.1089/vbz.2006.0599, PMID 17760514.
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  25. ^ (EN) PLOS Pathogens: Chapare Virus, a Newly Discovered Arenavirus Isolated from a Fatal Hemorrhagic Fever Case in Bolivia, su plospathogens.org.
  26. ^ T. Briese, JT. Paweska; LK. McMullan; SK. Hutchison; C. Street; G. Palacios; ML. Khristova; J. Weyer; R. Swanepoel; M. Egholm; ST. Nichol, Genetic detection and characterization of Lujo virus, a new hemorrhagic fever-associated arenavirus from southern Africa., in PLoS Pathog, vol. 5, n. 5, maggio 2009, pp. e1000455, DOI:10.1371/journal.ppat.1000455, PMID 19478873.
  27. ^ B. Vainrub, R. Salas, Latin American hemorrhagic fever., in Infect Dis Clin North Am, vol. 8, n. 1, marzo 1994, pp. 47-59, PMID 8021448.
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  29. ^ KM. Johnson, JB. McCormick; PA. Webb; ES. Smith; LH. Elliott; IJ. King, Clinical virology of Lassa fever in hospitalized patients., in J Infect Dis, vol. 155, n. 3, marzo 1987, pp. 456-64, PMID 3805773.
  30. ^ RB. MACKENZIE, HK. BEYE; L. VALVERDE; H. GARRON, EPIDEMIC HEMORRHAGIC FEVER IN BOLIVIA. I. A PRELIMINARY REPORT OF THE EPIDEMIOLOGIC AND CLINICAL FINDINGS IN A NEW EPIDEMIC AREA IN SOUTH AMERICA., in Am J Trop Med Hyg, vol. 13, luglio 1964, pp. 620-5, PMID 14196061.
  31. ^ JI. Maiztegui, Clinical and epidemiological patterns of Argentine haemorrhagic fever., in Bull World Health Organ, vol. 52, n. 4-6, 1975, pp. 567-75, PMID 1085212.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Testi[modifica | modifica wikitesto]

Riviste[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]