Iyad bin Amin Madani

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Īyād bin Amīn Madanī

Īyād bin Amīn Madanī (in arabo إﻳﺎﺩ ﺑﻦ ﺍﻣﻴﻦ ﻣﺪﻧﻲ?; La Mecca, 26 aprile 1946) è un politico saudita.

È stato Segretario generale dell'Organizzazione della cooperazione islamica dal 2014 a novembre 2016, primo saudita a ricoprire tale carica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nativo della Mecca[1][2], dopo aver conseguito una laurea in Gestione della produzione nell'Arizona State University nel 1969[1][3], l'anno seguente Madanī iniziò la sua carriera come responsabile amministrativo della Saudi Airlines.[2][3] Poi si occupò di media; primo come caporedattore della Saudi Gazette fino al 1999.[4] Negli stessi anni diresse l'organizzazione ʿOkāẓ[5] per la stampa e l'editoria, fino alle sue dimissioni nell'aprile 1993.

Nominato membro dell'Assemblea consultiva dell'Arabia Saudita[6], vi rimase fino al 1999, quando divenne ministro per il Hajj[6], posizione che ricoprì fino al febbraio 2005.[7][8]

Successivamente fu nominato ministro della Cultura e dell'Informazione[9], succedendo a Fuʾād bin ʿAbd al-Salām al-Farsī, che a sua volta fu promosso ministro per il Hajj. Il 1º agosto 2005 Madanī, in qualità di ministro dell'Informazione, annunciò la morte del re Fahd alla televisione di Stato.[10]

Due anni più tardi, fu eletto a capo dell'Agenzia di stampa Islamic International News Agency (IINA)[11] e dell'Organizzazione per la radiodiffusione islamica. Nel 2009, fu sostituito da 'Abd al-'Aziz bin Mohyi el-Din Khoja nella carica di ministro dell'Informazione.[12] Durante il suo mandato, Madanī destò le critiche dell'ambiente religioso saudita a causa della sua tolleranza nei confronti delle pubblicazioni che mettevano in discussione i forti effetti negativi dell'establishment religioso in Arabia Saudita.[13][14]

Il 10 marzo 2012 fu nominato presidente del Knowledge Economic City a Medina, in sostituzione di Sāmī Moḥsen Barūm.[7][15]
Fu anche vice-presidente della Fondazione King 'Abd Allah bin 'Abd al-'Aziz per lo sviluppo dell'edilizia abitativa.[15]

Divenne quindi Segretario generale dell'Organizzazione della cooperazione islamica (OIC), durante la 39ª sessione del Consiglio dei ministri degli Affari Esteri degli Stati membri dell'OIC a Gibuti a novembre del 2012.[16]
Il 2 febbraio 2013, Arab News anticipò che Madanī avrebbe sostituito Ekmeleddin Ihsanoğlu come Segretario generale dell'OIC.[17] La sua nomina fu ufficializzata dopo il 12° vertice dell'OIC, svoltosi l'8 febbraio 2013 al Cairo.[4], ma il suo mandato di Madanī come Segretario generale dell'OIC divenne effettivo soltanto a partire da gennaio del 2014.[18]

A ottobre del 2016 rassegnò le dimissioni, asserendo di avere problemi di salute, e a seguito delle proteste egiziane per aver deriso il presidente egiziano Abd al-Fattah al-Sisi che aveva detto di aver avuto solo acqua nel suo frigorifero per gran parte della sua vita.[19][20]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b OIC head to hand over seat to Iyad Madani, in Anadolu Agency, 8 febbraio 2013. URL consultato il 9 febbraio 2013.
  2. ^ a b New OIC Chief Iyad Madani, in Asharq Alawsat, 10 febbraio 2013. URL consultato il 5 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2013).
  3. ^ a b Bringing everyone together, in Arizona State University, September 2013. URL consultato il 14 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2014).
  4. ^ a b Madani elected as new OIC chief, in Saudi Gazette, Cairo, 8 febbraio 2013. URL consultato il 9 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2013).
  5. ^ Nome di 'Ukāẓ, celebre mercato arabo peninsulare in età preislamica.
  6. ^ a b P K. Abdul Ghafour, Cabinet Reshuffle Likely Next Month — Report, in Arab News, 13 aprile 2003. URL consultato il 2 marzo 2013.
  7. ^ a b Knowledge Economic City announces the appointment of the Chairman and the Vice Chairman of the Board of Directors, su madinahkec.com, Knowledge Economic City. URL consultato il 29 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2013).
  8. ^ New Ministers Take Oath, in Saudi Gazette, 17 febbraio 2005. URL consultato il 29 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2013).
  9. ^ Cabinet reshuffle affects four ministries, in Samirad, 8 febbraio 2005. URL consultato il 2 marzo 2013.
  10. ^ Rasheed Aboul Samh, Smooth succession, in Al Ahram Weekly, vol. 754, 4–10 August 2005. URL consultato il 4 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2013).
  11. ^ IINA, Organization of Islamic Broadcasting boards meet in Riyadh Tuesday, in The Daily Star, Riyadh, KUNA, 26 febbraio 2007. URL consultato il 10 febbraio 2013.
  12. ^ Saudi king overhauls the country’s leadership, in Al Arabiya, Riyadh, 14 febbraio 2009. URL consultato il 29 settembre 2012.
  13. ^ Saudi King reshuffles ministries, in TVNZ, 15 marzo 2009. URL consultato il 14 marzo 2013.
  14. ^ Saudi woman becomes deputy minister, in Al Jazeera, 14 febbraio 2009. URL consultato il 14 marzo 2013.
  15. ^ a b Saudi- Iyad Madani likely to be next OIC secretary-general, in MENAFN, Arab News, 3 febbraio 2013. URL consultato il 9 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2013).
  16. ^ 39th Session of OIC Foreign Ministers Council issues Djibouti Declaration, su saudiembassy.net, Embassy od Saudi Arabia, 17 novembre 2012. URL consultato il 3 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2013).
  17. ^ P. K. Abdul Ghafour, Iyad Madani set to become OIC chief, in Arab News, 2 febbraio 2013. URL consultato il 2 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2013).
  18. ^ Ibrahim El Redy, Exclusive: Iyad Madani Set to Become OIC Chief as of Jan 2014, in Amwal Al Ghad, 4 febbraio 2013. URL consultato il 4 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2013).
  19. ^ As Egypt quarrels with Saudi Arabia, it is finding new friends, in The Economist, 25 novembre 2016. URL consultato il 27 novembre 2016.
  20. ^ Secretary-General of pan-Islamic bloc quits after mocking Egyptian president, in Independent, 2 novembre 2016. URL consultato il 27 novembre 2016.
  21. ^ Semakan Penerima Darjah Kebesaran, Bintang dan Pingat, su istiadat.gov.my. URL consultato il 18 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2019).

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