Irtaco

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Irtaco
Sagaciclo troiano
Nome orig.Ὕρτακος
1ª app. inIliade di Omero
Caratteristiche immaginarie
Sessomaschio
Luogo di nascitaTroia
Professionecacciatore

Irtaco (in greco antico Ὕρτακος) è un personaggio della mitologia greca.

Mitologia[modifica | modifica wikitesto]

Le fonti presentano Irtaco come il nobile troiano che sposò Arisbe, dopo che venne ripudiata da Priamo[1]. Da lei ebbe i due eroi Asio e Niso[2], che allevò entrambi sul monte Ida, facendone degli esperti cacciatori. Asio una volta cresciuto fondò la città di Arisbe, così chiamata in onore della madre, e ne divenne il primo re. Nell'Eneide Irtaco è detto padre anche di Ippocoonte[3].

I tre figli di Irtaco si resero tutti protagonisti di gesta valorose. Parteciparono alla guerra di Troia, nella quale Asio venne ucciso per mano di Idomeneo. Alla caduta della città, Niso e Ippocoonte seguirono Enea in Italia. Qui combatterono contro i Rutuli di Turno. Nel corso di questo nuovo conflitto fu Niso a trovare la morte, trafitto dagli uomini di Volcente[4][5].

 " Quelli che stavano intorno a Practio e a Percote
e Sesto e Abido avevano e Arisbe divina,
di questi era a capo l'Irtacide Asio, guidatore d'eroi,
Asio Irtacìde, che da Arisbe portavano cavalli,
fulvi, grandi, e dal fiume Selleento ".

(Omero, Iliade, libro II, traduzione di Rosa Calzecchi Onesti)

 " Subito Enea invita coloro che desiderino
gareggiare con le veloci frecce, e annunzia i premi,
e con mano possente innalza l'albero della nave di Seresto,
e sospende alla cima dell'albero una volante colomba
legata con una fune, alla quale dirigano i colpi.
S'adunarono gli uomini, e un elmo di bronzo accolse le sorti
gettate; esce per primo tra favorevoli grida
davanti a tutti il posto dell'irtacide Ippocoonte "

(Virgilio, Eneide, libro V, traduzione di Luca Canali)

 " Niso custodiva la porta, fortissimo in armi
figlio di Irtaco, che ad Enea aveva mandato compagno
l'Ida folto di cacce, veloce con l'asta e con le lievi frecce "

(Eneide, libro IX, traduzione di Luca Canali)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pseudo-Apollodoro, Biblioteca, 3. 12. 5
  2. ^ Virgilio, Eneide, 5. 294; 9. 177 & 406
  3. ^ Virgilio, Eneide, 5. 492
  4. ^ Omero, Iliade, 2. 837
  5. ^ Pseudo-Apollodoro, Biblioteca, IV, 3. 35

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Mitologia greca: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di mitologia greca