Ippone (donna greca)

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Ippone (III-II sec. a.C. circa – III-II sec. a.C. circa) è stata una nobile greca antica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlia o nipote di Teossena (figlia di Erodico, principe di Tessaglia), visse in Grecia, in Beozia.

L'armata navale del re Filippo V di Macedonia attaccò il territorio, massacrando la famiglia di Teossena. Hippone invece venne rapita e portata con gli assalitori in nave. Dai loro discorsi capì la loro intenzione di violentarla, quindi per difendersi si buttò in mare, suicidandosi.

La leggenda vuole che le onde abbiano accompagnato il suo corpo sul lido eritreo, e chi la trovò secondo le usanze la seppellì. Per il suo gesto acquisì fama tra i marinai e i corsari, tanto che divenne nota anche in Eritrea: venne quindi spostata in un sepolcro ritenuto degno di onorare la sua memoria.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Libro Delle Donne Illustri, Tradotto per Giuseppe Betussi, Capitolo LI, di Giovanni Boccaccio, ed. Pietro Nicolini da Sabbio, 1547, pp. 67–68
  • Il Proprinomio historico, geografico, e poetico, di Barezzo Barezzi, Venezia, 1643, p. 332.
  • Il Petrarcha con l'espositione di M. Gio. Andrea Gesualdo, ed. Alessandro Griffio, Venezia, 1581, p. 378.
  • Della quarta deca di Tito Livio, Libro decimo in Le Deche di Tito Livio Padovano delle Istorie Romane, ed. Mainardi, 1800, p. 127.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]