Il roseto

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Il roseto
Titolo originaleGulistan
Saadi nel giardino del roseto, manoscritto del Gulistan, ca. 1645.
AutoreSaˁdi
1ª ed. originale1258
Genereraccolta di racconti
Sottogenereprosastico-poetico
Lingua originalepersiano
Il poeta Sa'di conversa di notte con un giovane amico nel giardino. Miniatura dal Gulistan. Herat, 1427, Dublino

Il roseto è un'opera prosastica-poetica scritta da Saˁdi, ritenuta dai critici letterari una delle più significative della letteratura persiana classica, oltreché una delle più popolari.[1][2]

Una pagina di prefazione

Il libro è costituito da 8 capitoli – ognuno dei quali contiene dei racconti istruttivo-educativi –, introdotto da una gustosa prefazione. I racconti esplorano le maggiori questioni delle varie tipologie umane, con uno spirito ottimistico, ma anche satirico.[3]

Il testo è in prosa ritmica, espresso in modo chiaro ed elegante, sintetico ma – nello stesso tempo – fertile e bilanciato. L'autore riuscì ad esprimere tutte le grandi potenzialità della lingua persiana, sia per le forme sia per lo stile.

Purtroppo, le varie traduzioni non riescono a riprodurre con efficacia e fedeltà le qualità dell'originale, essendo il libro – appunto – scritto in prosa ritmica.

Le tematiche affrontate dall'autore furono: la condotta dei re, lo stato di derviscio, i pregî dell'accontentarsi, l'utilità del tacere, la giovinezza e l'amore, la debolezza e la vecchiaia, gli effetti dell'educazione, assieme a degli apoftegmi vari.

Molti degli aforismi contenuti dell'opera, sono diventati un modo di dire popolare anche nel mondo occidentale.[4]

Il Gulistan ha ispirato molti intellettuali e scrittore di tutto il mondo e – per quanto riguarda l'Occidente – è sufficiente citare La Fontaine, Voltaire – che tradusse lui stesso l'opera in lingua francese –,[5] William Jones, Ralph Waldo Emerson.

Traduzioni[modifica | modifica wikitesto]

Frontespizio della traduzione di André du Ryer

Il roseto venne introdotto in Occidente dalla traduzione francese di André du Ryer nel 1634. Friedrich Ochsenbach si basò su questo lavoro per tradurla in lingua tedesca due anni dopo. In seguito Georgius Gentius produsse una versione in latino nel 1651.[6]

Il Gulistan è stato tradotto in svariate lingue. È stato tradotto in lingua inglese innumerevoli volte: Stephen Sullivan (Londra, 1774), James Dumoulin (Calcutta, 1807), Francis Gladwin (Calcutta, 1808, prefazione di Ralph Waldo Emerson),[7] James Ross (Londra, 1823),[8] S. Lee (Londra, 1827), Johnson (Londra, 1863), John T. Platts (Londra, 1867), Edward Henry Whinfield (Londra, 1880), Edwin Arnold (Londra, 1899), Launcelot Alfred Cranmer-Byng (Londra, 1905), Celwyn E. Hampton (New York, 1913) e Arthur John Arberry (Londra, 1945). Più recentemente si possono citare le traduzioni di Omar Ali-Shah (1997) e di Wheeler M. Thackston (2008).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le Muse, De Agostini, Novara, 1965, volume V, pagina 444.
  2. ^ Franklin Lewis, GOLESTĀN-E SAʿDI, su Encyclopædia Iranica, 15 dicembre 2001. URL consultato il 15 novembre 2015.
  3. ^ Homa Katouzian, Sa‘di, The Poet of Life, Love and Compassion (PDF), Oneworld Publications, 2006, ISBN 978-1-85168-473-1 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2011).
  4. ^ Will James DurantAriel Durant, The Story of Civilization, 11 volumi, Simon & Schuster, New York, 1935-1975, volume IV: «The Age of Faith», pagina 326.
  5. ^ William Raleigh Price, The symbolism of Voltaire's novels, with special reference to Zadig (TXT), New York Columbia University Press, 1911, p. 79.
  6. ^ J. T. P. de Bruijn, «Iranian Studies in the Netherlands», in: Iranian Studies, volume numero 20, fascicolo numero 2/4, Taylor & Francis, Abingdon-on-Thames, 1987, pagina 169.
  7. ^ Saʻdī, Ralph Waldo Emerson e James Ross, The Gulistan, or, Rose garden, Ticknor and Fields, 1865. URL consultato il 5 marzo 2022.
  8. ^ Internet History Sourcebooks, su sourcebooks.fordham.edu. URL consultato il 5 marzo 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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