Henuttaui (sacerdotessa)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Rilievo in arenaria di una sacerdotessa egizia. Brooklyn Museum

Henuttaui (... – ...; fl. XI-X secolo a.C.) è stata una sacerdotessa egizia vissuta durante la XXI dinastia (XI/X secolo a.C.), sul cui corpo mummificato sarebbero state rinvenute tracce di nicotina e cocaina.

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

Quasi nulla è noto circa la sua vita. Fu sacerdotessa e cantrice del Tempio di Amon a Tebe, e dopo la sua morte il corpo fu imbalsamato e sepolto nella necropoli di Deir el-Bahari. Dopo la scoperta della sua tomba, la sua mummia divenne proprietà di re Ludovico I di Baviera che la acquistò nel 1845 da un viaggiatore inglese di nome Dodwell[1]; il sovrano ne fece poi dono allo Staatliches Museum Ägyptischer Kunst di Monaco, dove si trova tuttora (reperto ÄS 57)[2]. Il sarcofago, un tempo al Museo Archeologico Nazionale di Lisbona[3], oggi si trova anch'esso a Monaco[4].

Analisi e dibattiti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1992, la tossicologa tedesca Svetlana Balabanova individuò tracce di cocaina, hashish e nicotina nei capelli di Henuttaui, così come in quelli di molte altre mummie del Museo: dato inconsueto e anomalo, siccome la cocaina e la nicotina provengono dalle piante della coca e del tabacco, native delle Americhe e ritenute del tutto assenti dall'Africa fino ai viaggi di Colombo[5].

Questi risultati furono interpretati, dagli assertori dei contatti fra i popoli precolombiani e gli antichi Egizi, come riprova delle loro teorie. Ciononostante, due successive analisi su altri gruppi di mummie egizie e resti umani fallirono nel riprodurre pienamente i risultati della Balabanova, fornendo risultati positivi per la sola nicotina[5][6].

Dopo tali esperimenti, anche ammettendo che la cocaina sia stata rinvenuta sulle mummie, parrebbe verosimile imputare la sua presenza a una contaminazione avvenuta in epoca successiva alla scoperta. Il medesimo argomento si potrebbe applicare alla nicotina; non fosse che, fra le varie piante che possono fornire la nicotina, due di queste, la Withania somnifera e l'Apium graveolens, erano note e utilizzate nell'antico Egitto[6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Transatlantic Trade in Cocaine and Tobacco: Was America a Phœnician Colony?, su askwhy.co.uk. URL consultato il 9 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2014).
  2. ^ Rice, M., Who is who in Ancient Egypt, 1999 (2004), Routledge, Londra, ISBN 0-203-44328-4, pp. 64-65.
  3. ^ Daressy, G. (1907), “Les cercueils des prètres d'Ammon”, ASAE 8, p. 19.
  4. ^ Porter, B. & Moss, R., Topographical bibliography of ancient Egyptian hieroglyphic texts, reliefs and paintings. I. The Theban necropolis, part 2. seconda edizione, Oxford University Press 1964, p. 639.
  5. ^ a b "Curse of the Cocaine Mummies" scritto e diretto da Sarah Marris. (Produttori: Hilary Lawson, Maureen Lemire e narrato da Hilary Kilberg). Una produzione TVF in associazione con Discovery Channel, 1997.
  6. ^ a b Counsell, David J. "Intoxicants in Ancient Egypt? Opium, nymphea, coca, and tobacco", in David, Rosalie (ed), Egyptian mummies and modern science, Cambridge University Press 2008, pp. 211-15. ISBN 978-0-511-37705-1

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • "Curse of the Cocaine Mummies" scritto e diretto da Sarah Marris. (Produttori: Hilary Lawson, Maureen Lemire e narrato da Hilary Kilberg). Una produzione TVF in associazione con Discovery Channel, 1997.
  • Counsell, David J. "Intoxicants in Ancient Egypt? Opium, nymphea, coca, and tobacco", in David, Rosalie (ed), Egyptian mummies and modern science, Cambridge University Press 2008, pp. 211–15. ISBN 978-0-511-37705-1
  • American Drugs in Egyptian Mummies, su faculty.ucr.edu. URL consultato il 9 agosto 2016 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2009).