Eretmophorus kleinenbergi

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Eretmoforo
Stato di conservazione
Dati insufficienti[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa Bilateria
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
SuperclasseGnathostomata
ClasseActinopterygii
SottoclasseNeopterygii
InfraclasseTeleostei
SuperordineParacanthopterygii
OrdineGadiformes
FamigliaMoridae
GenereEretmophorus
SpecieE. kleinenbergi
Nomenclatura binomiale
Eretmophorus kleinenbergi
Giglioli, 1889

L'eretmoforo (Eretmophorus kleinenbergi) è un pesce abissale della famiglia Moridae dell'ordine Gadiformes.

Distribuzione ed habitat[modifica | modifica wikitesto]

Endemico del mar Mediterraneo, nei mari d'Italia è rarissimo. È stato catturato a Napoli, nello stretto di Messina e nel mar Ligure.
Si crede che viva in profondità e faccia vita pelagica.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questo pesce ha un aspetto stranissimo ed inconfondibile. Il corpo è abbastanza tozzo nella parte anteriore ma si va assottigliandosi ed all'altezza del peduncolo caudale è molto stretto. Il ventre è prominente con una strana sporgenza di forma più o meno triangolare. La pinna dorsale è unica, lunga, di altezza uniforme. con un lobo anteriore che può sembrare una pinna separata. La pinna anale è simmetrica alla dorsale. La pinna caudale è piccola mentre le pinne pettorali sono ampie. Le pinne ventrali sono molto grandi ed hanno dei raggi liberi allungatissimi, di cui due per parte portano all'estremità un'espansione membranosa a forma di remo.
Il colore è rosa arancio con bande verticali rossastre che si estendono sulle pinne anale e dorsale.
Non supera i 10 cm.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Della biologia di questa specie non si sa nulla. Si sono fatte numerose ipotesi tra cui che si tratti di una forma giovanile di un altro gadiforme ancora ignoto.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie ed il'Rhynchogadus hepaticus furono attribuiti alla famiglia Eretmophoridae attualmente inclusa tra i Moridae.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • TORTONESE E. (1975), Osteichthyes - Fauna d'Italia vol. XI, Calderini, Bologna
  • COSTA F., (1991), Atlante dei pesci dei mari italiani, Mursia, Milano

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