Elmo di Polizzello

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Elmo di Polizzello
Autoresconosciuto
DataElmo in bronzo di origine Cretese
Materialebronzo
Dimensioni0,20×0,21×0,16 cm
UbicazioneMuseo archeologico regionale di Caltanissetta, Caltanissetta

L'elmo di Polizzello è un elmo di produzione cretese in bronzo del VII secolo a.C., perfettamente conservato, presenta incisa sul paraguancia la figura di un guerriero.[1]

Esso proviene dagli scavi del sito archeologico di Polizzello vicino a Mussomeli in provincia di Caltanissetta. Esso, dopo un accurato restauro, è conservato ed esposto nei moderni locali del Museo archeologico regionale di Caltanissetta sito in Contrada Santo Spirito vicino all'Abbazia di Santo Spirito.

Un altro esemplare, gemello di questo manufatto, è conservato al Museum für Kunst und Gewerbe di Amburgo.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'elmo in bronzo manca del cimiero posto al suo vertice, la forma è a globo leggermente allungata verso il vertice punto di inserimento del cimiero. Sono quattro i fogli di bronzo, di spessore medio pari ad 1 cm, con cui è stato realizzato il manufatto. I fogli sono tutti fissati tra loro con dei rivetti, la coppia superiore forma la calotta vera e propria, mentre due coppie più piccole formano la protezione laterale dell'elmo. Le due lamine inferiori sono rivolte leggermente all'esterno definendo così il paranuca. Sul lato sinistro è possibile osservare un'incisione con un motivo a freccia a due linee che forma una cornice entro la quale si scorge il disegno di un oplita con elmo e scudo.

Il reperto è stato trovato, nella campagna di scavi che si è protratta dal 2000 al 2006, nel sacello B insieme ad altri importantissimi reperti quali il guerriero di Polizzello (figurina fittile di un guerriero itifallico) ed una lunga lancia.

Importanza storica[modifica | modifica wikitesto]

Questo elmo di fattura cretese,[2] gemello di un elmo proveniente da Afrati (Aphratì-Arkades nella provincia cretese di Candia)[3][4] del tutto identico, anche per il disegno dell'oplita inciso sul paraguance, fu probabilmente prodotto dallo stesso artigiano.[5] I due elmi, unici conosciuti di questa fattura al mondo,[5] sono stati esposti insieme in occasione della mostra "Sikania" insieme ad altri reperti della Sicilia centro-meridionale.[6] Il secondo elmo è di proprietà del Museum für Kunst und Gewerbe di Amburgo, questo prima era di un privato Cretese.[6]

L'elmo è di poco successivo alla fondazione di Akragas, esso potrebbe essere stato un oggetto preda di guerra oppure un dono di un oplita cretese.[4] Poiché mancante del cimiero, che non è stato ritrovato nel sito, si ritiene possa esserne stato privo nel momento della posa nel sito di Polizzello e quindi era un manufatto privato di un qualunque uso bellico, ciò spiega l'ipotesi del dono o della preda bellica.[5]

L'importanza storica del reperto sta nel fatto che esso testimonia della relazione esistente tra i cretesi siciliani, che furono i fondatori di Gela, e i cretesi della madre patria. Probabilmente è questo reperto l'ultimo testimone della lunga storia dei Cretesi in Sicilia.[4]

Infatti, il sito del ritrovamento è stato abbandonato, probabilmente per la conquista da parte del tiranno agrigentino Falaride, successivamente al 560-550 a.C..[4][7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Evento - «Preziosi doni per gli dei e per gli uomini», su archeo.it, 22 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  2. ^ C. Guzzone (ed.), Sikania. Tesori archeologici della Sicilia centro-meridionale, Catalogo della Mostra, Catania 2006, pp. 246-247; D. Palermo, Un elmo di bronzo cretese dalla Sicilia, in Kreta in der geometrischen und archai- schen Zeit, Internationales Kolloquium (DAI Athen, gennaio 2006), in c.d.s.
  3. ^ H. Hoffmann, Early Greek Armorers, Mainz am Rhein 1972, pp. 5-6, fig. 1, tav. 13
  4. ^ a b c d Dario Palermo, I Cretesi in Sicilia: identità e processi di trasformazione | Dario Palermo - Academia.edu, su academia.edu, pp. 261-2.
  5. ^ a b c D. Palermo, D. Palermo, Doni votivi e aspetti del culto nel santuario indigeno della Montagna di Polizzello | Dario Palermo - Academia.edu, su academia.edu, pp. 267-8.
  6. ^ a b patrimonio sos: in difesa dei beni culturali e ambientali, su patrimoniosos.it, 13 dicembre 2012.
  7. ^ Dario Palermo, Polizzello -, su academia.edu, 1981, p. 147.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rosalba Panvini, Carla Guzzone, Dario Palermo, Polizzello: Scavi del 2004 nell'area del santuario arcaico dell'acropoli, Regione Siciliana - Assessorato dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione Dipartimento dei Beni Culturali, Ambientali, dell’Educazione Permanente, dell’Architettura e dell’Arte Contemporanea, 2009, p. 84, ISBN 978-88-6164-132-7.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]