Elezioni parlamentari in Corea del Nord del 2009

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Elezioni parlamentari in Corea del Nord del 2009
Stato Bandiera della Corea del Nord Corea del Nord
Data
8 marzo
Legislatura XII
Assemblea Assemblea popolare suprema
Leader
Partito
Seggi
606 / 687


Primi ministri
Kim Yong-il (2009-2010)
Choe Yong-rim (2010-2013)
Pak Pong-ju (2013-2014)

Le elezioni parlamentari in Corea del Nord del 2009 si tennero l'8 marzo per il rinnovo dell'Assemblea popolare suprema.[1]

Secondo la KCNA, l'agenzia di stampa statale nordcoreana, l'affluenza fu del 99,98%, con ogni candidato che ricevette il 100% dei voti, ovviamente senza opposizione.[2]

Venne presentato un solo candidato per ogni circoscrizione, e tutti i candidati facevano parte dell'unica coalizione legale in Corea del Nord, il Fronte Democratico per la Riunificazione della Patria.[3][4]

Il dittatore Kim Jong-il venne candidato (e quindi eletto) nella circoscrizione n° 333.[5] Inizialmente era previsto che le elezioni si tenessero nell'agosto 2008[6] ma vennero rinviate per motivi sconosciuti. Gli osservatori della Corea del Nord ipotizzarono che la posticipazione fosse legata alla cattiva salute di Kim Jong-il,[1] che difatti morì due anni dopo.

Preparazioni[modifica | modifica wikitesto]

L'11° Assemblea popolare suprema venne sciolta e il 7 gennaio 2009 vennero indette elezioni per le 687 circoscrizioni elettorali della Corea del Nord.[1] Le elezioni dovevano tenersi originariamente secondo la costituzione della Corea del Nord nell'agosto 2008.[6]

La posticipazione non venne ufficialmente spiegata, ma si crede che fosse correlata alla salute di Kim Jong-il, morto due anni dopo. Le elezioni arrivarono anche dopo un significativo rimpasto di governo negli ultimi mesi, che vide la sostituzione di almeno 5 membri del governo. Le elezioni sono state indette per l'8 marzo 2009 consentendo un congedo per un periodo di "campagna elettorale" di 60 giorni.[1]

Dopo lo scioglimento, i comitati di nomina in tutti i 687 distretti nominarono Kim Jong-il a candidarsi alle elezioni. Il 333º distretto fu il primo a presentare la candidatura, così egli decise di candidarsi in quel distretto. Nella precedente assemblea, Kim Jong-il rappresentava il 649º distretto elettorale.[7]

Procedure di voto[modifica | modifica wikitesto]

La registrazione degli elettori fu condotta dagli uffici di registrazione dei residenti dell'Agenzia di sicurezza nazionale. Il completamento delle liste elettorali ebbe anche l'effetto collaterale di scoprire residenti scomparsi che potrebbero aver disertato e lasciato il paese. Emersero accuse di tangenti pagate a funzionari che conducevano campagne di registrazione per dichiarare deceduti i membri delle famiglie che disertarono.[8] Il termine ultimo per la registrazione degli elettori per le elezioni fu il 4 marzo 2009.[9]

Le tangenti stesse vennero trascurate dall'Agenzia di sicurezza nazionale poiché il governo nordcoreano richiede che le liste siano complete per garantire che ci sia il 100% di affluenza alle urne. È più facile considerare le persone scomparse come morte che avere una lista di elettori incompleta.[8]

Il voto per i deputati dell'Assemblea popolare suprema nel 2009 consisteva nell'utilizzo di schede cartacee contenenti il nome di un singolo candidato nominato in ogni distretto. Per indicare il sostegno al candidato, una scheda elettorale veniva lasciata nella casella senza contrassegno. Se l'elettore non sosteneva un candidato, doveva cancellare il nome del candidato prima di rinunciare alla votazione.[10]

Il metodo di voto era diverso dalle elezioni precedenti. Nelle elezioni precedenti, il sistema consisteva in due urne in ogni seggio elettorale. Le urne, una nera e una bianca, dovevano indicare il sostegno a favore o contro un candidato.[10] Non esiste un sistema per gestire le votazioni per assenza per i nordcoreani che vivono all'estero e non sembra esserci un sistema di voto avanzato.[11] I voti per procura vennero ordinati dai familiari dei disertori nordcoreani che erano stati detenuti nelle carceri in Cina.[12] Tutte le votazioni e la convalida dei rendiconti ufficiali sono supervisionate dal Comitato elettorale centrale.[11]

Il voto dovrebbe essere un processo segreto, ma con tale metodo di votazione diventa ovvio chi si oppone ai candidati. Le sanzioni per votare contro un candidato o per non votare sono severe. Un membro dell'Agenzia di sicurezza nazionale era di stanza in ogni seggio elettorale per tenere d'occhio le persone che usavano o guardavano la penna.[13]

Giorno delle elezioni[modifica | modifica wikitesto]

Il giorno delle elezioni iniziò con la pubblicazione di editoriali su tutti i media statali, incoraggiando la partecipazione degli elettori.[14] La votazione iniziò ufficialmente alle 9:00 ora locale.[15] Anche i cittadini di nazioni straniere residenti in Corea del Nord vennero incoraggiati a votare se lo desideravano.[16]

A mezzogiorno del giorno delle elezioni, l'agenzia di stampa centrale coreana riferì che il 71% degli elettori nordcoreani registrati si era presentato a votare.[17]

Gli elettori della Corea del Nord si vestirono bene per il giorno delle elezioni, indossando i tradizionali Hanbok coreani.[18]

L'elezione più seguita fu quella della circoscrizione n° 333, dove l'unico candidato era il dittatore Kim Jong-il. Il 9 marzo 2009, i media statali nordcoreani annunciarono che Kim Jong-il era stato rieletto in parlamento all'unanimità. Il comitato elettorale dichiarò anche che il 99,98% di tutti gli elettori registrati aveva preso parte alle votazioni, con il 100% dei voti per il proprio candidato in ciascun distretto.[2]

L'elezione fu un evento in gran parte pacifico, ma a Mundeuk, nella provincia del P'yŏngan Meridionale, si verificarono alcuni atti vandalici sui manifesti dei candidati con graffiti contro le elezioni.[19]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Coalizione Liste Voti % Seggi
Fronte Democratico per la Riunificazione della Patria Partito del Lavoro di Corea 100 606
Partito Socialdemocratico di Corea 50
Partito Chondoista Chongu 22
Chongryon 6
Altri 3
Totale 100 687
Affluenza 99,98
Fonte:[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) N Korea announces March election, 7 gennaio 2009. URL consultato l'8 dicembre 2020.
  2. ^ a b c IPU PARLINE database: DEMOCRATIC PEOPLE'S REPUBLIC OF KOREA (Choe Go In Min Hoe Ui), ELECTIONS IN 2009, su archive.ipu.org. URL consultato il 9 dicembre 2020.
  3. ^ (EN) Reuters Staff, N.Korea vote may point to Kim successor, in Reuters, 8 marzo 2009. URL consultato l'8 dicembre 2020.
  4. ^ Kim secures seat after winning all the votes - CNN.com, su edition.cnn.com. URL consultato l'8 dicembre 2020.
  5. ^ (EN) Choe Sang-Hun, In North Korean Poll, Observers Look Down Ballot (Published 2009), in The New York Times, 8 marzo 2009. URL consultato l'8 dicembre 2020.
  6. ^ a b East Asia/Southeast Asia :: Korea, North — The World Factbook - Central Intelligence Agency, su cia.gov. URL consultato l'8 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2020).
  7. ^ Past news, su web.archive.org, 13 marzo 2009. URL consultato l'8 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2009).
  8. ^ a b (EN) Lee Sung Jin, Increasing "Deaths" ahead of SPA Election, su Daily NK, 9 marzo 2009. URL consultato l'8 dicembre 2020.
  9. ^ North Korea ends registration for upcoming election, su news.asiaone.com. URL consultato il 9 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2009).
  10. ^ a b (EN) The Korea Herald, The Korea Herald, su koreaherald.com. URL consultato l'8 dicembre 2020.
  11. ^ a b Copia archiviata, su web.archive.org. URL consultato l'8 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2009).
  12. ^ (EN) Lee Sung Jin, Defectors Detained in Chinese Prison Cast Proxy Votes, su Daily NK, 16 marzo 2009. URL consultato l'8 dicembre 2020.
  13. ^ A guide to voting in North Korea | Japan Probe, su web.archive.org, 30 marzo 2009. URL consultato il 9 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 30 marzo 2009).
  14. ^ All Citizens Called upon to Turn out in Election, su kcna.co.jp. URL consultato il 9 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2009).
  15. ^ KPA Servicepersons Participate in Voting, su web.archive.org. URL consultato il 9 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2009).
  16. ^ All Voters Participate in Voting, su web.archive.org. URL consultato il 9 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2009).
  17. ^ (EN) Bloomberg Politics - Bloomberg, su Bloomberg.com. URL consultato il 9 dicembre 2020.
  18. ^ (EN) Choe Sang-Hun, Amid a Vote, North Korea Awaits Clues to Its Future (Published 2009), in The New York Times, 9 marzo 2009. URL consultato il 9 dicembre 2020.
  19. ^ (EN) Daily NK, Anti-election Graffiti around Pyongang Province, su Daily NK, 14 aprile 2009. URL consultato il 9 dicembre 2020.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]