Dream of Fair to Middling Women

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Dream of Fair to Middling Women
AutoreSamuel Beckett
1ª ed. originale1992
Genereromanzo
Lingua originaleinglese

Dream of Fair to Middling Women è un romanzo di Samuel Beckett pubblicato postumo nel 1992, ma risalente al 1932.

L'autore lo scrisse all'Hotel Trianon di Parigi, all'età di 26 anni, e lo sottopose a diversi editori, senza che nessuno lo volesse pubblicare, giudicandolo troppo rischioso, troppo scandaloso o troppo letterario[1]. Si decise a lasciarlo in un cassetto e a riutilizzarne in parte il materiale. Nel 1961 cedette il manoscritto al critico Lawrence E. Harvey che, a sua volta, lo diede al Dartmouth College nel 1971. Dopo la morte dell'autore, grazie a Jérôme Lindon (e con il consenso dell'autore stesso che ne aveva dato il permesso "qualche tempo dopo la mia morte"), il libro è stato pubblicato da Eoin O'Brien ed Edith Fournier contemporaneamente per Arcade (in collaborazione con Riverrun Press) di New York e per Black Cat Press di Dublino. James Knowlson, biografo ufficiale dell'autore[2], lo considera un tentativo fallito di allontanarsi dal maestro Joyce (con il quale in effetti era entrato allora in contatto[3]), ma probabilmente un altro motivo che ha convinto Beckett a desistere dalla pubblicazione sono stati i contenuti a tratti troppo erotici e riferiti a relazioni illecite riconoscibili dalle persone coinvolte.

In italiano è apparso un frammento, a cura di Aldo Tagliaferri, nella raccolta Disjecta (Milano: Egea, 1983) dal titolo Sogno di donne attraenti o mediamente attraenti.

Il protagonista è tale Belacqua, ispirato al personaggio dantesco, innamorato di due donne, Smeraldina-Rima e Alba; i tre poi ricompariranno nei racconti di Più pene che pane.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Samuel Beckett, Dream of Fair to Middling Women, New York: Arcade, 1992

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dall'introduzione di Richard Seaver alla prima ed. inglese. Nella stessa si riporta il giudizio anonimo di un editore che lo definì "un'imitazione servile di Joyce".
  2. ^ l'intero capitolo 7 del suo Damned to Fame è dedicato al periodo del romanzo, con la ricostruzione delle sue circostanze compositive e del suo destino editoriale.
  3. ^ Lo stesso Beckett, in una lettera a Charles Prentice del 15 agosto 1931 dichiara che il libro "puzza di Joyce".

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • James Knowlson, Damned to Fame: the Life of Samuel Beckett, 1996, trad. di Giancarlo Alfano, Torino: Einaudi, 2001 ISBN 88-06-14347-6
  • John Peling (a cura di ), Beckett's Dream Notebook, Reading: Beckett Estate Foundation, 1999

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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