Discussione:Filosofia/archivio

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Manca un chiaro riferimento al fatto che sin dalle sue origini, per giungere ai secoli XVI-XVII (nascita delle scienze moderne), con il termine "filosofia" si intendesse qualcosa di affatto diverso da quanto si intenda ora. In particolare la scissione tra le scienze della natura (filosofia naturalis) e la riflessione etico(-estetico)-morale-esistenziale (che oggi siamo certamente disposti ad conservare come parte del significato del termine "filosofia", attribuendole il ruolo specifico di oggetto privilegiato di studio delle cosiddette discipline umanistiche) non era affatto sentita come tale. Vi era altresì una ovvia distinzione tra i diversi ambiti di indagine e riflessione, ma tale distinzione non era affatto istituzionalizzata e teorizzata come lo può essere oggi. L'odierna distinzione si basa su molti fattori: certamente uno di essi è assai antico, incentrato sul postulato di una distinzione ontologica radicale tra uomo e natura, e sulla conseguente giustificazione della supremazia intellettuale delle discipline aventi rispettivamente l'uomo o un determinato ambito del mondo naturale quale oggetto privilegiato di ricerca (in chiave soggettivistica e oggettivistica, e secondo i metodi specifici. Si veda ad esempio la storica diatriba tra idealismo e positivismo).


Il termine "neutrosofia" non è affatto d'uso comune, nè ha rispondenza con qualche disciplina abitualmente insegnata nelle università. Mi sembra improprio affiancarla alla altre sottodiscipline filosofiche.

  • Concordo pienamente sulla questione delle "neutrosofia": onestamente non ne ho mai sentito parlare. In ogni caso, anche se esistesse, non potrebbe certo essere inserito tra le discipline filosofiche fondamentali. Sarà al massimo una corrente particolare o un indirizzo di ricerca minore. Provvederò a eliminare la definizione dalla pagina. Se qualcuno ne sa qualcosa può sempre cercarla nella cronologia e trasformarla in un articolo specifico. Daviboz 17:42, ott 24, 2005 (CEST)
  • Anche la teoria dei valori e l'assiologia non possono essere considerate discipline filosofiche fondamentali, così come la filosofia della percezione e la metafilosofia. La filosofia dell'educazione altro non è che la pedagogia. Sarebbe meglio creare degli articoli specifici, anziché inserirli nella suddivisione principale creando così confusione.Daviboz 18:14, ott 24, 2005 (CEST)

Onde avere maggiore chiarezza e organicità nell'elenco delle discipline filosofiche, propongo di trasformare le diverse forme di riflessione filosofica sulle scienze in una sotto categoria della filosofia della scienza. Propongo inoltre di introdurre l'ordine alfabetico. Daviboz 17:46, ott 24, 2005 (CEST)


Mi pare che la prima parte sia eccessivamente intricata e prolissa (c'è, secondo me anche un uso eccessivo delle parentesi) e penso che la prima sottointestazione (quindi l'indice) si trovi troppo in basso. Necessiterebbe una revisione della parte introduttiva. Che ne pensate? greg 00:50, 14 dic 2005 (CEST)[rispondi]


Ma se ci mettiamo un pò di coraggio in più ed esordiamo dicendo qualcosa di banale del tipo "La filosofia è il ragionare sulle forme del pensiero nel modo più generale ed astratto possibile" non è meglio? oppure possiamo direttamente fare l'elenco, molto materialmente, come fanno sul wikipedia inglese (precisando poi che effettivamente ogni scuola ha la sua definizione di filosofia)? Essendo una enciclopedia non è che dobbiamo fare un saggio sul concetto di filosofia, dobbiamo darne una definizione abbastanza congruente con quello che è il modo in cui viene oggi percepita nella nostra società. Secondo me così come è scritto si ottiene un'effetto fuga. Gat

etimologia....[modifica wikitesto]

<<Originariamente, "filosofia" significava "l'amore per la saggezza". "Philo-" deriva dalla parola greca philein, che significa amore, e "-sofia", dal greco sophia, o saggezza. >> credo sia il caso di utilizzare le lettere greche e magari non mettere il verbo all'infinito.. che ne dite? --Guidoz 05:10, 8 mag 2006 (CEST)[rispondi]

Qualche precisazione[modifica wikitesto]

Scusa, nel paragrafo "Nascita della filosofia" leggo: «Oggi tra le due correnti si sembra preferire quella occidentalista che vede in Grecia la nascita e lo sviluppo di questa nobile dottrina.»
Intanto "si sembra" mi risulta nuova, e poi non credo che questa sia una visione molto aggiornata della situazione storico-critica. La stessa partizione fra Orientalisti e Occidentalisti è alquanto obsoleta, almeno che si condiderino l'Abbagnano e Geymonat ancora utili per lo studio della storia della filosofia. Perché non citare Semerano? Anche solo per dare una scossa a una palude un po' morta... --Ermetis 12:29, 28 set 2006 (CEST)[rispondi]

Altre precisazioni[modifica wikitesto]

«Per il fatto che questi insegnanti [i sofisti] accettassero denaro come compenso del loro insegnamento filosofico [...], oltre che per il metodo [...], essi erano spesso mal visti (uno dei più famosi di essi Protagora, venne addirittura esiliato per le sue affermazioni "scandalose" intorno alla divinità).»

A mio parere, la frase principale, privata dai vari incisi, non suona molto bene. Ma la cosa più importante è quella evidenziata: "essi [i sofisti?] erano spesso mal visti". "mal visti" da chi ? A questo punto, l'inciso (quello che riguarda Protagora) sembra suggerire "dal popolo". Ma non è affatto vero: i sofisti avevano fama e potere in tutta la Grecia! Erano "mal visti" dai filosofi, come Socrate o Platone, a causa del loro spregiudicato relativismo (basta pensare a Gorgia), ma non di certo dalla popolazione. L'esilio di Protagora non lo ricordo, sinceramente, ma non credo che da quell'evento si possa risalire ad una affermazione del tipo "essi erano spesso mal visti" (dalla popolazione), mentre la frase "erano spesso mal visti dai filosofi" non ha nessuna attinenza con l'inciso su Protagora (che era un sofista, anche se "diverso" dagli altri). Credo sia opportuno fare delle modifiche oppure eliminare la frase direttamente e riscriverla. Provvederò io stesso appena possibile.

  • Il paragrafetto "Filosofia e matematica" sembra scritto da un matematico, specie la seconda parte. Vorrei vedere un filosofo in grado di spiegare Fichte (o Kant) ad un non-filosofo in meno di dieci minuti, per poi chiedere al non-filosofo che cosa ha capito, anche a livello intuitivo. In filosofia, come in matematica, se non si hanno le "giuste basi" (che sicuramente non tutti hanno) non si va avanti. Nessuno può capire, ad esempio, l'equazione di un'onda armonica se non ha la più pallida idea di cosa sia un'onda armonica, neanche a livello intuitivo. Concludo: allo stesso modo in cui esistono in entrambe le discipline cose "intuitive" (le quattro operazioni fondamentali in matematica, la differenza tra mito e logos in filosofia), esistono cose che solo una forte specializzazione può aiutare a comprendere (il teorema di Banach-Steinhaus in matematica, l'epicherema, l'ilemorfismo aristotelico, o l'eterogenesi dei fini, per citare qualcosa di facile, in filosofia).

Non dico che tale paragrafo sia "non-NPOV", ma asserisco che le informazioni in esso contenute sono alquanto dubbie et hanno l'apparenza più di una "critica" che di una "conciliazione". A mio parere, bisognerebbe mostrare, invece, come/dove filosofia et matematica siano "simili", exempli gratia nella logica, et non criticare una disciplina in modo da elogiare indirettamente l'altra (basta leggere i primi righi del paragrafetto: subito si scorge una critica alla filosofia). A criticare siamo bravi tutti, a conciliare non credo :-) Dark AfterMath 16:32, 29 dic 2006 (CET)[rispondi]

Voce non chiara[modifica wikitesto]

La voce Filosofia semplicemente non funziona, non riesce a dare l'idea di cosa sia la filosofia ad un ipotetico fruitore ignorante. Forse, invece che puntare a spiegare cosa è la filosofia (obiettivo forse impraticabile stando sotto le 100 pagine), sarebbe meglio scrivere una brevissima introduzione, magari limitata all'etimologia e per il resto fornire le informazioni, ovvero i collegamenti atti a permettere che il lettore possa farsi un'idea sull'argomento leggendo le pagine relative ai vari autori, gli scritti di storia della filosofia e le varie introduzioni ai filosofi. Di questo se ne sono accorti anche gli inglesi che nella loro wikipedia hanno riempito di avvisi ogni paragrafo della voce phylosophy, è evidente che qualcosa di radicale è da fare per migliorare la voce. Cosa ne pensate?

Difficilmente una voce come "filosofia" diventerà "chiarissima" per tutti, addetti ai lavori et non. Tuttavia, anche quel "poco" di chiarezza che una voce come questa può avere è assente. Per migliorarla, credo sia d'obbligo citare un filosofo (all'inizio della voce) che definisca, in pochissime parole, la filosofia (ve ne sono in abbondanza di questi aforismi). Proprio come nella Wiki inglese, una sezione dedicata a delle vere et proprie "definizioni" di filosofia, ordinate cronologicamente per autore, renderebbe la voce molto più chiara ad un ipotetico ignorante. Chi ha tempo et volontà, potrebbe già mettersi all'opera. --Dark AfterMath 19:02, 14 gen 2007 (CET)[rispondi]

Mi sembra che l'elenco dei filosofi più importanti sia incompleto da un lato e ridondante dall'altro.

Cosa aggiungerei? Parmenide, Eraclito, Democrito, Agostino, Leibniz, Berkeley, Hume, Kierkegaard (tutti questi autori hanno portato contributi fondamentali al dibattito filosofico introducendo nuove problematiche o soluzioni)

Cosa toglierei? Emerson, Voltaire (non mi sembrano essenziali, Voltaire non è un filosofo, ma un divulgatore)

Socrate, Platone, Aristotele, Plotino, Tommaso d'Aquino, Cartesio, Spinoza, Locke, Kant, Hegel, Schopenhauer, Emerson, Nietzsche, Husserl, Heidegger, Wittgenstein, Voltaire.


Ho eliminato la lista. Un'elenco del genere non nè utile nè interessante. Chiunque potrebbe obbiettare che ci siamo "dimenticati" di X, il più grande/famoso/importante di tutti i tempi. Gli elenchi specifici di esponenti di una certa corrente li ho lasciati, perchè sono molto più oggettivi di una lista di filosofi "famosi". Cat 18:29, 29 gen 2007 (CET)[rispondi]

L'incipit di questa voce la trovo molto nebulosa. Non si può aprire una voce su un argomento così complesso dicendo che La definizione di filosofia rimane un problema filosofico di per sè. Può essere una frase bella e profonda, ma per un lettore che legga la voce perchè realmente non sa cosa sia la filosofia questo esordio lo stimola probabilmente a dedicarsi ad altri svaghi. Propenderei per una definizione che anche sia un abbozzo, il più generale possibile per non propendere per nessuna delle idee espresse attorno alla questione, ma che dia comunque un'idea complessiva. Proporrei di cancellare anche la frase Ma ancor più problematica risulta da comprendere la questione del "cominciamento" filosofico. Se la filosofia indaga se stessa dialetticamente, dove possiamo collocare il suo domandare? , sempre chiarendo che non si tratta di giudizi sulla frase in sè ma sull'opportunità di porre simili riflessioni nell'incipit. Nick 18 dic 2007, 19:17 (CET)

Capisco il problema che poni. Auspicherei tuttavia una proposta diversa, se ritieni possa essere migliorativa. Come si può comprendere leggendo anche dei dizionari filosofici, o anche dei semplici vocabolari, il problema di cosa sia la filosofia è il problema stesso della filosofia. La filosofia, in quanto ricerca della conoscenza, si interroga innanzitutto e per lo più sulla sua possibilità e sui suoi limiti. Dunque è naturale, secondo me, che l'incipit della voce filosofia chiarisca subito questo punto. A differenza, che so, della fisica, della chimica o anche solo della psicologia, l'oggetto della filosofia è...sè stessa;qualsiasi definizione della filosofia in qualche modo contraddice l'essenza della filosofia in quanto ricerca aperta. Posto il problema, come dicevo attendo proposte. --Antiedipo 19:25, 18 dic 2007 (CET)[rispondi]

divisione della filosofia[modifica wikitesto]

tutte i problemi finora sviluppati intorno alla concezione di filosofia potrebbero essere risolti con una semplice divisione tra "concetto scientifico" e "concetto filosofico": ovvio che il primo gode della necessità della definizione, così come la stessa wikipedia è una enciclopedia, cioè un prodotto storico figlio del pensiero francese del 700; il concetto filosofico è invece il risualtato della sua 'a-storicità. Questa critica deriva dalla begriffgeshichte di Brunner e Coselleck, che sono storici, e non filosofi. Insomma, la filosofia va posta su due piani diversi: per far capire a chi non è filosofo la passione che la filosofia esercita su altre persone, non basta dare una definizione scientifica, ma una definizione a-storica. e il problema investe sopratutto il concetto di 'meraviglia" citato all'inizio:la filosofia innanzitutto è una tecnologia(e così c'è la definizione scientifica), che nasce dalla meraviglia di una civiltà specifica, la greca, che non ammirava nè contemplava, ma si stupiva che le cose stessero così e non in un altro modo. Vedere il mondo con "occhi greci" significa camminare per la strada e accorgersi dell'ordine delle api, del volo a V degli uccelli, della grandezza della luna rispetto al sole,e porsi,solo in seguito, la domanda su cos'è l'uomo, cosa sono gli dei, cosa è il linguaggio,cos'è l'essere; che sono le domande filosiche dell'antichità, mentre quelle moderne sono "le leggi della storia, scrutare il subconscio dell'uomo,condizioni a priori del conoscere" . e da queste domande arrivare ad una risposta che poi ogni pensatore trova.

questa è secondo me una introduzioni che coniughi le necessità di catalogare scientificamente ma con una spiegazione pubblica.

Credo di aver capito qualcosina, non tutto, di quanto proponi. Penso che capirei meglio se proponessi una formulazione per questa parte della voce, secondo le tue indicazioni, in modo da poterne discutere qui. Non sono in ogni caso d'accordo sulla a-storicità della filosofia(che a mio avviso - l'a-storicità, intendo - un portato storico a sua volta). --Antiedipo 08:10, 20 gen 2008 (CET)[rispondi]


provo a fare quanto mi chiedi, ma prima provo a spiegarti cosa intendo per astoricità: Poichè ogni definizione qui presente è già di per sè una risposta,cioè un qualcosa di dato(o come hegel lo chiama, di im-mediato, cioè non mediato,originale, senza cause al di sopra di esso) mentre la filosofia è la messa in discussione dei principi primi della scienza(episteme) (Aristotele, metafisica, ditinzione tra filosoifa prima e seconda), qualunque definizioni che se ne possa dare in questa enciclopedia non esaurisce ciò che è proprio della filosofia, cioè il porre la domanda originaria: il ti estin, il che cos'è. La grande confusione nasce dalla attribuzione della concezione moderna di scienza -basata sulla ripetibilità dell'esperimento e causalità- che è ben presente ad un qualsiasi lettore moderno; rispetto al concetto di episteme greca come "conoscenza delle cose immutabili", che si fonda non sull'esperimento riproducibile ma sulla 'osservazione dei fenomeni' usando solo 2 strumenti: i sensi e la ragione.Non che l'acqua sia calda a tot gradi ed evapori a tot gradi, ma che l'acqua sia alla base(è qui che avviene l'episteme) di tutte le cose esistenti. Qui che si staglia la a-storicità, la begriffgeshicte di koselleck e Brunner: i concetti moderni sono il prodotto della storia intesa come 'cronologia', mentre i concetti filosofici derivano dal concetto di storia proposto proprio da questi storici: 'una favola sempre nuova', in cui ogni 'pezzo di tempo finito' deriva dalla 'esperienza finita di singoli individui' in cui più pezzi di tempo si congiungono a formare l'esperienza del presente, il quale però è vissuto da ciascuno a suo modo e secondo una sua propria interpretazione. Ma questo non riguarda la presente discussione, è solo per chiarire su che basi viene fondata la mia proposta.

a questo punto, se dobbiamo riportare la filosofia ai sensi e alla ragione, possiamo porre ciò che penso dovrebbe essere scritto all'inizio della definizione:

" il termine filosofia,(dal greco φιλείν (fìleìn) = amare e σοφία (sofìa) = sapienza, cioè amore per la sapienza, indica la naturale predisposizione dell'uomo a conoscere le cose che lo circondano. Diogene Laerzio (vite dei filosofi , libro 8) riferisce che il termine fu coniato per la prima volta da Pitagora, il quale interrogato da Leonte tiranno di Fliunte: <chi sei?> abbia risposto : <filosofo>. La "conoscenza", ossia "l'avere scienza", dei greci antichi non va però confusa con la "scienza" dei moderni. Si traduce con il termine "scienza" la parola greca "episteme", cioè epì (intorno a ) istemi (ciò che è immobile). Conoscere, e cioè avere 'episteme' delle cose,nel pensiero dei greci vuol dire trovarsi di fronte alla necessità di quest'ultime. Il termine "necessità", in greco anankè, esprime che le cose hanno "un certo ordine", che le cose insomma stiano così e non in un altro modo. Queste 'cose', infine, sono tutti gli oggetti naturali, visibili(gli astri) e invisibili (gli atomi di Democrito),materiali o immateriali. In seguito il termine filosofia venne connotato da Platone e Aristotele di un significato specifico e diventò così una disciplina: la filosofia divenne un metodo di spiegare le cose tramite gli unici due strumenti propri dell'uomo: i sensi e la ragione.La filosofia dunque divenne una tecnologia. Aristotele riferisce che il pensiero filosofico occidentale nasce dallo -thaumazein- la "meraviglia"(Aristotele, metafisica, alfa elatton) -), la quale non va tuttavia confusa con l'ammirazione(ad-mirari) o la contemplazione: thaumazein indica un preciso stato d'animo, lo stupore, che si può provare quando si vedono le cose in un modo nuovo, sotto una nuova luce: vedere il mondo con "occhi greci" significa camminare per la strada e accorgersi d'improvviso dell'ordine metodico delle api, dello specifico volo a volte a "V" e a volte a "M" degli uccelli, dell'"innaturale" processione dei pianeti, ponendosi di conseguenza la domanda: che cos'è? (ti esti;)-e cioè, -perchè avviene così e non diversamente?- Un esempio famoso per spiegare tale stato d'animo si trova ad esempio in Agostino di Ippona: "Che cos'è il tempo? se mi rispondo tra me e me sono certo di saperlo, ma se me lo chiedi tu non te lo saprei dire"(Agostino; le Confessioni) La filosofia, in ultima analisi, è la proposta di domande specifiche quali: che cos'è la filosofia,che cos'è l'uomo, quali sono i concetti a priori della conoscenza, come avviene la conoscenza, cos'è l'essere, come si può scrutare l'inconscio; E allo stesso tempo è la ricerca delle specifiche risposte.

(da qui si aggancia la definizione tutt'ora pubblicata)


Questa problematicità del domandare, che in filosofia viene definito il problema del rapporto tra il soggetto e l'oggetto viene trattato secondo due aspetti: il primo è quello della filosofia teoretica secondo la quale si vuole conoscere l'oggetto, il secondo è quello della filosofia pratica o morale o etica quando si vuole sapere come comportarsi, come agire nei confronti di quell'oggetto che presumo sia un individuo come io lo sono.

In vero la definizione della filosofia rimane un problema filosofico di per sè. Ma ancor più problematica risulta la questione del "cominciamento" filosofico, ovvero del suo stesso fondamento e della possibilità della ricerca filosofica come tale. Se la filosofia indaga se stessa dialetticamente, dove possiamo collocare il suo domandare?

Si tratta di uno studio che viene compiuto formulando linguisticamente i problemi, offrendone la soluzione e giustificandola, ed usando procedure rigorose per argomentarla. È inoltre lo studio dei principî primi e delle ragioni ultime.

Non avendo la filosofia un campo materiale d'indagine specifico, come le scienze empiriche, può essere considerata sia in chiave storica che sistematica, come "madre delle scienze".


etc etc etc

p.s.io comunque sono pavez, piacere!=)