Discussione:Dialetto valsesiano

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Mi pare fortemente dubbia l'attribuzione tout court del valsesiano al gruppo dei dialetti piemontesi. Il valsesiano presenta infatti evidenti tratti morfologici e fonetici che lo apparentano ai dialetti del novarese, che sono notoriamente parlate lombarde di transizione al piemontese, in particolare nella zona a oriente del capoluogo. Le differenze tra il valsesiano e il piemontese "standard" nella coniugazione verbale che vengono segnalate all'inizio dell'articolo, per esempio, sono le stesse che vi sono tra i dialetti novaresi (anche quelli occidentali della valle del Ticino) e il piemontese stesso. Solo che il novarese non è considerato piemontese. Urge approfondimento critico.

No, urgono fonti, visto che quel che si scrive qui non deriva dall'opinione, per quanto fondata, degli estensori. -- Rojelio (dimmi tutto) 14:35, 11 gen 2012 (CET)[rispondi]

Bisogna innanzi tutto mettere in chiaro alcuni concetti che storicamente sono inoppugnabili... anche se la nostra LINGUA (non riconosciuta da regolamenti idioti come ISO 639-1, 639-2 o 639-3. e stata negli ultimi 200 anni rovinata da “confusioni” piemontesi biellesi e novaresi è ineluttabile che questa derivi dal ceppo Insubre , a meno che non si voglia dimenticare 800 anni di storia, in più nella pagina ci sono errori macroscopici! ad esempio parlare è "Prichè" e non parlè ( che al limite in valsesiano "dal creus" si scriverebbe parlèe). In questi errori macroscopici si cade per le confusioni storiche del Tonetti, in più il brano " Brano nel dialetto di Varallo " NON E' in lingua Valsesiana ! Alegru ! --ValsNemo (msg) 17:37, 20 lug 2012 (CEST)[rispondi]

lasciando perdere lo svizzero che comunque basa le sue "solide" ( ironico) basi sul Tonetti, appunto di questo dobbiamo parlare e sopratutto perlare del momento storico in cui il tonetti fa la ricerca ( per di più sovvenzionata da danarosi Tessili Biellesi filo-piemontesi ) la prima stesura del libro antecedente di 5 anni a quello dato alla luce si intitolava "Dizionario figurato della Lingua Valsesiana" ( in quanto doveva avere anche figure per rappresentare alcuni nomi di cose che sono intraducibili, ad esempio la Setà, che era originariamente un sasso messo all'esterno dei muri a secco nelle mulattiere per poter caricare e scaricare la "Gèrla" o il "Carpiùn" ). Stranamente 5 anni dopo esce ( finalmente ) con un altro titolo ( del tutto fuorviante ) e con un'altra stesura senza figure e mancante della quasi totalità delle unicità della Lingua valsesiana ! potenza dei potenti... questo però non trattiene il Tonetti che nelle prime pagine fa capire il concetto e scrive che la vera lingua si è comunque persa ( non poteva certo dire che veniva insabbiata ) ! Alegru ! --ValsNemo (msg) 17:56, 20 lug 2012 (CEST)[rispondi]