Dialogo dei ricchi e dei poveri

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Dialogo dei ricchi e dei poveri
Titolo originaleΔιάλογος πλουσίων και πενἠτων
AutoreAlessio Macrembolite
1ª ed. originale1343
1ª ed. italiana2007
Generedialogo filosofico
Sottogenerefilosofia politica
Lingua originalegreco
AmbientazioneImpero Romano d'Oriente, XIV secolo
Preceduto daLogos

Il Dialogo dei ricchi e dei poveri fu scritto nell'autunno del 1343, ed è l'opera più importante di Alessio Macrembolite, scrittore bizantino: rappresenta un classico del pensiero politico del medioevo.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il dialogo dei ricchi e dei poveri è un'opera in cui l'autore riflette sui problemi economici e sociali presenti nel declinante impero bizantino del XIV secolo; probabilmente egli si fermò a ragionare su questi temi a causa dell'assassinio del suo padrone Teodoro Patrikiotes. In quest'opera ci sono molti riferimenti ad Aristotele, Platone e alla Bibbia. Nel dialogo si nota come Alessio si scagli contro gli zeloti, che avevano come capo Alessio Apocauco - ed erano nemici dell'imperatore Giovanni VI Cantacuzeno (1347-1354) - che dal 1342 al 1350 si erano ribellati a Tessalonica e nel 1345 sterminarono i nobili della città.

Nel dialogo si confrontano i ricchi e i poveri, entrambi discutendo la crisi sociale e politica dell'impero. I ricchi rappresentano l'aristocrazia bizantina, sostenitrice di Giovanni VI, mentre i poveri rappresentano il popolo che si agita sotto la pressione degli zeloti. L'autore propone delle soluzioni utopiche per risolvere la paralisi che si era venuta a creare nell'ultima fase dell'impero bizantino. Durante il dialogo i poveri si lamentano delle loro misere condizioni e propongono diverse risoluzioni utopiche ai ricchi, per poter essere aiutati; il cavallo di battaglia dei poveri è chiedere ai ricchi: «come faranno a presentarsi davanti a Cristo senza aver aiutato loro?». I ricchi prendono sempre per pazzi e insolenti i poveri, ribattendo alle loro richieste così: «ma non vedete che noi siamo in pochi e il nostro impero è poco meno di una provincia?». L'autore fa intendere di percepire come imminente la fine dell'impero bizantino, avvertita correttamente anche dalla maggior parte degli autori tardo-bizantini. L'autore, alla fine del dialogo, fa capire che hanno ragione i ricchi.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alessio Macrembolite, Dialogo dei ricchi e dei poveri, a cura di Marco Di Branco, nota di Bertrand Hemmerdinger, postfazione di Gianfranco Fiaccadori, Collana La città antica n.30, Palermo, Sellerio, 2007, ISBN 88-389-2176-8.
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