Cristianesimo in Uzbekistan

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Il cristianesimo in Uzbekistan è una religione minoritaria. La maggioranza della popolazione dell'Uzbekistan (circa il 94-95%) è di religione islamica. Secondo il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America, i cristiani rappresentano oltre il 5% della popolazione, di cui il 3,5% circa sono ortodossi.[1] Secondo il Pew Research Center, i cristiani si attestano invece al 2,5% circa della popolazione, di cui l'1,5% ortodossi; i protestanti sono circa l'1% della popolazione, mentre la presenza dei cattolici è molto limitata.[2] La costituzione dell'Uzbekistan sancisce la separazione fra stato e religione e prevede la libertà di religione entro i limiti fissati dalla legge, che può limitarla per ragioni riguardanti l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale. Tutte le religioni si devono registrare; qualsiasi attività religiosa condotta da un'organizzazione non registrata è considerata illegale. La legge prevede che le organizzazioni religiose debbano ottenere l'autorizzazione per importare, pubblicare o distribuire materiale religioso. Il proselitismo religioso è vietato. Nella scuola pubblica, l'insegnamento religioso è limitato ad alcune classi, dove si studiano i fondamenti delle religioni mondiali; l'insegnamento privato della religione è permesso solo nelle scuole religiose riconosciute dallo stato. La formazione del personale religioso è possibile solo nei centri riconosciuti dallo stato, che per i musulmani sono nove madrase e per i cristiani due seminari, di cui uno ortodosso e uno protestante.[1]

Confessioni cristiane presenti[modifica | modifica wikitesto]

Tra le maggiori denominazioni protestanti presenti nel Paese si possono citare:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) 2019 Report on International Religious Freedom: Uzbekistan, su U.S. Embassy in Uzbekistan, 11 giugno 2020. URL consultato l'8 febbraio 2022.
  2. ^ Religions in Uzbekistan | PEW-GRF, su www.globalreligiousfutures.org. URL consultato l'8 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2018).
  3. ^ The World Christian Encyclopedia, Second Edition, Vol. 1, 2001, p. 795

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