Companhia Nacional dos Caminhos de Ferro ao Sul do Tejo

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Companhia Nacional dos Caminhos de Ferro ao Sul do Tejo
StatoBandiera del Portogallo Portogallo
Forma societariasocietà anonima
Fondazione1854
Chiusura1861 (rilevata dallo Stato)
Sede principaleLisbona
SettoreTrasporto
Prodottitrasporto ferroviario

La Companhia Nacional dos Caminhos de Ferro ao Sul do Tejo era una società portoghese che costruì e gestì i collegamenti ferroviari tra Barreiro, Setúbal e Vendas Novas, in Portogallo.

Titolo azionario del 1858 della Companhia Nacional dos Caminhos de Ferro ao Sul do Tejo

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

Il 24 luglio 1854 un gruppo di imprenditori ottenne una concessione dal governo portoghese al fine di costruire ed esercire una ferrovia tra Vendas Novas e un porto sito sulla sponda Sud del fiume Tago con il quale collegarsi per via fluviale a Lisbona[1]. Allo scopo fu costituita la Companhia Nacional dos Caminhos de Ferro ao Sul do Tejo alla quale il 6 dicembre 1854 fu trasferita la concessione. Gli statuti della compagnia vennero pubblicati il 6 febbraio 1855[1].

Costruzione del Caminho de Ferro do Sul[modifica | modifica wikitesto]

Stazione di Pinhal Novo alla fine del XIX secolo

Il progetto di ferrovia prevedeva come punto in cui costruire il porto fluviale Aldeia Galega (in seguito Montijo) ma venne spostato in prossimità di Barreiro per le migliori condizioni del sito[1][2].

La prima tratta del Caminho de Ferro do Sul, a scartamento 1440 mm, tra Barreiro e Bombel fu inaugurata il 15 giugno 1857[3] dalla Companhia Nacional de Caminhos de Ferro ao Sul do Tejo.

Problemi di esercizio[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º febbraio 1861 fu inaugurato il "Ramal de Setúbal", tra la stazione di Pinhal Novo, posta sul "Caminho de Ferro do Sul" e Setúbal; lo scartamento di tale tratta fu quello ordinario (1440 mm) come tutti gli altri realizzati dalla compagnia[4][5]. Nello stesso periodo fu raggiunta Vendas Novas[6].

La gestione della Companhia fu oggetto di contestazione da parte dello Stato rispetto agli accordi di trasporto della posta in quanto inoltrata con treni ordinari anziché con quelli espressi. Un ulteriore problema si delineò in quanto la Companhia do Sueste che costruiva la sua ferrovia da Vendas Novas aveva adottato lo scartamento largo (iberico); ciò presupponeva il trasbordo di merci e viaggiatori nella detta stazione con costi e perditempi[7][8].

Per bloccare le manovre speculative dell'imprenditore spagnolo José de Salamanca tendenti ad accaparrarsi i diritti di costruzione ed esercizio della ferrovia del sud, il re del Portogallo Pietro V, dispose il trasferimento in mani dello stato della gestione e la revoca della concessione[9].

Nazionalizzazione e fine della compagnia[modifica | modifica wikitesto]

Nel mese di settembre 1861 lo Stato iniziò il rilevamento della gestione della rete ferroviaria a Sud del fiume Tago[8]. Le linee rimasero in gestione governativa fino ad aprile 1864. Dopo tale data le concessioni vennero trasferite alla Companhia do Sueste con la clausola che questa procedesse al cambio di scartamento unificandolo a quello largo[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Santos,  p. 107.
  2. ^ a b Os Caminhos de ferro do Sul e a Agricultura (PDF), in Gazeta dos Caminhos de Ferro, vol. 16, n. 342, 16 marzo 1902, pp. 81, 82. URL consultato il 25 febbraio 2017.
  3. ^ Troços de linhas férreas portuguesas abertas à exploração desde 1856, e sua extensão (PDF), in Gazeta dos Caminhos de Ferro, vol. 69, n. 1652, 16 ottobre 1956, pp. 528-530. URL consultato il 7 dicembre 2017.
  4. ^ Cronologia: 1844/1874 - Desde o Projecto até ao Fim do 3º Quartel do Séc. XIX, Comboios de Portugal. URL consultato il 22 marzo 2011.
  5. ^ Os Caminhos de Ferro Portugueses 1856-2006, p. 12
  6. ^ Os Caminhos de Ferro Portugueses 1856-2006, p. 12.
  7. ^ Santos, p. 108.
  8. ^ a b Santos,  p. 109.
  9. ^ Os Caminhos de Ferro Portugueses 1856-2006, pp. 15, 19.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luís Filipe Rosa Santos, Os Acessos a Faro e aos Concelhos Limítrofes na Segunda Metade do Séc. XIX, Faro, Câmara Municipal de Faro, 1995, p. 213.
  • CP-Comboios de Portugal, Os Caminhos de Ferro Portugueses 1856-2006, Público-Comunicação Social S. A., 2006, p. 238, ISBN 989-619-078-X.