Cadralazina

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Cadralazina
Nome IUPAC
etossi-N'-{6-[etil(2-idrossipropil)ammino]piridazin-3-il}carboidrazide
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC12H21N5O3
Massa molecolare (u)283,33 g/mol
Numero CAS64241-34-5
Codice ATCC02DB04
PubChem2515
DrugBankDB13452
SMILES
CCN(CC(C)O)C1=NN=C(C=C1)NNC(=O)OCC
Indicazioni di sicurezza

La cadralazina è un farmaco vasodilatatore periferico che, riducendo direttamente le resistenze vascolari periferiche, esplica un'intensa e protratta attività antiipertensiva. L'effetto è probabilmente mediato da un metabolita idrazinopiridazinico. La cadralazina riducendo la pressione del sangue determina un aumento della frequenza cardiaca.

Farmacocinetica[modifica | modifica wikitesto]

In studi effettuati su ratti e cani ipertesi è stato dimostrato che dopo somministrazione orale o endovenosa l'effetto di picco viene raggiunto dopo 3-5 ore, e l'attività del farmaco perdura più di 24 ore.[1][2] Dopo somministrazione orale nell'uomo la cadralazina viene rapidamente assorbita. Il farmaco scompare molto rapidamente dal plasma e si distribuisce in molti organi, con le più alte concentrazioni raggiunte nel fegato, rene e tratto gastrointestinale.[3] Il picco plasmatico viene raggiunto mediamente dopo 1,5 ore e la sua emivita plasmatica è di circa 3 ore.[4][5] L'eliminazione è prevalentemente urinaria, come principio attivo non modificato e alcuni metaboliti minori[3]. Già dopo 12 ore l'eliminazione raggiunge il 67,3% della dose somministrata oralmente.[6]
Come conseguenza dell'eliminazione urinaria, il farmaco e i suoi metaboliti sono eliminati più lentamente nei pazienti con bassa clearance della creatinina.[7]

Usi clinici[modifica | modifica wikitesto]

La cadralazina è indicata nel trattamento dell'ipertensione arteriosa essenziale o di altra natura,[8] in particolare come farmaco di secondo livello[9]
Alcuni studi hanno dimostrato che cadralazina è efficace e può essere vantaggiosamente associata ad altri antipertensivi, in particolare in quei pazienti che sono poco rispondenti ai beta-bloccanti o ai diuretici. In questi casi l'associazione di cadralazina da 10 a 30 mg in monosomministrazione giornaliera riduce la pressione sisto/diastolica dall'11% al 22%.[10]
Il farmaco appare sicuro e ben tollerato: i test di laboratorio di routine non mostrano cambiamenti significativi. In particolare l'escrezione di sodio non viene ridotta e pertanto gli effetti di ritenzione idrica sono minimi.[11][12]
In uno studio randomizzato multicentrico italiano, confrontante l'efficacia della cadralazina con prazosin, si è dimostrato che entrambi i trattamenti erano ugualmente efficaci nel determinare una riduzione simile e significativa della pressione arteriosa sistolica.[13]

Controindicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il farmaco è controindicato in caso di ipersensibilità nota, anche a derivati idrazinici simili. È inoltre controindicato in soggetti affetti da coronaropatia, valvulopatia mitralica e tachicardia.

Effetti collaterali[modifica | modifica wikitesto]

Tra gli effetti indesiderati più frequenti si segnalano cefalea, astenia, vertigini, palpitazioni e vampate di calore.
I sintomi tendono in genere a scomparire spontaneamente con il progredire della terapia.[11]
Questi sintomi sono tutti correlati alle proprietà vasodilatatorie del farmaco e sono più comunemente riportati durante la monoterapia con cadralazina che nelle terapie di combinazione con altri farmaci.[10]

Dosi terapeutiche[modifica | modifica wikitesto]

Nei pazienti ipertesi l'effetto terapeutico ottimale fa seguito alla somministrazione orale di una singola dose di 15 mg, in genere al mattino.
In ogni caso la posologia deve essere adattata al singolo paziente. Si inizia con bassi dosaggi che vengono gradatamente aumentati fino al raggiungimento della dose ottimale.

Gravidanza e allattamento[modifica | modifica wikitesto]

Anche se gli studi sperimentali non hanno evidenziato alcuna attività teratogena, nelle donne gravide la cadralazina deve essere somministrata solo in caso di effettiva necessità. Non potendo escludere che il farmaco passi nel latte materno è opportuno interrompere l'allattamento al seno in caso di trattamento.

Avvertenze[modifica | modifica wikitesto]

In letteratura è noto che l'utilizzo prolungato e ad alti dosaggi di alcuni farmaci simili alla cadralazina (i cosiddetti idrazinoftalazinici) in alcuni pazienti può determinare un quadro clinico simile al lupus eritematoso.
La cadralazina non sembra indurre una sindrome sistemica simil-lupus eritematoso[10][14] e in letteratura è riportato il caso di una conversione di una sindrome simil LES in un soggetto che passò da un trattamento con idralazina a uno con cadralazina.[15] Tuttavia in presenza di un eventuale quadro clinico comprendente malessere, artralgie, febbre, dolore toracico è consigliabile eseguire una determinazione del titolo degli anticorpi antinucleo e la ricerca di cellule L.E.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Semeraro C, Dorigotti L, Banfi S, Carpi C, Pharmacological studies on cadralazine: a new antihypertensive vasodilator drug, in J. Cardiovasc. Pharmacol., vol. 3, n. 3, 1981, pp. 455–67, PMID 6168827.
  2. ^ Simonotti L, Zanol M, Parravicini F, Pifferi G, Studies on the metabolism of cadralazine in rat, in Eur J Drug Metab Pharmacokinet, vol. 7, n. 1, 1982, pp. 39–45, PMID 7067722.
  3. ^ a b Bonardi G, Rossi E, Pellegatti M, [14C]cadralazine: absorption, distribution and excretion in rat and dog, in Eur J Drug Metab Pharmacokinet, vol. 8, n. 1, 1983, pp. 25–33, PMID 6861793.
  4. ^ Lecaillon JB, Dubois JP, Darragon T, et al., Pharmacokinetics of cadralazine in a large group of hypertensive patients chronically treated with cadralazine: advantage over a conventional study in a small group of patients, in Ther Drug Monit, vol. 13, n. 2, marzo 1991, pp. 103–8, PMID 2053115.
  5. ^ Hauffe SA, Dubois JP, Imhof PR, Human pharmacokinetics of cadralazine: a new vasodilator, in Eur J Drug Metab Pharmacokinet, vol. 10, n. 3, 1985, pp. 217–23, PMID 4085523.
  6. ^ Leonetti G, Parini J, Visconti M, Gradnik R, Pharmacokinetics of cadralazine in hypertensive patients, in Eur J Drug Metab Pharmacokinet, vol. 13, n. 4, 1988, pp. 295–300, PMID 3243325.
  7. ^ Marichal JF, Brunel P, Lecaillon JB, et al., Pharmacokinetics of cadralazine and its hydrazino-metabolite in patients with renal impairment after repeated administration of 5 mg once daily, in Eur J Drug Metab Pharmacokinet, vol. 17, n. 3, 1992, pp. 213–20, PMID 1490491.
  8. ^ Catalano M, Parini J, Libretti A, Cadralazine (ISF 2469): dose-related antihypertensive activity after single oral administration to patients, in Eur. J. Clin. Pharmacol., vol. 24, n. 2, 1983, pp. 157–61, PMID 6840161.
  9. ^ Catalano M, Parini J, Romano M, Libretti A, Controlled clinical trial of cadralazine as a second-step drug in the treatment of hypertension, in Eur. J. Clin. Pharmacol., vol. 28, n. 2, 1985, pp. 135–8, PMID 3886402.
  10. ^ a b c McTavish D, Young RA, Clissold SP, Cadralazine. A review of its pharmacodynamic and pharmacokinetic properties, and therapeutic potential in the treatment of hypertension, in Drugs, vol. 40, n. 4, ottobre 1990, pp. 543–60, PMID 2083513.
  11. ^ a b Salvadeo A, Villa G, Segagni S, et al., Cadralazine, a new vasodilator, in addition to a beta-blocker for long-term treatment of hypertension, in Arzneimittelforschung, vol. 35, n. 3, 1985, pp. 623–5, PMID 2859865.
  12. ^ Lavezzaro GC, Gastaldo D, Noussan P, Bensoni M, Parini J, Angelino PF, [Effects of cadralazine (ISF 2469) on water-sodium balance and on essential arterial hypertension], in Minerva Cardioangiol, vol. 29, n. 10, ottobre 1981, pp. 527–34, PMID 7322375.
  13. ^ Caponnetto S, Valvo E, Mocarelli P, Alberti D, Savonitto S, Cadralazine versus prazosin as second-step treatment in hypertensive patients on beta-blockers: a randomized multicentre study. The Italian Multicentre Study Group, in Eur. J. Clin. Pharmacol., vol. 40, n. 5, 1991, pp. 461–5, PMID 1679390.
  14. ^ Andersson OK, Cadralazine did not produce the SLE-syndrome when hydralazine did, in Eur. J. Clin. Pharmacol., vol. 31, n. 6, 1987, p. 741, PMID 3556384.
  15. ^ Mulder H, Conversion of drug-induced SLE-syndrome by the vasodilating agent cadralazine, in Eur. J. Clin. Pharmacol., vol. 38, n. 3, 1990, p. 303, PMID 2340851.

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