Aprindina

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Aprindina
Nome IUPAC
{3-[2,3-diidro-1H-inden-2-il(fenil)ammino]propil}dietilamine
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC22H30N2
Massa molecolare (u)322,487
Numero CAS37640-71-4
Codice ATCC01BB04
PubChem2218
DrugBankDB01429
SMILES
CCN(CC)CCCN(C1CC2=CC=CC=C2C1)C3=CC=CC=C3
Dati farmacologici
Modalità di
somministrazione
Orale
Dati farmacocinetici
Legame proteico90%
Emivita20-28 ore
EscrezioneFecale e renale
Indicazioni di sicurezza

L'aprindina è un farmaco antiaritmico di classe IB secondo la classificazione di Vaughan Williams.[1]

Farmacodinamica[modifica | modifica wikitesto]

Il composto è un antiaritmico a lunga durata d'azione. Sopprime le aritmie conseguenti a infarto sperimentale o indotto da ouabaina ed innalza la soglia di fibrillazione ventricolare provocata da shock elettrico. Non presenta proprietà b-bloccanti né vagolitiche. È dotato anche di attività anestetica locale. Le sue attività si esplicano, oltre che a livello ventricolare, anche attraverso un rallentamento della conduzione nel nodo AV e nel fascio di His.[2]

Farmacocinetica[modifica | modifica wikitesto]

A seguito di somministrazione per via orale aprindina è rapidamente assorbita dal tratto gastroenterico, tuttavia l'assorbimento può avvenire irregolarmente in soggetti che recentemente hanno sofferto di un infarto miocardico. L'emivita plasmatica della molecola è decisamente lunga, in genere variabile tra le 20 e le 28 ore. Il legame con le proteine plasmatiche è pari a circa il 90%. Il composto nell'organismo viene metabolizzato interamente nella ghiandola epatica. L'eliminazione avviene attraverso la bile e l'emuntorio renale. Meno dell'1% di una dose viene escreto nelle urine in forma immodificata e circa il 40-65% come metaboliti coniugati. Il 35-60% della dose assunta è eliminata nelle feci entro un periodo di cinque giorni. La concentrazione plasmatica terapeutica è compresa tra 0,7 e 2 mg/ml. Il volume di distribuzione è di circa 4 l/kg.[3][4][5][6]

Tossicologia[modifica | modifica wikitesto]

Nell'uomo, gli effetti tossici sono di solito associati a concentrazioni plasmatiche superiori a 2 mg/ml.[7]

Usi clinici[modifica | modifica wikitesto]

Il farmaco trova indicazione nelle aritmie extrasistoliche ventricolari (idiopatiche e secondarie a cardiopatie). È stato anche utilizzato anche nella prevenzione delle tachicardie ventricolari e della fibrillazione ventricolare.[2][8][9][10] Altre indicazioni: extrasistoli sopraventricolari e prevenzione delle tachicardie sopraventricolari. Sindrome di Wolff-Parkinson-White.[11] [12]

Effetti collaterali e indesiderati[modifica | modifica wikitesto]

In corso di trattamento gli effetti avversi segnalati sono sostanzialmente sovrapponibili quelli che si verificano durante la terapia con mexiletina e includono vertigini, tremori, insonnia, incubi notturni, disartria e atassia. L'incidenza degli effetti avversi raggiunge il 20% circa. Altri effetti collaterali comuni colpiscono il sistema gastrointestinale: perdita di appetito, nausea, vomito, diarrea e dolore addominale epigastrico. Occasionalmente si verificano innalzamento delle transaminasi (AST ed ALT)e della fosfatasi alcalina, epatite, ittero colestatico e agranulocitosi.

Controindicazioni[modifica | modifica wikitesto]

La molecola è controindicata nei soggetti con ipersensibilità nota al principio attivo oppure ad uno qualsiasi degli eccipienti utilizzati nella formulazione farmaceutica. È inoltre controindicata nei soggetti affetti parkinsonismo, grave insufficienza cardiaca, blocco atrioventricolare completo. Le donne in età feconda e quelle in stato di gravidanza devono evitare di assumere il farmaco.

Dosi terapeutiche[modifica | modifica wikitesto]

Il dosaggio giornaliero corrisponde a 50–100 mg. Quando è necessario, si possono somministrare dosi iniziali di 150– 200 mg al giorno per un periodo non superiore a 2-3 giorni, tenendo sotto controllo il paziente. Nei soggetti anziani generalmente si inizia la terapia con una dose pari a 50 mg/die.

Interazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Amiodarone: la contemporanea somministrazione con aprindina sembra possa incrementare le concentrazioni plasmatiche di quest'ultima e facilitare la comparsa di eventi avversi.[13]

Avvertenze[modifica | modifica wikitesto]

In caso di ipotensione marcata è opportuno sospendere il trattamento. Il farmaco può essere assunto anche da soggetti che presentano insufficienza epatica o renale ma in questi pazienti è opportuno non superare il dosaggio di 50 mg/die.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ LH. Opie, Drugs and the heart. IV. Antiarrhythmic agents., in Lancet, vol. 1, n. 8173, Apr 1980, pp. 861-8, PMID 6103220.
  2. ^ a b HL. Greene, PR. Reid; AH. Schaeffer, Prolongation of cardiac conduction times by intravenous aprindine in man., in Am J Cardiol, vol. 42, n. 6, Dic 1978, pp. 1002-6, PMID 727127.
  3. ^ L. Dodion, JM. de Suray; M. Deblecker; A. Georges, [Pharmacokinetic characteristics and biodegradation of aprindin in man]., in Therapie, vol. 29, n. 2, pp. 221-32, PMID 4849380.
  4. ^ PJ. Murphy, Metabolic pathways of aprindine., in Acta Cardiol, Suppl 18, 1974, pp. 131-42, PMID 4213697.
  5. ^ KE. Wirth, G. Breithardt; L. Michaelis, [Detection of aprindine and its metabolites in plasma and urine]., in Herz, vol. 8, n. 5, Ott 1983, pp. 302-8, PMID 6642401.
  6. ^ T. Kobari, T. Itoh; T. Hirakawa; H. Namekawa; T. Suzuki; T. Satoh; N. Iida; F. Ohtsu; H. Hayakawa, Dose-dependent pharmacokinetics of aprindine in healthy volunteers., in Eur J Clin Pharmacol, vol. 26, n. 1, 1984, pp. 129-31, PMID 6714286.
  7. ^ A. Georges, Y. Gerin; A. Ghys; J. Denef; H. Heuker; N. Labar, Toxicological study of aprindine., in Arzneimittelforschung, vol. 23, n. 4, Apr 1973, pp. 519-31, PMID 4740230.
  8. ^ AF. Fasola, RJ. Noble; DP. Zipes, Treatment of recurrent ventricular tachycardia and fibrillation with aprindine., in Am J Cardiol, vol. 39, n. 6, Mag 1977, pp. 903-9, PMID 67800.
  9. ^ JY. Wei, BH. Bulkley; AH. Schaeffer; HL. Greene; PR. Reid, Mitral-valve prolapse syndrome and recurrent ventricular tachyarrhythmias: a malignant variant refractory to conventional drug therapy., in Ann Intern Med, vol. 89, n. 1, Lug 1978, pp. 6-9, PMID 666188.
  10. ^ PJ. Troup, DP. Zipes, Aprindine treatment of recurrent ventricular tachycardia in patients with mitral valve prolapse., in Am Heart J, vol. 97, n. 3, Mar 1979, pp. 322-8, PMID 420071.
  11. ^ DP. Zipes, WE. Gaum; PR. Foster; KM. Rosen; D. Wu; F. Amat-Y-Leon; RJ. Noble, Aprindine for treatment of supraventricular tachycardias. With particular application to Wolff-Parkinson-White syndrome., in Am J Cardiol, vol. 40, n. 4, Ott 1977, pp. 586-96, PMID 910722.
  12. ^ JP. Van Durme, MG. Bogaert; MT. Rosseel, Comparison of the therapeutic effectiveness of aprindine, procainamide and quinidine in chronic ventricular dysrhythmias., in Br J Clin Pharmacol, vol. 1, n. 6, Dic 1974, pp. 461-6, PMID 22454931.
  13. ^ W. Southworth, KJ. Friday; R. Ruffy, Possible amiodarone-aprindine interaction., in Am Heart J, vol. 104, 2 Pt 1, Ago 1982, p. 323, PMID 7201738.

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