Antonio Iavarone

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Antonio Iavarone (Montesarchio, 26 aprile 1963) è un pediatra italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ottenuta la specializzazione presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma nel 1991[1], fino al 1999 ha lavorato presso il reparto di Oncologia Pediatrica del Policlinico Agostino Gemelli di Roma sviluppando ricerche per lo studio del neuroblastoma e riuscendo ad individuare il ruolo della proteina ID2 nello sviluppo di alcuni tumori dei bambini.

Quindi è emigrato negli Stati Uniti dopo aver lamentato, insieme con la collega e moglie Anna Lasorella, l'impossibilità di continuare il proprio percorso di ricerca in Italia a causa del nepotismo. In particolare, in un articolo apparso su La Repubblica nel 2000, i due studiosi denunciarono di essere stati costretti a inserire il nome del figlio del primario nelle loro pubblicazioni scientifiche (circa 25) e di essere stati impossibilitati a scegliersi i propri collaboratori; dichiararono inoltre di essere stati querelati per queste affermazioni[2].

Dal 2002 è professore di Patologia e Neurologia al Columbia University Institute for Cancer Genetics di New York[3] ed è responsabile di un gruppo autore di ricerche nella lotta contro i tumori.

Attività di ricerca[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2013 ha pubblicato sulla rivista Nature Genetics[4] e su Clinical Cancer Research[5] uno studio sul glioblastoma multiforme, forma di tumore primario che colpisce il cervello, tra le più aggressive e diffuse[6]. La ricerca ha identificato i geni la cui alterazione è all'origine del tumore cerebrale.[7] La ricerca del gruppo di scienziati guidati da Antonio Iavarone si è classificata al quarantesimo posto (secondo posto nel campo dei tumori) nella classifica dei cento eventi più significativi per la scienza dell'anno 2012 (100 top stories of 2012) stilata dalla rivista Discover[8].

Per conto del Governo Monti, nel 2012 Iavarone fu chiamato a far parte della task force di "cervelli" di fama internazionale creata per delineare un piano di sviluppo all'altezza dell'interesse della comunità scientifica internazionale[9][10].

Nel 2017 ha contribuito alla scoperta del motore dei tumori[11].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fonte: Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri
  2. ^ Repubblica.it, Da noi la bravura non paga ce ne siamo dovuti andare - la Repubblica.it, di Elena Dusi, 5 ottobre 2000
  3. ^ Scheda sul sito dell'Istituto, su icg.cpmc.columbia.edu. URL consultato il 15 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2016).
  4. ^ Anvolt Onlus, La Ricerca È Fatta Di Passione Quotidiana Archiviato il 22 febbraio 2016 in Internet Archive., di Marco Infelise
  5. ^ ADN Kronos, "Un farmaco intelligente per il cancro al cervello", il sogno di un italiano negli Usa, 17 febbraio 2015
  6. ^ Aspen Institute Italia, Tumori al cervello: scoperto il gene killer. Intervista ad Antonio Iavarone Archiviato il 23 febbraio 2016 in Internet Archive., 21 settembre 2012
  7. ^ Antonio Iavarone, storie di nepotismo e di scoperte scientifiche
  8. ^ DiscoverMagazine.com, Brain Cancer Traced Back to Fused Genes, di Jennifer Berglund, 21 gennaio 2013
  9. ^ Repubblica.it, Tumori, lo studio di Iavarone nei più importanti eventi del 2012, di Manuela Cavalieri, 5 febbraio 2013
  10. ^ Repubblica.it, “Per la ricerca, progetti di eccellenza”, di Paola Jadeluca, 23 aprile 2012
  11. ^ Maria Teresa Cometto, Il team guidato dall’italiano Iavarone: «Scoperto il motore dei tumori», in Corriere della Sera. URL consultato il 4 gennaio 2018.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]