NGC 6231

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NGC 6231
Ammasso aperto
NGC 6231
Scoperta
ScopritoreGiovanni Battista Hodierna
Data1654
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneScorpione
Ascensione retta16h 54m 08,5s
Declinazione-41° 49′ 36″
Distanza6520 a.l.
(1999 pc)
Magnitudine apparente (V)2.6
Dimensione apparente (V)15'
Caratteristiche fisiche
TipoAmmasso aperto
ClasseI 3 p
Altre designazioni
Mel 153; Cr 315; C 76
Mappa di localizzazione
NGC 6231
Categoria di ammassi aperti

Coordinate: Carta celeste 16h 54m 08.5s, -41° 49′ 36″

NGC 6231 (noto anche come C 76) è un brillante ammasso aperto di notevole importanza situato nella costellazione dello Scorpione; esso costituisce il nucleo di una grande e brillante associazione OB nota come Scorpius OB1.

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

Campo stellare nei pressi dell'ammasso aperto NGC 6231

Dalle regioni mediterranee è osservabile senza difficoltà soprattutto nelle aree meridionali; si presenta come un oggetto ben visibile anche ad occhio nudo, essendo di magnitudine 2,6, mezzo grado a nord della coppia di stelle Zeta1-2 Scorpii, in una zona estremamente luminosa della Via Lattea. Essendo tuttavia un oggetto dell'emisfero australe, è visibile dall'emisfero nord solo da una fascia relativamente ristretta e solo per pochi mesi all'anno, mentre nelle regioni più australi dell'emisfero sud, si presenta circumpolare.

Un binocolo 10x50 già lo risolve in alcune decine di stelle blu, estremamente vicine fra di loro, mentre un telescopio newtoniano consente di scoprire che molte delle sue componenti sono apparentemente doppie. Lo strumento ideale per la sua osservazione è un rifrattore o un riflettore di piccole dimensioni, che consente di inquadrarlo all'interno di un ricchissimo campo stellare.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

NGC 6231 è formato da stelle blu, caldissime e luminose, tutte di tipo spettrale O e B, appartenenti all'associazione stellare Scorpius OB1, del quale quest'oggetto costituisce il centro. Risulta essere collegato ad altri sistemi di ammassi aperti, come Cr 316 e Tr 24, più ad un complesso di nebulosità diffusa, noto come IC 4628; questa serie di ammassi e nebulose costituiscono uno dei sistemi stellari più appariscenti del Braccio del Sagittario, in cui essa si trova.

L'ammasso contiene oltre 100 stelle di grande massa, incluse 15 stelle blu di classe O.[1][2] La componente più luminosa è HD 152248, nota anche con la sigla di stella variabile V1007 Sco; si tratta di una forte sorgente di raggi X, nonché di una binaria spettroscopica e ad eclisse,[3] con componenti entrambe di classe O e una massa di quasi 30 M. A questa si aggiungono altre due binarie simili, CPD -41°7742 e HD 152219.[4][5]

Le componenti massicce di NGC 6231 si sono rivelate in diversi casi delle binarie spettroscopiche; si pensa che in effetti oltre la metà delle stelle di classe O facenti parte della regione siano delle stelle doppie con un periodo molto breve, inferiore ai 10 giorni. Questo fenomeno può rivelarsi interessante nello studio della formazione delle stelle massicce. Dalla prospettiva terrestre, una decina di queste stelle possiedono un'orbita orientata in modo tale che le due componenti si eclissino a vicenda, generando così un'apparente variabilità del sistema.[6] Una delle componenti originarie di quest'ammasso si sarebbe allontanata a grande velocità dalla regione in direzione dell'ammasso NGC 6281; si tratta della stella fuggitiva HD 153919, una supergigante blu legata alla forte sorgente di raggi X 4U1700-37, che si eclissano a vicenda formando così una stella binaria a raggi X di grande massa. Si pensa che questa compagna, particolarmente compatta, possa essere o una stella di neutroni molto compatta oppure un buco nero.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Shobbrook, R. R., uvbyβ photometry of southern clusters. III. The lower main sequence of NGC 6231, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 205, n. 3, dicembre 1983, pp. 1229-1241. URL consultato il 16 ottobre 2010.
  2. ^ Sana, H.; Rauw, G.; Nazé, Y.; Gosset, E.; Vreux, J.-M., An XMM-Newton view of the young open cluster NGC 6231 - II. The OB star population, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 372, n. 2, ottobre 2006, pp. 661-678, DOI:10.1111/j.1365-2966.2006.10847.x. URL consultato il 16 ottobre 2010. (Relativo catalogo)
  3. ^ Mayer, P.; Lorenz, R.; Drechsel, H., Photometry of Two Bright Early-Type Binaries: HD 101205 and HD 152248, in Information Bulletin on Variable Stars, 3765,1, settembre 1992. URL consultato il 16 ottobre 2010.
  4. ^ Sana, H.; Gosset, E.; Rauw, G., The OB binary HD152219: a detached, double-lined, eclipsing system, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 371, n. 1, settembre 2006, pp. 67-80, DOI:10.1111/j.1365-2966.2006.10654.x. URL consultato il 16 ottobre 2010.
  5. ^ Reipurth, B., Young Stars in NGC 6231 and the Sco OB1 Association, in Handbook of Star Forming Regions, Volume II: The Southern Sky ASP Monograph Publications, vol. 5, dicembre 2008, p. 401. URL consultato il 15 ottobre 2010.
  6. ^ Mayer, P.; Harmanec, P.; Nesslinger, S.; Lorenz, R.; Drechsel, H.; Morrell, N.; Wolf, M., Improved estimates of the physical properties of the O-star binary V1007 Sco = HD 152248 and notes on several other binaries in the NGC 6231 cluster, in Astronomy and Astrophysics, vol. 481, n. 1, aprile 2008, pp. 183-192, DOI:10.1051/0004-6361:20078542. URL consultato il 16 ottobre 2010.
  7. ^ Clark, J. S.; Goodwin, S. P.; Crowther, P. A.; Kaper, L.; Fairbairn, M.; Langer, N.; Brocksopp, C., Physical parameters of the high-mass X-ray binary 4U1700-37, in Astronomy and Astrophysic, vol. 392, settembre 2002, pp. 909-920, DOI:10.1051/0004-6361:20021184. URL consultato il 16 ottobre 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Catalogo NGC/IC online, su ngcicproject.org. URL consultato il 7 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).
  • Reipurth, B., Young Stars in NGC 6231 and the Sco OB1 Association, in Handbook of Star Forming Regions, Volume II: The Southern Sky ASP Monograph Publications, vol. 5, dicembre 2008, p. 401.
  • Toshimi Taki, Taki's 8.5 Magnitude Star Atlas, su geocities.jp, 2005. URL consultato il 7 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2018). - Atlante celeste liberamente scaricabile in formato PDF.
  • Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume II - The Southern Hemisphere to +6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-15-8.
  • Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0, 2ª ed., Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.
  • Tirion, The Cambridge Star Atlas 2000.0, 3ª ed., Cambridge, USA, Cambridge University Press, 2001, ISBN 0-521-80084-6.

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