William Patrick Hitler

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William Patrick Stuart-Houston

William Patrick Stuart-Houston (nato Hitler; Liverpool, 12 marzo 1911Patchogue, 14 luglio 1987) è stato il nipote inglese di Adolf Hitler, nato a Liverpool dal fratellastro di Adolf, Alois Hitler Jr., e dalla moglie irlandese.

In seguito si trasferì in Germania, ma successivamente immigrò negli Stati Uniti, dove prestò servizio nella Marina degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale. Alla fine ricevette la cittadinanza statunitense.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque in Inghilterra da Alois Hitler Jr., fratellastro di Adolf Hitler, e dall'irlandese Bridget Dowling. Visse per alcuni anni in Germania. Tornato dal Regno Unito avrebbe cercato di ricattare lo zio, minacciando di confermare la teoria secondo la quale il nonno paterno, il padre di Alois Hitler Sr., era l'ebreo Leopold Frankenberger.

Nel 1939 si trasferì negli Stati Uniti, diventò cittadino statunitense e servì nella marina militare durante la seconda guerra mondiale. Morì all'età di 76 anni a Patchogue, nello Stato di New York, ed è sepolto a Coram.[1]

Dalla moglie Phyllis Jean-Jaques sposata nel 1947 negli Stati Uniti ha avuto quattro figli, e nello stesso anno cambiò nome da Hitler a Hiller e infine a Stuart-Houston: Alexander Adolf (1949), Louis (1951), Howard Ronald (1957-1989), Brian William (1965).[2][3]

Nel 2006 a New York è andata in scena Little Willy, un dramma di Mark Kassen a lui dedicato.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Matteo Rubboli, William Patrick Hitler: la storia del Nipote di Adolf che combatté i Nazisti con gli Alleati, su Vanilla Magazine, 22 ottobre 2020. URL consultato il 29 luglio 2021.
  2. ^ Trovato il pronipote di Hitler: "Preferisco la Merkel a Trump", su iltempo.it. URL consultato il 29 luglio 2021.
  3. ^ La prima intervista al pronipote di Hitler, su Blitz quotidiano, 9 ottobre 2018. URL consultato il 29 luglio 2021.
  4. ^ (EN) Jonathan Brown e Oliver Duff, The black sheep of the family? The rise and fall of Hitler's scouse nephew, in The Independent, 17 agosto 2006. URL consultato il 23 gennaio 2020.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Controllo di autoritàVIAF (EN141144583 · ISNI (EN0000 0000 9570 6671 · LCCN (ENno2010146893 · GND (DE1254678530 · BNF (FRcb15083239t (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no2010146893