Wikipedia:Lauree/Vala

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Il testo completo della tesi è disponibile qui


Il lavoro si è sviluppato attorno ad una questione assai dibattuta nel tempo, anche precedentemente alla comparsa dell’elemento digitale: la produzione collettiva di sapere. Nel caso specifico della mia analisi, il problema è declinato nella situazione particolare che offre la condivisione di conoscenza in Rete.
Lo studio si è incentrato, nella sua dimensione empirica, sulle dinamiche sociali che sottendono alla compilazione e alla manutenzione di Wikipedia. Si tratta di un’enciclopedia libera, che si sviluppa online, che raccoglie il sapere in modo universale, secondo processi cooperativi e nella quale chiunque può fornire il proprio contributo all’opera. Nel caso particolare ci si è concentrati sull’edizione italiana, che è stata studiata attraverso le metodologie dell’osservazione partecipante e della recente “virtual ethnography”, frutto degli studi innovativi sull’argomento di Christine Hine.
La sezione dedicata alla ricerca empirica, si snoda attraverso due percorsi:

  1. una prospettiva sociale, che si concentra sulle dinamiche relazionali e sociali che intercorrono tra i membri della comunità;
  2. una prospettiva sociosimbolica, che si incentra invece sull’identità dei soggetti e sul sistema simbolico di status che si crea riflettendo l’ethos della comunità, quell’orizzonte sociosimbolico che la unisce e che finisce per riflettersi sull’identità stessa dei membri.

Andando a vagliare le direttrici teoriche che sostengono la ricerca empirica, il lavoro si è svolto secondo tre principali chiavi di lettura del processo di produzione cooperativa di conoscenza.

Anzitutto ci si è ricollegati ai principi dell’etica hacker, nella loro forma più pura ed estremistica, nati dalla mente e dall’attivismo di Richard Marshall Stallman. La motivazione di tale riferimento sta nel fatto di aver riscontrato diverse analogie tra le dinamiche che regolano il movimento hacker e quelle che sottendono alla comunità di membri che lavorano in Wikipedia. Ad esempio si è visto come vengano messi in atto i processi di reputazione e di vantaggio dovuto dalla struttura a “rete” che rende veloce e ottimale lo sviluppo dell’opera, così come accade nel lavoro hacker. E ancora si sono osservati i punti in comune con la cultura del dono e con la costituzione di un patto fiduciario che leghi i membri anche nella memoria storica delle relazioni intessute.

In seguito però, al di là della nota e forse a volte abusata lettura attraverso l’etica hacker, si è proseguiti in direzione di un aspetto particolare dell’hacking: la pratica “open-source”. Tale passo è motivabile secondo due aspetti: anzitutto ci si ripropone di superare la chiave di lettura “classica” che prevede la spiegazione del movimento hacker sempre e solo attraverso gli occhi e la filosofia di Stallman.
In secondo luogo, la declinazione “pragmatica” dell’open-source, mediante i contributi dell’hacker moderato Eric Raymond, permette di osservare l’aspetto maggiormente situato nel contesto reale in cui l’hacker viene a trovarsi: una comunità forte e salda sui medesimi valori, ma nella quale non mancano conflittualità, lotte di potere e legami relazionali. Una struttura che prevede le dinamiche tipiche del “bazar” piuttosto che quelle della “cattedrale”, così come teorizza Raymond in uno dei suoi testi chiave per l’analisi dell’open-source. La variazione dell’etica in termini “di prassi” permette senza dubbio di avvicinare ancor di più tale filosofia di vita e lavoro allo studio di ricerca empirica svolto all’interno dell’enciclopedia.

Infine, dopo aver abbandonato l’apparato ideologico, si fornisce una terza chiave di lettura, che punta l’attenzione sulla struttura del “sistema emergente”. Lasciando da parte la spinta motivazionale, ci si concentra su un aspetto maggiormente tecnico e strutturale che possa spiegare la cooperazione nel suo “evolversi”. Si è cercato infatti di spiegare come la rete, nel senso generico del termine, possa supportare forme di auto-organizzazione tali da esser segnalate come un prodotto della configurazione stessa.

Appare chiaro come in realtà la prospettiva etica e ideologica e quella emergente e strutturale sembrino escludersi vicendevolmente: mentre la prima presuppone l’esistenza di una comunità e di un legame relazionale tra i membri che la compongono, la seconda ci parla di un’auto-organizzazione di tipo “spontaneo” che viene a crearsi secondo dinamiche misteriose, che prendono vita dalla risposta degli individui a necessità locali ma che creano contemporaneamente in tal modo ordini di tipo superiore, dove il tutto appare organico e dotato di un’intelligenza che prescinde dalle parti.
La peculiarità del lavoro sta nel fatto di aver riscontrato all’interno del caso empirico entrambi i processi descritti.
Si ipotizza che questa coesistenza sia frutto del particolare momento in cui si è analizzata l’enciclopedia: essendo nelle prime fasi di vita e di sviluppo, l’aspetto comunitario sembra muovere i primi passi, mentre per quanto riguarda la compilazione in sé dell’enciclopedia, Wikipedia pare rispondere alle logiche dell’emergenza.
Sarà sicuramente interessante osservare come, con lo sviluppo e l’“invecchiamento” del progetto, si possa assitere ad un mutamento delle condizioni, con la prevalenza di uno e dell’altro aspetto o forse con la definizione di un equilibrio osmotico tra i due che garantisca la reciproca sussistenza.