Walter Lehning Verlag

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Walter Lehning Verlag
StatoBandiera della Germania Germania
Fondazione1946 a Hann. Münden
Fondata daWalter Lehning
Chiusura1968 (fallimento)
Sede principaleHannover
SettoreEditoria
Prodotti

Walter Lehning Verlag, anche nota come Lehning-Verlag o semplicemente Lehning, è stata una casa editrice di fumetti tedesca, fondata da Walter Lehning. Si specializzò e ottenne i maggiori successi nella pubblicazione di serie a fumetti in formato a strisce.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La casa editrice fu fondata ad Hann. Münden nel 1946, e inizialmente pubblicava romanzi e riviste femminili, che a malapena raggiungevano qualche centinaio di copie di tiratura.[1] Durante una vacanza a Milano, Lehning restò folgorato dai fumetti a basso costo in formato a striscia pubblicati dalle Edizioni Tomasina e dalle Edizioni Torelli, e immediatamente decise di esportarle in Germania. Lehning acquistò i diritti di tre serie, El Bravo, Carnera e il tarzanide Akim, incontrando un immediato successo in particolare con quest'ultima.[1][2]

Pochi mesi dopo il lancio delle prime serie si fece avanti il fumettista Hansrudi Wäscher che propose all'editore alcune serie che aveva ideato; mancando alla casa editrice una serie epica di cavalieri, Lehning optò per la serie Sigurd, ottenendo un immediato successo e vendendo circa mezzo milione di copie ogni settimana.[2][3] A quel punto a Wäscher fu permesso anche di lanciare altre serie, tutte salutate da un consistente successo, come la fantascientifica Nick e l'epica Falk.[2][3] Inoltre quando la licenza di Akim scadde nel 1955 a Wäscher fu affidato il compito di continuarne le storie in modo autonomo, e quando per questa ragione sorse una querelle giudiziaria sui diritti con le Edizioni Tomasina fu lanciato un proprio tarzanide, Tibor.[2] Il successo continuò per molti anni, ma progressivamente il gusto dei lettori cambiò e la casa editrice non riuscì a stare al passo con i tempi, chiudendo i battenti per fallimento nel 1968.[1][2][3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (DE) Andreas C. Knigge, Fortsetzung folgt: Comic Kultur in Deutschland, Ullstein, 1986, pp. 136, 164-167, ISBN 9783548365237.
  2. ^ a b c d e Wir trauern um einen der Großen des deutschen Comics, su Zack Magazin. URL consultato il 23 luglio 2019.
  3. ^ a b c (EN) Maurice Horn, Hansrudi Wäscher, in The world encyclopedia of comics, vol. 5, Chelsea House, 1999, ISBN 9780791048573.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]