Walter Buckmaster

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Walter Buckmaster
Nazionalità Bandiera del Regno Unito Regno Unito
Polo
Carriera
Squadre di club
?BLO Polo Club Rugby
?Hurlingham Club
Palmarès
Bandiera della Squadra mista Squadra mista
Competizione Ori Argenti Bronzi
Giochi olimpici 0 1 0

Per maggiori dettagli vedi qui

Bandiera della Gran Bretagna Gran Bretagna
Competizione Ori Argenti Bronzi
Giochi olimpici 0 1 0

Per maggiori dettagli vedi qui

 

Walter Selby Buckmaster (Wimbledon, 16 ottobre 1872Warwick, 30 ottobre 1942) è stato un giocatore di polo inglese.

Figlio di Thomas Walter Buckmaster, Walter studiò alla Repton School e al Trinity College dell'Università di Cambridge. Giocò a calcio sia a Repton che a Cambridge ma in quest'ultima fu anche membro della squadra di polo. A Cambridge, Buckmaster diede inizio alla sua carriera in borsa, diventando con il suo vecchio amico reptoniano Charles Armytage-Moore socio della Buckmaster & Moore.

Partecipò al torneo di polo della II Olimpiade di Parigi del 1900. La sua squadra, l'anglo-statunitense BLO Polo Club Rugby, vinse la medaglia d'argento. Due anni dopo, vinse anche l'International Polo Cup che si disputò a Hurlingham.

Buckmaster prese parte anche al torneo di polo della IV Olimpiade di Londra del 1908. La sua squadra, la britannica Hurlingham Club, vinse la medaglia d'argento dopo aver perso un'unica partita.

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Anno Manifestazione Sede Evento Risultato
1900 Giochi olimpici Bandiera della Francia Parigi Polo Argento
1908 Giochi olimpici Bandiera del Regno Unito Londra Polo Argento

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Walter Buckmaster, su Olympedia. Modifica su Wikidata
  • (EN) Walter Buckmaster, su sports-reference.com, Sports Reference LLC (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2017). Modifica su Wikidata
  • (EN) Profilo accademico [collegamento interrotto], su venn.lib.cam.ac.uk.
  • (EN) Articolo su The New York Times, 30 aprile 1913
  • (EN) (PDF) Articolo su The London Gazette, 2 aprile 1926
  • (EN) (PDF) Articolo su The London Gazette, 26 marzo 1929