Wafa Sultan

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Wafa Sultan

Wafa Sultan (in arabo وفاء سلطان?; Damasco, 14 giugno 1958) è una psicologa siriana, molto nota per i suoi interventi critici verso l'Islam su [[Al Jazeera].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Wafa Sultan è cresciuta in una famiglia musulmana tradizionale a Baniyas, piccola città sul Mediterraneo a due ore da Beirut. Suo padre, devoto musulmano, commerciava in cereali e Wafa Sultan ne ha seguito gli insegnamenti religiosi fino all'età adulta.

La sua vita cambia nel 1979: studentessa di medicina ad Aleppo mentre i Fratelli Musulmani lottano contro il governo del presidente Hafez el-Assad, è testimone dell'assassinio del suo professore proprio da parte dei Fratelli musulmani. Sull'episodio così si esprimerà: "in quel momento ho perduto la fede nel loro dio ed ho iniziato a rimettere in questione tutti i loro insegnamenti. È stata la svolta della mia vita che mi ha portato a diventare quella che sono oggi. Ho dovuto partire. Ho dovuto ricercare un altro dio".

Nel 1989 emigra con la famiglia negli Stati Uniti e si stabilisce in California dove termina i suoi studi in medicina.

Lì comincia a scrivere e si occupa di un sito di riformatori dell'Islam «An-naqed» (la critica) creato da un altro siriano espatriato a Phoenix. Uno dei suoi saggi sui Fratelli musulmani attira l'attenzione di Al-Jazeera che la invita a confrontarsi con un universitario algerino nel luglio 2005. Nel corso dell'incontro, rimette in discussione gli insegnamenti religiosi che spingono i giovani al suicidio in nome di Dio. I suoi commenti sono dibattuti nel mondo intero ed il suo nome comincia a comparire sulla stampa e sui siti internet arabi. La sua reputazione diventa planetaria dopo esser stata invitata nuovamente su Al-Jazeera il 21 febbraio 2006.

Wafa Sultan oggi lavora alla stesura di un libro il cui titolo dovrebbe essere Il prigioniero evaso: quando Dio è un mostro riguardo al quale ha dichiarato:

«ho superato il punto di non ritorno che non mi consente più di tornare indietro, non ho più scelta. Io rimetto in discussione ogni insegnamento del nostro Libro Santo.»

L'intervento su Al-Jazeera del 21 febbraio 2006 e l'attività contro l'islamizzazione della nazioni[modifica | modifica wikitesto]

È a seguito di un intervento provocatorio sulla catena Al-Jazeera del 21 febbraio 2006 che Wafa Sultan è diventata una celebrità internazionale, presentata da alcuni come una voce della ragione, da altri come un'eretica o un'apostata.

La sua intervista è stata scaricata da Internet più di un milione di volte in due settimane e si è diffusa rapidamente. Nell'intervista, tra le altre cose, afferma che i musulmani sono affondati nella barbarie; in controcorrente rispetto alla tesi dello scontro di due civiltà paritarie, la psicologa crede allo scontro tra barbarie e modernità, violenza e ragione.

Se da un lato ha ricevuto il plauso dei musulmani riformatori, dall'altro ha attirato su di sé l'attenzione dei fondamentalisti islamici che hanno minacciato di ucciderla.

Nel 2007 ha partecipato a San Pietroburgo al Secular Islam Summit insieme ad altri pensatori e riformatori musulmani come Ayaan Hirsi Ali, Ibn Warraq e Irshad Manji[1]. Il gruppo ha rilasciato la dichiarazione di San Pietroburgo che esorta i governi mondiali, tra le altre cose, a respingere la legge della Sharia, le Fatwā dei tribunali musulmani, le norme del clero e le religioni di stato in tutte le loro forme; e di opporsi a tutte le pene comminate per blasfemia e apostasia, che ritengono essere in violazione dell'articolo 18 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La dichiarazione di San Pietroburgo, su secularislam.org. URL consultato l'11 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2018).

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Controllo di autoritàVIAF (EN187511913 · ISNI (EN0000 0003 5718 1802 · LCCN (ENn2009025775 · GND (DE140129553 · BNF (FRcb165448256 (data) · J9U (ENHE987007452368305171 · WorldCat Identities (ENlccn-n2009025775