WZ Sagittae

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WZ Sagittae
WZ Sagittae
Classe spettraleDAepv E ~
Tipo di variabileVariabile WZ Sagittae
Periodo di variabilità~30 anni
Distanza dal Sole142 ± 0,3 anni luce (43,537 ± 0,092 pc)
CostellazioneFreccia
Coordinate
(all'epoca J2000.0)
Ascensione retta20h 07m 36,5s
Declinazione+17° 42′ 14,73″
Lat. galattica57,5367°
Long. galattica−07,9298°
Dati fisici
Massa
0,85±0,04 /
0,078–0,13 M
Dati osservativi
Magnitudine app.
  • +15,2 (min)
  • 7,5 (durante l'esplosione) (max)
Magnitudine app.15,2
Parallasse22,1564±0,0395 mas
Moto proprioAR71,635±0,058 mas/anno
Dec−24,348±0,045 mas/anno
Velocità radiale−51 km/s
Nomenclature alternative
SV HV 3518, Downes WZ Sge,
1SXPS J200736.7+174215, FB 173,
2MASS J20073649+1742147,
AAVSO 2003+17, Nova Sge 1913,
GALEX J200736.6+174214, 2E 4322,
GSC2.3 N1US062532, N Sge 1913,
WDS 20076+1741B, V WZ Sge,
SBC9 1204, 2E 2005.3+1733,
Lanning 50, UCAC4 539-122231,
URAT1 539-535296, EGGR 136,
2RXP J200736.6+174218, Lan 50,
WD 2003+17, CSI+17-20053 2, GCRV 70442, PLX 4778.00, WEB 17643, 1RXS J200736.4+174217, Gaia DR2 1809844934461976832, EM CDS 1133, NOVA Sge 1946, UBV 17296, 1ES 2005+17.5,
3XMM J200736.5+174213,
2RXS J200736.5+174219,
CMC15 J200736.5+174214,
USNO-B1.0 1077-0629939,
WISE J200736.55+174215.1,
XMMOM J200736.5+174215,
Nova Sge 1978, PLX 4778,
uvby98 620020136

WZ Sagittae è una stella variabile, di tipo cataclismatico, scoperta dall'astronoma statunitense Johanna Crighton Stevens Mackie nel 1919 su immagini d'archivio riprese il 22 novembre 1913 dall'osservatorio di Harvard[1]. WZ Sagittae appartiene alle variabili WZ Sagittae, una delle due sottoclassi delle variabili SU Ursae Majoris, che a loro volta costituiscono uno dei tre tipi di nove nane[2]. WZ Sagittae dista 142 anni luce dal sistema solare, è pertanto la più vicina nova nana[3].

Il sistema stellare di WZ Sagittae[modifica | modifica wikitesto]

Il sistema stellare di WZ Sagittae è costituito da un sistema stellare binario e da un disco di accrescimento: il sistema stellare binario è costituito da una nana bianca e da una stella della sequenza principale. Il sistema binario ha un periodo orbitale di 0,05669 giorni[4], pari a 81,63 min: questo periodo è molto prossimo al più piccolo valore osservato, ≈80 min, in una variabile cataclismatica[5]. La distanza dal Sistema solare non permette con gli attuali telescopi, anche spaziali, di conoscere i parametri fisici esatti del sistema binario e del disco di accrescimento, costituito da idrogeno. L'inclinazione del piano orbitale del sistema è di 75°±[6].

Nana bianca[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2014, tramite osservazioni effettuate col satellite XMM la massa della nana bianca è stata stimata in 0,85±0,04 M: è da riportare che sono stati avanzati valori tra le 0,88 e le 1,53 M[3].

Stella secondaria[modifica | modifica wikitesto]

La stella secondaria ha una massa compresa tra 0,078 e 0,13 M, massa prossima a quella delle nane brune[3].

Disco d'accrescimento[modifica | modifica wikitesto]

Il disco d'accrescimento attorno alla nana bianca è alimentato dalla stella secondaria con un flusso di massa mediamente di 2×1012 kg/s, il flusso è soggetto a variazioni. Quando questa massa raggiunge un valore di (1-2)×1021 kg il disco si trova nella condizione di poter generare un'esplosione[7].

Variazioni di luminosità[modifica | modifica wikitesto]

Il sistema di WZ Sagittae ha una magnitudine di quiescenza di 15,2[8]. WZ Sagittae è la nova nana col più lungo periodo tra due esplosioni, circa 32 anni, anche se le due ultime esplosioni sono avvenute a soli 22 anni di distanza[7], questo fatto fa pensare che il periodo possa variare notevolmente. WZ Sagittae è anche una variabile ad eclisse, una delle poche conosciute tra le nove nane[6].

Esplosioni[modifica | modifica wikitesto]

WZ Sagittae dalla sua scoperta nel 1919 ha avuto quattro esplosioni (outburst) principali[9]:

  • 22 novembre 1913: scoperta nel 1919 in immagini d'archivio dall'astronoma statunitense Johanna Crighton Stevens Mackie. In questo evento raggiunse la 7ª magnitudine fotografica[1].
  • 29 giugno 1946: scoperta dall'astronomo tedesco Kurt Himpel. In questo evento raggiunse la 7,2ª magnitudine fotografica[1].
  • 1º dicembre 1978: scoperta dall'astronomo statunitense John T. McGraw. In questo evento raggiunse la 7,6ª magnitudine fotografica[10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Eskioglu A. N., La nova récurrente WZ Sagittae (1913-1946), L'Astronomie, vol. 77, pag. 382-386, novembre 1963

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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