Vizma Belševica

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Vizma Belševica

Vizma Belševica (Riga, 30 maggio 19316 agosto 2005) è stata una poetessa, scrittrice e traduttrice lettone. È stata nominata per il Premio Nobel per la letteratura.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Vizma Belševica nacque a Riga, in una famiglia povera, in quanto solo uno dei due coniugi svolgeva un lavoro retribuito: il padre Žanis Belševics era un operaio, mentre la madre Vera Belševica (nome da nubile: Vera Cīrule) era una casalinga. Il padre di Vizma aveva problemi con l'alcol, che si aggravarono quando, durante la Grande Depressione, perse il lavoro come fornaio.

Nata nella Riga pre-bellica, allora capitale della Lettonia democratica, Vizma Belševica vi trascorse la maggior parte della propria infanzia. La città è spesso presente nelle sue opere - in particolare in quella più famosa, la trilogia autobiografica Bille -, ma il tempo trascorso in Curlandia, nella piccola fattoria dei suoi genitori, ha un ruolo altrettanto importante nella sua poesia e nei suoi scritti.

Suo figlio Klāvs Elsbergs (1959 – 1987) fu un famoso poeta lettone negli anni '80, ed anche il suo secondo figlio Jānis è uno scrittore.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante la mancata vittoria del premio Nobel (per cui fu nominata più volte)[senza fonte], il lavoro di Belševica venne riconosciuto e premiato: ricevette due volte il Premio Spidola, ovvero il più alto riconoscimento nella letteratura lettone; il 6 dicembre 1990 fu eletta membro onorario dell'Accademia lettone delle scienze; ricevette inoltre i premi Andrejs Upītis Prize (1982), E. Forset Prize (Svezia, 1992), Karl Gopper Prize (1993), Thomas Tranströmer Prize (Svezia, 1999) e Literature of the Year Prize (2002, 2004)[2].

Belševica ricevette inoltre il più alto riconoscimento dello Stato lettone, vale a dire l'Ordine delle Tre Stelle.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Vizma Belševica pubblicò le sue prime poesie nel 1947, mentre la prima raccolta apparve nel 1955. Le raccolte di poesie più importanti sono Jūra deg (1966), Gadu gredzeni (1969), Madarās (1976), Kamola tinēja (1981) e Dzeltu laiks (1987).

Le sue raccolte di racconti sono invece: Ķikuraga stāsti (1965), Nelaime mājās (1979), Lauztā sirds uz goda dēļa (1997).

Durante il periodo post-sovietico, Belševica scrisse inoltre tre libri semi-autobiografici: storie sulla ragazza Bille, seguendo la sua vita dalla fine degli anni '30, durante il primo anno dell'occupazione sovietica della Lettonia (1940–41), l'occupazione nazista (1941– 45), e i primi anni del dopoguerra sotto il regime di Stalin: Bille (Bille, 1992, 95), Bille un karš (titolo iniziale: Bille dzīvo tālāk, 1996), Billes skaistā jaunība (1999). La sua prima edizione è stata pubblicata dall'editore lettone Mežābele nel 1992 negli Stati Uniti e solo nel 1995 in Lettonia. Ora questa trilogia è stata riconosciuta come una delle opere più importanti della letteratura lettone di tutti i tempi.[3] È stato tradotto in svedese, ma non in inglese.

La poesia e la narrativa di Belševica sono state tradotte in circa 40 lingue.

Nell'Unione Sovietica degli anni '60 -'80, diversi suoi libri di poesia furono pubblicati in russo, bielorusso e armeno. Le sue poesie sono state tradotte in inglese da Inara Cedrins per l'antologia Contemporary Latvian Poetry, pubblicata dalla University of Iowa Press nel 1983.[4] Dagli anni '80 in poi, Belševica è stata regolarmente presente sulla scena letteraria svedese (tradotta da Juris Kronbergs), dove i libri delle sue poesie e le storie di Bille hanno riscosso un grande successo sia di critica che di pubblico. Le sue Poesie Selezionate sono state pubblicate anche in Norvegia, Danimarca e Islanda, mentre i Racconti Selezionati, in Russia, Georgia e Germania. La traduzione russa della trilogia di Bille è stata pubblicata a Riga, in Lettonia (le prime due parti in un unico volume nel 2000[5], e l'ultima nel 2002[6][7]), mentre il primo volume è stato pubblicato in finlandese nel 2019.

Nei propri lavori, Vizma Belševica ha più volte criticato la situazione delle nazioni oppresse nell'Unione Sovietica, motivo per cui, dal 1971 al 1974, non le è stato più permesso di pubblicare, ed il suo nome non poteva essere menzionato dai media. Gli agenti del KGB hanno inoltre perquisito il suo appartamento due volte, confiscando manoscritti e appunti.[8]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Ordine delle Tre stelle - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vizma Belsevica, Latvian Poet, Is Dead at 74, su nytimes.com. URL consultato il 4 marzo 2023.
  2. ^ The second part of Vizma Belševica's trilogy "Bille" "Bille and War" is published, su gulbenesbiblioteka.lv. URL consultato il 5 marzo 2023.
  3. ^ (EN) Raimonds Briedis, VIZMA BELŠEVICA. "BILLE", su kulturaskanons.lv (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  4. ^ (EN) Contemporary Latvian Poetry: A Baltic Anthology, UNO Press, 2013. URL consultato il 5 marzo 2023.
  5. ^ Белшевица, Визма [=Belševica, Vizma]. 2000. Билле (translated from the Latvian into Russian by Irina Cigaļska [=Ирина Цыгальская]). Riga: Sol Vita, 592pp ISBN 9984556611
  6. ^ Белшевица, Визма [=Belševica, Vizma]. 2002. Эта дивная молодость Билле (translated from the Latvian into Russian by Irina Cigaļska [=Ирина Цыгальская]). Riga: Sol Vita, 271pp ISBN 998455693X
  7. ^ A Note about Vizma Belsevica, a Latvian Poetess - Stahnke, su lituanus.org. URL consultato il 5 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2018).
  8. ^ Vizma Belsevica, 74; Latvian Poet's Work Was Often Censored, su articles.latimes.com. URL consultato il 20 aprile 2015.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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