Vittorio Emanuele Giuntella

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Vittorio Emanuele Giuntella (Soriano nel Cimino, 8 luglio 1913Roma, 27 novembre 1996) è stato uno storico e militare italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

In gioventù fu «amico di Giuseppe Lazzati (poi rettore della Cattolica di Milano), anche lui (...) attivo nell’Azione cattolica, cresciuto intorno a monsignor Montini»[2].

Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, tenente degli Alpini, Giuntella fu preso prigioniero dai tedeschi e internato[3] in lager della Polonia e della Germania (Sandbostel, Bergen-Belsen, Dęblin, Wietzendorf).

Giuntella ha speso tutto il resto della propria esistenza, oltre che nel lavoro, nella testimonianza della pagina nera della storia dell'umanità, da lui vissuta in prima persona. Storico, bibliotecario del Senato della Repubblica, docente di storia dell'età dell'Illuminismo all'università di Roma, Giuntella ha dedicato i suoi studi alla Repubblica Romana e a un'esauriente bibliografia del Risorgimento; fondamentali le riflessioni sulle fedi di fronte al totalitarismo; costantemente impegnato per i diritti umani, Giuntella è stato tra i più autorevoli rappresentanti dell'Opera nomadi.

Era padre del giornalista del TG1 Paolo Giuntella.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

I suoi studi si incentrano sul '700[4] e sulle vicende della Seconda guerra mondiale, della deportazione e della Resistenza.

Fondamentale è il suo volume Il nazismo e i Lager, Studium, Roma 1979.

La sua opera dedicata all'Illuminismo include «Roma nel '700» e «La città dell'illuminismo. L'idea e il nuovo volto» (Roma, Edizioni Studium, 1982).

Ha anche scritto «La Religione amica della Democrazia. I cattolici democratici del Triennio rivoluzionario (1796-1799)», Roma, Studium, 1979.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il nazismo e i Lager, Studium, Roma 1979.
  2. ^ Piera Egidi Bouchard, La prigionia di un pericoloso protestante, Confronti: mensile di fede, politica, vita quotidiana: XXXVIII, 10, 2011 (Roma: Com Nuovi Tempi, 2011), che prosegue dichiarando che si trattava di "un gruppo colto, poi nel dopoguerra l’ala culturale della Dc".
  3. ^ Per l’interpretazione storiografica della sorte degli Internati Militari Italiani (IMI), cfr. L. Klinkhammer, Il nazismo e i lager nell’interpretazione storiografica di Vittorio Emanuele Giuntella, in «Dimensioni e problemi della ricerca storica», 2000, n. 2, pp. 119-129
  4. ^ Anche in comparazione con il secolo successivo: v. Vittorio Emanuele Giuntella, Due esperienze repubblicane a Roma (1798-1849) in «Rassegna storica del Risorgimento», 37, 1950.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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