Vittorio Albasini Scrosati

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Vittorio Albasini Scrosati

Deputato della Consulta Nazionale del Regno d'Italia
Durata mandato5 aprile 1945 –
1 giugno 1946
Capo di StatoUmberto II
Legislaturaprovvisoria
Gruppo
parlamentare
Partito d'Azione
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito d'Azione
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàTorino

Vittorio Albasini Scrosati (Monza, 12 settembre 190325 gennaio 1991) è stato un antifascista e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Ermanno Albasini Scrosati, deputato liberale, studia giurisprudenza dapprima a Pavia e poi a Milano, dove si laurea in legge. Negli anni dell'università si avvicina agli ambienti giovanili antifascisti legati a Carlo Rosselli, che era allora assistente volontario alla cattedra di economia. Collabora al periodico "Pietre", dove conosce il direttore Lelio Basso, fino al 12 aprile 1928; dopo l'attentato a Vittorio Emanuele III una retata dell'OVRA porta all'arresto dei componenti della redazione e di tutti i collaboratori sparsi per l'Italia.

Sfuggito alla retata rimane in disparte fino al 1931, quando fonda la prima sezione italiana di Giustizia e Libertà con Riccardo Bauer, Ernesto Rossi e Umberto Ceva, che di li a poco sono arrestati assieme a Ferruccio Parri e Emilio Lussu.

Sfuggito per la seconda volta alla cattura viene alfine arrestato sul finire dello stesso anno a causa dell'attività poco prudente del professore belga Léo Moulin, sceso in Italia per sostenere la rivoluzione antifascista propugnata da Giustizia e Libertà. Scrosati sconta due anni di carcere a Spoleto. A pena espiata, si ritira a vita privata esercitando la professione di avvocato sotto il rigido controllo dei fascisti. Riprende la propria attività politica solo nel 1940 con Ferruccio Parri, col quale lavora alla rete organizzativa del Partito d'Azione, fondato nel 1942 per combattere il fascismo nel momento in cui i primi insuccessi della guerra ne minavano la fiducia della gente.

Dopo la caduta del fascismo entra a far parte del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia come rappresentante del Partito d'Azione assieme a Riccardo Lombardi e Ferruccio Parri.

Nel 1945 viene nominato membro della Consulta nazionale. Diventato presidente del consiglio Parri ottiene dal consiglio dei ministri la sua nomina a presidente della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde. Il decreto viene tuttavia ritirato con l'avvento del primo governo di Alcide De Gasperi.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Ferro: ricordo di Vittorio Albasini Scrosati, su fiapitalia.it. URL consultato il 26 gennaio 2022.
  • Biagio Goldstein Bolocan: La bella Resistenza: L'antifascismo raccontato ai ragazzi. Feltrinelli Editore, 2019.
  • Marta Boneschi: Milano, l'avventura di una città. Ledizioni LediPublishing, 2014

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN307381301 · SBN CUBV089539