Viola Farber

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Viola Farber (Heidelberg, 25 febbraio 1931Bronxville, 24 dicembre 1998) è stata una ballerina e coreografa statunitense.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Viola Farber nacque ad Heidelberg, dove cominciò a studiare danza durante l'infanzia. Nel 1938 la famiglia si trasferì negli Stati Uniti, dove Farber studiò musica e danza all'Università dell'Illinois, alla George Washington University e al Black Mountain College.[1]

Nel 1953 fu una dei membri fondatori della Merce Cunningham Dance Company, con cui danzò in occasione delle prime di diverse opere di Merce Cunningham, tra cui Crises, Paired Rune e Nocturne. Nello stesso periodo danzò anche per la compagnia di Paul Taylor. Pianista dotata, nel 1963 fu l'unica pianista donna a suonare in occasione della prima di Vexations di Erik Satie, durata oltre diciotto ore.[2] Tra il 1959 e il 1967 insegnò danza all'Adelphi University, mentre tra il 1967 e il 1968 insegnò al Bennington College. Nel 1965 lasciò la compagnia di Cunningham e nel 1968 ne fondò una propria.

Insieme alla Viola Farber’s Dance Company continuò a sviluppare un proprio stile, fortemente basato sull'improvvisazione in sala prove e la possibilità dei suoi ballerini di alterare i movimenti a proprio piacimento, seppur con alcuni limiti delineati dalla stessa Farber. Tra i suoi pezzi più apprezzati si ricordano Poor Eddie (1973), Willi I (1974), No Super, No Boiler (1974) e Lead Us Not into Penn Station (1975). La gran parte delle sue coreografie si avvalevano di partiture originali e venivano eseguite in silenzio, anche se occasionalmente usava pezzi classici, come la Sonata per pianoforte n. 14 di Beethoven per Nightshade.

Insegnò danza al Sarah Lawrence College dal 1988 alla morte, avvenutanel 1998 all'età di 67 anni.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) By David Vaughan, Obituary: Viola Farber, in The Guardian, 27 gennaio 1999. URL consultato il 12 febbraio 2023.
  2. ^ (EN) Kerry O'Brien e William Robin, On Minimalism: Documenting a Musical Movement, Univ of California Press, 25 aprile 2023, p. 30, ISBN 978-0-520-38207-7. URL consultato il 12 febbraio 2023.
  3. ^ (EN) Jennifer Dunning, Viola Farber, Choreographer, Dies at 67, in The New York Times, 31 dicembre 1998. URL consultato il 12 febbraio 2023.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN151647634 · ISNI (EN0000 0001 0178 5119 · GND (DE1056983604 · BNF (FRcb146786792 (data) · WorldCat Identities (ENviaf-151647634