Vincenzo Inzerillo

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Vincenzo Inzerillo

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato27 aprile 1992 –
14 aprile 1994
LegislaturaXI
Gruppo
parlamentare
DC, Popolari
CoalizionePentapartito
CircoscrizioneSicilia
CollegioPalermo II
Incarichi parlamentari
  • membro della 13ª Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDemocrazia Cristiana - Partito Popolare Italiano
Titolo di studiodiploma di scuola superiore

Vincenzo Inzerillo (Palermo, 24 luglio 1947) è un politico italiano, senatore della Democrazia Cristiana dal 1992 al 1994.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Esponente della Democrazia Cristiana, è consigliere comunale a Palermo dagli anni '80, ricoprendo anche il ruolo di assessore e di vicesindaco nel 1990[1].

Nel 1992 viene eletto al Senato; a Palazzo Madama è membro della 13ª Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali). Dopo lo scioglimento della DC nel 1994 si ricandida al Senato nel collegio di Palermo sud con la lista Democrazia Popolare, ottenendo il 7,7% dei voti, senza risultare eletto.

Procedimenti penali[modifica | modifica wikitesto]

Concorso esterno in associazione mafiosa[modifica | modifica wikitesto]

Il 15 febbraio 1995 Inzerillo venne arrestato per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, a seguito delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Gioacchino Pennino, Tullio Cannella, Giovanni Drago, Vincenzo Sinacori e Angelo Siino, che lo accusarono di avere stretti legami con i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, boss mafiosi di Brancaccio.[2][3][4]

Nel 2000 venne condannato in primo grado a otto anni di reclusione, ma venne assolto in appello nel 2004[3]. La Cassazione annullò l'assoluzione d'appello e dispose un nuovo processo: nel 2010 la Corte d'assise d'appello di Palermo derubricò il reato in concorso esterno in associazione mafiosa, riducendo la condanna a cinque anni e quattro mesi. Nel 2011 tale verdetto venne confermato dalla Cassazione e per Inzerillo si aprirono le porte del carcere.[5]

Nel 2012 è stato scarcerato per aver scontato la pena, con un anno di anticipo per buona condotta.[6]

Concorso in strage[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Bombe del 1992-1993.

Nel 2003 la Procura di Firenze indagò Inzerillo per concorso in strage, sulla base delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Vincenzo Sinacori, il quale affermava che nel 1993 il senatore avrebbe partecipato ad un incontro con Giuseppe Graviano, Matteo Messina Denaro e Leoluca Bagarella per discutere sugli attentati avvenuti nell'Italia continentale proprio in quell'estate[7][5]. Tuttavia l'indagine venne archiviata per mancanza di prove[8].

Revoca del vitalizio[modifica | modifica wikitesto]

Il 9 luglio 2015 gli è stato revocato il vitalizio, insieme ad altri otto ex senatori.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Anagrafe degli Amministratori Locali e Regionali Ministero dell'Interno
  2. ^ Sten. 506 aint04, su leg13.camera.it. URL consultato il 6 marzo 2022.
  3. ^ a b Mafia, condannato in appello ex senatore Inzerillo, su Giornale di Sicilia, 12 gennaio 2010. URL consultato il 6 marzo 2022.
  4. ^ Palazzolo, pp. 121-123.
  5. ^ a b 'Sono Inzerillo, portatemi in cella' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 14 gennaio 2011. URL consultato il 6 marzo 2022.
  6. ^ Torna libero l'ex senatore Inzerillo era stato indagato per la trattativa, in la Repubblica, 1º agosto 2012. URL consultato il 6 marzo 2022.
  7. ^ Giorgio Sgherri, Stragi del ’93, indagato ex senatore Dc (PDF), su archivio.unita.news, L'Unità, 22 maggio 2003.
  8. ^ Stragi del '93 senza mandanti occulti e i pm di Firenze archiviano il caso | Firenze la Repubblica.it, su firenze.repubblica.it. URL consultato il 6 marzo 2022.
  9. ^ Senato revoca vitalizio a otto ex senatori condannati. Tra questi anche Berlusconi, su rainews, 9 luglio 2015. URL consultato il 15 aprile 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Salvo Palazzolo, I Fratelli Graviano. Stragi di mafia, segreti, complicità, Editori Laterza, 2022.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]