Utente:Stefanferr/Paolo Maioli

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Paolo Maioli
NascitaSan Miniato, 17 gennaio 1864
MorteMonte Maggio, 20 agosto 1918
Cause della morteCaduto in combattimento
Luogo di sepolturaCimitero di San Miniato
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArtiglieria
Anni di servizio1883-1918
GradoBrigadier generale
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieTerza battaglia dell'Isonzo
Quarta battaglia dell'Isonzo
Battaglia degli Altipiani
Sesta battaglia dell'Isonzo
Ottava battaglia dell'Isonzo
Comandante di69ª Divisione
DecorazioniVedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino
Dati tratti da Smartac[1]
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Paolo Maioli (San Miniato, 17 gennaio 1864Monte Maggio, 20 agosto 1918) è stato un generale italiano, caduto in combattimento nel corso della prima guerra mondiale dove fu comandante del 2º e del 7º Reggimento artiglieria campale, del Comando generale di artiglieria nel settore montano e dell'artiglieria della 69ª Divisione operante in Val d'Astico.

Nacque a San Miniato il 17 gennaio 1864,[2] figlio del medico Giuseppe,[N 1] direttore dei locali "Ospedali Riuniti". Dopo aver studiato preso il Collegio militare di Firenze, si avviò alla carriera militare nel Regio Esercito iniziando a frequentare la Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino, da cui uscì nel 1883 con il grado di sottotenente, assegnato all'arma di artiglieria.[1] Frequentò la Scuola d'applicazione di artiglieria e genio[3] e fu promosso tenente nel 1885, capitano nel 1893 e maggiore nel 1908, prestando sempre servizio nei reggimenti di artiglieria 11º, 23º, 20º, 19º, 15º e 7º .[2] Nel 1913, durante un'importante esercitazione militare, rimase vittima di una caduta da cavallo[N 2] che lo costrinse ad un lungo periodo di convalescenza, tanto che ritornò in servizio attivo nel 1915.[1]

All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio di quell'anno, prestava servizio in un deposito di artiglieria, ma chiese e ottenne di essere mandato in zona di operazioni, cosa che avvenne nel settembre di quell'anno.[1] Promosso colonnello gli fu assegnato il comando del 2º Reggimento artiglieria campale, operante nella zona di Monfalcone, dove prese parte alla terza e quarta battaglia dell'Isonzo. Nel maggio 1916 fu trasferito al comando del 7º Reggimento artiglieria campale, assegnato alla neocostituita 5ª Armata del generale Pietro Frugoni, distinguendosi nel corso della battaglia degli Altipiani. Dopo la fine della Strefexpedition il suo reggimento fu mandato nella zona di Gorizia, dove nell'agosto dello stesso anno partecipò alle operazioni che portarono alla conquista della città, e nel mese di ottobre alla nuova offensiva italiana. Per questi fatti ricevette gli elogi del Comando di Artiglieria del VI Corpo d'armata.[2]

Nei primi giorni del 1917 fu elevato al rango di brigadier generale,[4] assumendo il Comando generale di artiglieria nel settore montano.[2] In seguito fu nominato comandante dell'artiglieria della 69ª Divisione operante in Val d'Astico. Il 20 agosto 1918, mentre si trovava al comando di un gruppo in ricognizione ed esplorazione sul Monte Maggio (conosciuto anche come Monte Majo) venne colpito da schegge di granata che lo ferirono gravemente.[1] Ai suoi ufficiali, che cercavano di allontanare i soldati accorsi attorno al generale morente, egli disse: lasciateli stare, è bene che vedano che anche i generali muoiono come loro. Trasportato all'ospedale da campo della 27ª Sezione di Sanità, spirò in poche ore a causa delle numerose emorragie. Messaggi di cordoglio alla vedova, signora Luigia Pini, giunsero dal colonnello brigadiere Baunngarter, dal generale Luigi Bongiovanni, dal generale Alessandro Saporiti e dal Ministro della guerra Vittorio Italico Zupelli.[1] Per onorarne la memoria re Vittorio Emanuele III lo insignì della Medaglia d'argento al valor militare alla memoria.[5]

I suoi resti fecero ritorno a San Miniato solamente quattro anni dopo, il 1 maggio 1922. La camera ardente fu sistemata nella chiesa di Santa Caterina, molto vicina alla sua abitazione. Ad organizzare le esequie furono le associazioni sanminiatesi dei Combattenti e Reduci di Guerra, Madri, Vedove e Orfani di Guerra, Mutilati e Invalidi. La camera ardente rimase aperta fino alla mattina del 4 maggio successivo, quando si svolsero i solenni funerali, celebrati dal Canonico Genesio Chelli, parroco di quella chiesa, e alla presenza del vescovo monsignor Carlo Falcini, oltre che delle autorità civili e militari.[6] Una via di San Miniato porta il suo nome,[7] che è ricordato anche in una lapide sita all'interno dell'Accademia militare di Modena.[8]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante d'artiglieria divisionale, per assicurare il maggior rendimento delle proprie artiglierie, ed il più sicuro collegamento con le fanterie della divisione, si recava sovente in prima linea, mostrando, nell'adempimento del proprio dovere, il massimo sprezzo del pericolo. In una di tali ricognizioni, incontrava serenamente la morte. Monte Majo, 20 agosto 1918
— Decreto Luogotenenziale del 27 maggio 1920.
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 14 gennaio 1916[9]
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 29 dicembre 1904[10]
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915–1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell’unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria
  1. ^ Il suo cognome con la lettera "J" è riportato in alcuni documenti, come sulla motivazione della medaglia dell'Istituto del Nastro Azzurro
  2. ^ Notizia riportata sul suo ruolino militare presso l'Archivio di Stato di Firenze
  1. ^ a b c d e f Smartac.
  2. ^ a b c d Smartac.
  3. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, 1885, p. 679. URL consultato il 21 settembre 2020.
  4. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, 1918, p. 4694. URL consultato il 21 settembre 2020.
  5. ^ Galli Angelini 1954-1955, p. 20.
  6. ^ Archivio dell'Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato.
  7. ^ La Voce Fascista, anno I, n. 13, 9 luglio 1922, p. 3.
  8. ^ Pietre della Memoria.
  9. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.240 del 24 agosto 1916, pag.5272.
  10. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.102 del 1 maggio 1905, pag.1894.
  • Armando Tosti, L'esempio dei Capi. I Generali italiani caduti nella Grande Guerra, Roma, Libreria del Littorio, 1930.
Periodici
  • F. M. Galli Angelini, Il Generale Paolo Maioli 1864-1918, in Bollettino dell'Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato, n. 29, San Miniato, 1954-1955, pp. 15-16.
  • Archivio dell'Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato, Protocolli delle deliberazioni del Consiglio e del Magistrato, adunanza del 14 dicembre 1917.

Collegamenti esterni

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