Utente:Pierdelama/Sandbox

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Guido Ferroni (1888 - 1979) è stato un pittore italiano che partecipò alla corrente del Novecento e fu attivo in Toscana e in Romagna.

Guido Ferroni nacque il 19 febbraio 1888 da Ferruccio e Guglielmina Nucci a Siena, una città dove fin da ragazzo ebbe modo di ammirare i capolavori dei grandi maestri del Rinascimento e alimentare così la sua spontanea inclinazione per la pittura. Indotto dalla sua famiglia compì però gli studi all'Istituto Magistrale e poi si iscrisse alla facoltà di Filosofia dell'Università di Firenze, dove il padre si era trasferito dopo il 1904. Questa sua Facoltà era in piazza San Marco, vicino all'Accademia di Belle Arti, e questo permise al giovane Guido Ferroni, già pittore dilettante, di seguire un corso completo alla Scuola libera di Nudo. Tuttavia ben presto il giovane pittore si allontanò dai dettami scolastici eseguendo soggetti di genere impressionista e di questi esordi restano bozzetti dalle tinte chiare e con una stesura molto materica che quasi ricorda una superficie ceramica (Marina, 1910 circa, Firenze, Galleria d'Arte Moderna; e Figura, 1916 circa, Roma, palazzo del Quirinale).

Allo scoppio della prima Guerra Mondiale Guido Ferroni fu chiamato alle armi e vi rimase per tutta la durata del conflitto. Cessate le ostilità fa rientro a Firenze e inizia per lui un periodo particolarmente fecondo: lì, frequentando il vivace ambiente artistico caratterizzato dalle nuove proposte futuriste e dai veementi scritti di Ardengo Soffici pubblicati dapprima in un articolo su La Voce (che provocò anche una rissa tra i pittori) e poi su Lacerba, incominciò a frequentare quelli che si riunivano al Caffè delle Giubbe Rosse in piazza della Repubblica e in particolare Adriano Cecchi e Franco Dani, e con questi fece la sua prima mostra collettiva nel 1919 a palazzo Antinori organizzata dal critico d'arte Mario Tinti, mostra che fu poi replicata l'anno seguente nella sede della regia Accademia di Belle Arti appunto con la denominazione di Esposizione della Società di Belle Arti. Le sue opere restano però insensibili alla poetica futurista, ma sembrano piuttosto rifarsi alla semplicità e al nitore della tradizione toscana quattrocentesca, fino a ricordare Masaccio. Nasce così nel 1920 La giostra, un'opera che raffigura uno scorcio urbano "immerso in un'atmosfera di solitudine e distacco seguendo lo stile metafisico di De Chirico e Sironi". Essa venne presentata alla Esposizione Primaverile della Società di Belle Arti di quell'anno e lì fu acquistata Dalla Galleria degli Uffizi.

Poi progressivamente la pittura di Guido Ferroni si orienta verso rappresentazioni più sintetiche e più strutturate geometricamente, con una attenuazione dei colori, andando a preferire atmosfere di una pacata quotidianità contadina, nel solco già tracciato dai Macchiaioli toscani (Trittico Vita umile, 1922, portato alla mostra Fiorentina Primaverile di quell'anno). Nel 1926 partecipa alla prima Mostra del Novecento Italiano, presentata al palazzo della Permanente di Milano da Margherita Sarfatti, con quattro opere tutte caratterizzate da una pennellata nitida e sobria (Vita umile, Case, La serenata, Vita campestre).

Nel 1927 aderisce al neonato Gruppo del Novecento Toscano, legato all'ambiente letterario di Solaria (Il movimento novecentista italiano, nonostante gli sforzi della Sarfatti per tenerlo coeso, si separava in numerosi campanilismi e differenziazioni ideologiche) e partecipò a diverse manifestazioni organizzate presso la galleria Borlenghi di Firenze che era diventata la sede del Gruppo. Poi nel 1928 ....