Utente:Paola Redemagni (Museoscienza)/Sandbox

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La cantante di operetta Emma Vecla nell'interpretazione del personaggio di Lola. Cartolina autografata.

Emma Vecla, pseudonimo di Adrienne Telmat (Marnia, 1877[1]Milano, 1972), è stata una cantante d'operetta francese.

Fu la prima interprete in Italia de La vedova allegra, di Franz Lehàr. Molto amata come artista e come donna, fu la protagonista incontrastata delle scene nel periodo 1907-1915 e influenzò con la sua personalità la moda e il costume del tempo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ultima degli otto figli dell’ufficiale francese Teodoro Tellmat, compie gli studi musicali presso il Conservatorio di Parigi, dove studia canto, violino, pianoforte e composizione.

Subito dopo il diploma, inizia la sua carriera come cantante d’opera, debuttando a 18 anni presso l’Opéra-Comique di Parigi, nella Manon di Massenet.

Assume il nome d’arte di Emma Vecla in onore della sua madrina, la famosa cantante Emma Calvé, di cui anagramma il cognome.

Compie poi numerose tournée, viaggiando sempre in compagnia della madre: a Milano viene scritturata da Edoardo Sonzogno, per cantare nell’importante stagione autunnale del teatro Lirico, accanto a Titta Ruffo nella Thaïs (1903) e in Zazà (1904).

Canta in numerosi teatri, in Italia e all'estero.

Tornata a Milano, è costretta da una malattia della madre a fermarsi in città per qualche tempo. Qui viene scritturata da Giulio Ricordi per interpretare Hanna nella prima rappresentazione italiana della Vedova allegra di Lehàr, con la compagnia Città di Milano presso il teatro Dal Verme.

Il debutto avviene il 7 aprile 1907. L’enorme successo segna una svolta nella carriera dell’artista, che abbandona l'opera per dedicarsi esclusivamente all'operetta.

Franz Lehàr le concede l’esclusiva delle rappresentazioni per 200 repliche e, in occasione della cinquecentesima rappresentazione, viene in Italia per complimentarsi personalmente con l’artista.

Como, ottobre 1913. La cantante di operetta e attrice Emma Vecla e il pilota Ernesto Landini, a bordo di un idroplano "SIA" con motore Grome 80 cv, al Circuito italiano del Laghi.A bordo

Nel 1915, allo scoppio della I Guerra Mondiale, abbandona le scene e per tre anni si dedica alla cura dei feriti di guerra.

Terminata la guerra, riprende a calcare il palcoscenico nella compagnia di Cosimo Papadia.

Sposa il maestro Salvatore Cottone e si stabilisce a vivere a Milano.

Nel 1929 si ritira definitivamente dal palcoscenico, tenendo la sua serata d’addio al teatro Alfieri di Torino, dove interpreta la Madama di Tebe.

Per il resto della vita si dedica ad opere di bene a favore, tra gli altri, dell’Ospedale maggiore di Milano, dove è presente un padiglione a lei dedicato, della Casa di riposo per musicisti Giuseppe Verdi, dell’Istituto per i ciechi.

Grazie ad una sua cospicua donazione, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano allestisce la sezione Strumenti musicali, che inaugura il 20 gennaio 1962.[2][3]

Emma Vecla muore il 29 maggio 1972, presso la casa di riposo per musicisti Giuseppe Verdi e viene sepolta al Cimitero Maggiore di Milano.

Benchè abbia interpretato numerose altre operette, il nome di Emma Vecla rimase sempre legato al personaggio della bella vedova Hanna.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Archivio Storico Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano - Servizio Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it, 26/04/2016.
  2. ^ Archivio del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, Corrispondenza II serie, Vecla Emma - Sezione Strumenti Musicali 1960-1972, n. 245.
  3. ^   Curti, Orazio - Un museo per Milano. 2000, Anthelios Edizioni, Garbagnate Milanese (MI).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Cinque anni del Museo 1953-1958.1958, Alfieri & Lacroix, Milano
  • Curti, Orazio - Un museo per Milano. 2000, Anthelios Edizioni, Garbagnate Milanese (MI)
  • Archivio del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, Corrispondenza II serie, Vecla Emma - Sezione Strumenti Musicali 1960-1972, n. 245.