Utente:Nakal04/Sandbox

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ECCIDIO DI FONDOTOCE

L'eccidio di Fondotoce è un episodio...

Titolo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1944, in seguito all'avanzata delle truppe alleate, le forze nazifasciste furono costrette a ripiegare su tutti i fronti organizzano nuove linee difensive. Per rendere sicure le retrovie iniziarono una dura controffensiva nei confronti del movimento partigiano con rastrellamenti in tutto il nord Italia. Tra questi avvenne il rastrellamento della Val Grande durante la prima metà del giugno 1944, in cui furono catturati numerosi partigiani di tutta la zona. In particolare vennero catturati i partigiani della formazione "Valdossola" che catturarono una quarantina di fascisti il precedente 30 maggio. Alcuni di quest'ultimi vennero portati e fatti prigionieri nella sede di comando tedesco di Malesco, altri invece in quella di Intra, Villa Caramora. In questi luoghi di detenzione i partigiani vennero picchiati e torturati. Tra i prigionieri, oltre ai partigiani del “Valdossola”, c'erano: Cleonice Tomassetti, la quale si trovò nel mezzo del rastrellamento mentre cercava di unirsi ai partigiani, ed Emilio Liguori, il giudice di Verbania che venne arrestato per sospetto di complicità con i partigiani.

Il gruppo di partigiani detenuti a Malesco venne trasferito a Intra davanti alla villa Caramora, la mattina del 20 giugno 1944, dove vennero poi raggiunti da un altro gruppo di prigionieri della stessa villa. 46 partigiani vennero fatti sfilare sul lungolago di Intra, Pallanza e Suna in una macabra processione; a testimonianza di questo ci sono rimaste tre foto dove possiamo vedere i partigiani malmessi a causa delle torture e una sola donna, Cleonice Tomassetti a capo del corteo; erano disposti su tre file e ai due uomini a capo del corteo venne fatto portare un grande cartello con scritto “sono questi i liberatori d'Italia oppure sono i banditi?”. Dei 46 partigiani 3 vennero risparmiati, mentre i restanti 43 arrivati a Fondotoce nei pressi del canale che collega il lago Maggiore al lago di Mergozzo, vennero chiamati a tre a tre dai nazifascisti e fucilati. Solo uno di loro, Carlo Suzzi, riuscì a sopravvivere ai proiettili: ferito in mezzo ai 42 cadaveri venne trovato e aiutato da gente locale e successivamente rientrò nella formazione “Valdossola” con il nome di battaglia “Quarantatrè”.

Oggi presso il luogo dell'eccidio sorge la Casa della Resistenza circondata dal Parco della Resistenza e della Pace proprio a testimonianza dell'accaduto.

Note[modifica | modifica wikitesto]


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • NOME E COGNOME DELL'AUTORE, Titolo del libro, città di pubblicazione, casa editrice, anno di pubblicazione, ISBN XXXNUMERIISBN non valido (aiuto).


Esempio di inserimento foto[modifica | modifica wikitesto]

Descrizione della foto

[[File:Anna Maria Princigalli.jpg|thumb|left|Descrizione della foto]]