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Giorgio Somalvico (Milano, 30 marzo 1940 - Milano, 24 dicembre 2020)

“Autore di un corpus lirico in perenne controtendenza rispetto ai modi letterari coevi, è stato negli anni – in quanto inedito – molto apprezzato da alcuni sommi del secolo scorso, a partire da Montale per finire a Testori, Vigorelli, Principe, Merini, ecc. ecc.

Il Melodramma, la Russia, l’Ungheria, Torquato Tasso e il trash verbale del suo secolo hanno variamente influenzato lo stile di questo artista sempre affatto “inattuale”, così come si evidenzia nei titoli dei suoi lavori più tipici: i poemetti L’Aida in piazza Giulio (1957) e Macky d’Ungheria (2000), il poema drammatico Mècbeth (1999), i melodrammi Il Sogno Massimo di Kriminal (1965) e Circasse di passaggio a Pietroburgo (1993), nonché il romanzo in versi Il Dio Roserio ovvero Gli Impagabili (1974).

La complessità della lingua e del lavoro di Somalvico non possono essere affrontati in questa sede e tantomeno da me. Tuttavia per gioco mi verrebbe da azzardare tre aggettivi a suo riguardo: inafferrabile, irriducibile e inconsumabile. Tre caratteristiche in tangenziale e insanabile contrasto con l’attuale, pervasivo, Impero Globale dell’Usa e Getta di cui è, suo malgrado, ineffabile cantore.

Giorgio Somalvico"

(Nota biografica dell'Autore, tratta dal programma della serata a lui dedicata "La Poesia e la Vita - omaggio a Giorgio Somalvico)


Nato a Milano il 30 marzo 1940, Giorgio Somalvico fu poeta, drammaturgo e pittore, oltre che attento osservatore della società e dei costumi, fino alla data della sua morte, il 24 dicembre 2020.

Nel 1954 inizia i suoi studi al Liceo Classico A. Manzoni di Milano dove, già dai primi anni, inizierà a dedicarsi alla Poesia. È anche l’anno in cui, il 18 dicembre, entra per la prima volta al Teatro alla Scala che frequenterà regolarmente per i successivi sessant’anni.

Nel 1957 incontra Eugenio Montale, e ne frequenta la casa, in seguito a un’intervista per il periodico studentesco del Liceo Manzoni e nel 1959, il 21 novembre, debutta come drammaturgo al Piccolo Teatro di Milano con l’opera “Le strade sbagliate” messa in scena dalla compagnia de ‘I Quasi…’.  

Dal 1960 al 1968 è impegnato in diverse esperienze editoriali. Viene assunto nella redazione della rivista Il Tempo e, successivamente, presso l’Istituto Editoriale Italiano, al fianco di Eugenio (Enio) Sindona. Collabora, occupandosi in particolare di musica, con alcune Case Editrici: De Agostini, Ricordi, Garzanti e collabora con i quotidiani Il Mondo e l’Unità.

A partire dal 1968, sull’onda della nuova sensibilità sociale e politica ispirata dalle contestazioni studentesche, operaie e intellettuali che agitavano quegli anni, Giorgio Somalvico darà una brusca svolta alla sua vita: dopo essersi dimesso dall’Istituto Editoriale Italiano si dedicherà alla costruzione di pannelli di vetro colorato, ispirati a Tiffany (un’arte allora praticata in alcuni ambienti anarchici da lui frequentati), e intraprenderà, qualche tempo dopo, l’attività di pittore creando quadri polimaterici rappresentanti mesti paesaggi urbani e suburbani, oppure magici paesaggi alpini. Attività questa che continuerà a svolgere continuativamente fino agli anni ’90 (e ad intervalli fino al 2011).

Dal 1969 al 1973, conosce e frequenta quotidianamente Giovanni Testori che apprezza, incoraggia e promuove le sue attività pittoriche e poetiche, e per il quale scriverà una delle presentazioni sul programma di sala in occasione della prima rappresentazione di “L’Ambleto” al Salone Pier Lombardo, oggi Teatro Franco Parenti, nel gennaio del ’73.

Tra il 1988 e il 2000 frequenta invece la “vicina di casa” in Ripa di Porta Ticinese, Milano, Alda Merini con la quale intrattiene lunghe e, talvolta, surreali discussioni attorno alla Poesia, nonché scambi epistolari in versi.

Alda Merini pubblicherà nel 2008 una raccolta di tredici poesie “Sonetti d’amore e angeliche pene – Poesie a Giorgio Somalvico” per le Edizioni LietoColle Faloppio. Giorgio Somalvico le dedicherà a sua volta una raccolta, inedita, di poesie dal titolo “Merinikon”.

Debutta a Napoli nel 2004 la prima dello spettacolo “’Na specie de cadavere lunghissimo” – dedicato a P.P. Pasolini a 30 anni dalla sua scomparsa – nel quale Somalvico è l’autore del testo (in romanesco) della seconda parte. Uno dei versi del testo darà anche il titolo allo spettacolo nato da un’idea di Fabrizio Gifuni, che ne sarà l’interprete, con la regia di Giuseppe Bertolucci. La registrazione dello spettacolo uscirà in DVD nel 2006 da BURsenzafiltro. Un importante omaggio alla poliedricità artistica di Giorgio Somalvico avrà luogo nel 2008, presso l’Associazione Culturale Renzo Cortina a Milano, con il titolo “Somalvichiana - otto attori per un poeta”. Nell’arco di due settimane si è potuta visitare una selezionata antologica dei suoi quadri e partecipare a diverse serate di lettura delle sue poesie con la partecipazione degli amici attori: Luigi Lo Cascio, Luciano Roman, Fabrizio Gifuni, Sonia Bergamasco, Alessio Boni, Francesco Migliaccio, Alarico Salaroli e Mauro Malinverno. Catalogo della manifestazione pubblicato da Gran Via Edizioni.

Un importante omaggio alla poliedricità artistica di Giorgio Somalvico si è tenuto nel 2008, presso l’Associazione Culturale Renzo Cortina a Milano, con il titolo “Somalvichiana - otto attori per un poeta”. Nell’arco di due settimane si è potuta visitare una selezionata antologica dei suoi quadri e partecipare a diverse serate di lettura delle sue poesie con la partecipazione degli amici attori: Luigi Lo Cascio, Luciano Roman, Fabrizio Gifuni, Sonia Bergamasco, Alessio Boni, Francesco Migliaccio, Alarico Salaroli e Mauro Malinverno. Catalogo della manifestazione pubblicato da Gran Via Edizioni.

Nell’anno successivo (2009) in occasione del bicentenario della morte di Haydn scrive per Rai Trade sette poemetti raccolti col titolo “Sur le Tombeau d’Haydén, sette follie”; poemetti che saranno musicati da Lucio Gregoretti, Vito Palumbo, Fabrizio De Rossi Re, Marcello Fera, con la voce recitante di Sonia Bergamasco, che verrà presentato, con un’introduzione di Bruno Barbieri, al Conservatorio di Bolzano e trasmesso su Raitre. Rai Trade ne pubblicherà anche il CD.

Altro importante omaggio alla sua poetica quello tributatogli nel giugno 2010 – in occasione dell’85° compleanno di Mary de Rachewiltz, figlia di Ezra Pound – nel castello di Brunnenburg (Merano), con il titolo “La Poesia e la Vita, omaggio a Giorgio Somalvico”. Un’iniziativa di Marcello Fera con Conductus ed Edizioni AlphaBeta, patrocinato dal Comune di Merano e dalla Provincia di Bolzano, con la partecipazione di Sonia Bergamasco (voce recitante), Gemma Bertagnolli (soprano) e Marcello Fera alla guida del suo Ensemble Conductus.

Il 2011 lo vede coinvolto in due rilevanti eventi in occasione del 150esimo Anniversario dell’Unità d’Italia. Il primo lo riguarda come pittore: su segnalazione di Andrée Ruth Shammah, Vittorio Sgarbi lo inserisce infatti tra gli artisti della 54esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia dedicata, appunto, all’importante Anniversario; il secondo lo vede invece impegnato nella scrittura dei versi per il testo “Sette Risorgimenti Sconcertanti”, che sarà musicato da Lucio Gregoretti, Fabrizio De Rossi Re, Giovanni Guaccero e presentato alla 48esima Edizione del Festival di Musica Contemporanea di Nuova Consonanza a Roma.


La notte del 24 dicembre 2020 muore al pronto soccorso dell’Ospedale S. Giuseppe di Milano.

Pubblicazioni

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  • La lirica “Oh! Viragok”, tradotta in ungherese, viene inserita nell’Antologia di poeti italiani, “Szerelemés Nemesszĺv” a cura di Ferenc Baranyi, 2003.
  • “Il Pecora, poemetto in due deliri”, Gran Via Edizioni – con introduzione di Quirino Principe e una nota di Fabrizio Gifuni – del quale una parte confluirà nello spettacolo “Na specie de cadavere lunghissimo”, 2007.
  • “Città. Dall’alba di un amore alle sue ceneri”, raccolta di poesie dedicate a Milano, Edizioni AlphaBeta, a cura di Pier Aldo Rovatti, 2011.
  • “Sonetti Inglesi”, ThinkClouds Editore,2021. Prima pubblicazione postuma.
  • "Se fossi nato bello, poesie d'amore", KDope Editore, 2022.