Utente:Marta cannicci/Sandbox

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La scuola del Sistema-mondo (o dei Sistemi–mondo) è un metodo di analisi multidisciplinare che si colloca tra la world-history[1] e le teorie sociali post-coloniali di ispirazione marxista, affermatosi a partire dagli anni Ottanta. I suoi principali esponenti sono Immanuel Wallerstein[2], Samir Amin[3], Giovanni Arrighi[4] e Andre Gunder Frank[5] (scherzosamente chiamati “la banda dei quattro”).

Il paradigma, che cronologicamente costituisce uno sviluppo della teoria della dipendenza, è stato elaborato assai diversamente dai vari studiosi. L'obbiettivo comune è quello di studiare il mondo moderno nel suo complesso, nei suoi fenomeni di lungo periodo. Alcuni di questi fenomeni posso essere individuati nel funzionamento dell’economia globale, nella nascita e nella polarizzazione geografica del capitalismo, nel predominio occidentale nel mondo.

Secondo gli accademici di questa scuola, il sistema-mondo moderno o economia-mondo capitalista è un sistema così complesso che non può che essere analizzato in modo complessivo, evitando di scindere lo studio storico dagli elementi antropologici, sociologici ed economici[6]. L'unità di analisi che rende questa complessità dà il nome alla scuola: il sistema-mondo è rappresentato come un organismo unico composto da insieme di parti interconnesse. Ogni parte possiede la sua specifica funzione all'interno del sistema, ma non può essere compresa senza uno sguardo al tutto: i "centri" (le nazioni o aree più sviluppate) detengono un controllo economico o politico sulle “periferie” (le nazioni o aree meno sviluppate) e ne sfruttano le risorse (umane e materiali) imponendo meccanismo di scambio ineguali.[7] La successione dei cicli economici ed egemonici provoca lo spostamento del centro da un luogo all’altro.

Lo stesso argomento in dettaglio: Teoria della dipendenza e Decolonialismo.

Il termine è stato proposto e coniato da Immanuel Wallerstein nel 1973[8][9] dopo una formazione da africanista presso la Columbia University. Gli autori e i testi che hanno ispirato questa metodologia sono molteplici[8][10], ma i più importanti sono:

L'opera di Fernand Braudel, con il quale Wallerstein si confrontò personalmente prima della pubblicazione del suo primo saggio[8]. Il francese aveva coniato due concetti, quello di economia-mondo[11] e lunga durata[12]. Wallerstein gli utilizzò per criticare l'idea di dover studiare la storia utilizzando il concetto di Stato-nazione. Il debito accademico fu così importante che la accademia scientifica fondata per proseguire la ricerca attraverso l'analisi dei sistemi-mondo fu chiamata Fernand Braudel Center in suo onore[13]


Durante la conferenza annuale dell'Africa Studies Association, Wallerstein volle affrontare il problema che -da africanisti- gli scienziati sociali affrontavano quando erano chiamati ad analizzare gli eventi post-coloniali della storia dei paesi africani.

propose questa nuova prospettiva metodologica fu nel contesto della conferenza annuale

I concetti di base

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  1. ^ Laura Di Fiore e Marco Meriggi, World history: le nuove rotte della storia, Roma, Laterza, 2011, ISBN 9788842096535.
  2. ^ Pubblicazione di riferimento: Immanuel Wallerstein, Comprendere il mondo. Introduzione all'analisi dei sistemi mondo, traduzione di Marina Errico, Trieste, Asterios, ottobre 2018, ISBN 978-8895146751.
  3. ^ Pubblicazione di riferimento Samir Amin, Per un mondo multipolare, traduzione di N. Augeri, Milano, Edizioni Punto Rosso, 2006, ISBN 8883510593.
  4. ^ Pubblicazione di riferimento Giovanni Arrighi, Adam Smith a Pechino : genealogie del ventunesimo secolo, traduzione di Pietro Anelli, Milano, Feltrinelli, 21 febbraio 2008, ISBN 9788807104299.
  5. ^ Pubblicazione di riferimento (EN) Andre G. Frank e Barry K. Gills, The World System: Five Hundred Years or Five Thousand?, Londra, Routledge, 1993, ISBN 9780415076784.
  6. ^ Fernand Braudel Center for the Study of Economies, Historical Systems, and Civilizations (2020), su binghamton.edu (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2020).
  7. ^ Report on an Intellectual Project: The Fernand Braudel Center, 1976-1991, su binghamton.edu (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2020).
  8. ^ a b c (EN) Carlos Aguirre Rojas, The World-System Analysis Perspective, in Immanuel Wallerstein, Carlos Aguirre Rojas e Charles C. Lemert (a cura di), Uncertain Worlds. World-systems Analysis in Changing Times, Routledge, 15 Febbraio 2014, pp. 1-100, ISBN 9781594519796.
  9. ^ la prima definizione di sistema-mondo è presentata nell'introduzione di Immanuel Wallerstein, Il sistema mondiale dell'economia moderna vol.1, traduzione di Panzieri G., Panzieri D., Bologna, Il Mulino, 1º agosto 1982 [1978], ISBN 8815217118.
  10. ^ (EN) Gregory P. Williams, Special Contribution: Interview with Immanuel Wallerstein. Retrospective on the Origins of World-Systems Analysis, in Journal of World-Systems Research, vol. 19, n. 2, 26 agosto 2013, pp. 202-210, DOI:https://doi.org/10.5195/jwsr.2013.491.
  11. ^ (FR) Fernand Braudel, Civilisation matérielle, économie et capitalisme, tome 3: "Le temps du monde", Parigi, Armand Colin, 2022 [1979], p. 12, ISBN 9782200634179.
    «una parte del pianeta economicamente autonoma, essenzialmente autosufficiente, i cui legami e scambi interni le conferiscono un certo grado di unità organica»
  12. ^ (EN) Fernand Braudel, History and the Social Sciences: The Long Duration, in Political Research, Organization and Design, vol. 3, n. 6, 1960, pp. 3-13, DOI:https://doi.org/10.1177/000276426000300601.
  13. ^ Fernand Braudel Center on JSTOR, su jstor.org.
  • Immanuel Wallerstein e Terence Hopkins (a cura di), L'era della transizione. Le transizioni.

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